Memoria variabile
Le ricorrenze che si ricordano, e quelle che si dimenticano
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Le ricorrenze che si ricordano, e quelle che si dimenticano
• – Marco Züblin
• – Franco Cavani
Nulla di nuovo, al di là di qualche penoso evento di contorno
• – Marco Züblin
Il lato oscuro delle tecnologie avanzate al servizio del controllo sociale
• – Redazione
Nessuno avrà dimenticato quei titoli: “È un italiano che vuole l’educazione civica nelle scuole del Canton Ticino”; “Un italiano impone educazione civica ai ticinesi” (Corriere...
• – Redazione
La paura cominciata quel giorno si è diffusa e infiltrata come un lento veleno per la convivenza civile
• – Enrico Lombardi
L'iniziativa 99% è solo un passo sulla strada della giustizia fiscale e sociale
• – Maurizio Solari
Basta rapine rosse. Così titolava il Mattino della domenica
• – Franco Cavani
Fatti privati e dibattito pubblico
• – Redazione
Alti tassi di disoccupazione, ma in Europa molte aziende non trovano manodopera; come mai e con quali prospettive?
• – Aldo Sofia
Tra l’inaugurazione della nuova Valascia e la commemorazione dell’attentato alle Twin Towers faresti fatica a trovare, o disattento lettore, anche solo qualche parola di circostanza sul golpe che quell’11 settembre 1973 mise fine al governo di Unidad Popular e, con esso, alla vita del presidente eletto del Cile, Salvador Allende.
Fu, quello, un esempio scolastico di terrorismo di Stato, ordito dall’amministrazione Nixon – uno dei tanti con i quali gli USA si occuparono efficacemente delle faccende del loro giardino di casa, il Sudamerica – con il sostegno della destra cilena e di ambienti imprenditoriali e “sindacali” (la corporazione degli autotrasportatori, in particolare). Inaugurò un regime di oppressione e di terrore che in venticinque anni fece decine di migliaia di vittime e centinaia di migliaia di esuli; l’eredità di sangue dei militari si ritrova ancora nella carta costituzionale cilena, a 31 anni dalla placida uscita di scena di Pinochet, morto in patria nel 2006 senza essere stato condannato. Qualcuno ricorderà le circostanze surreali della sua mancata estradizione in Spagna per crimini contro l’umanità (1998-1999).
Il cattolicissimo Pinochet fu sempre caro al Vaticano e al papa polacco, quest’ultimo infilato a tutta velocità nell’olimpo dei santi del calendario per meriti acquisiti; a questo proposito, mi piace ricordare la visita di Wojtyla in Cile (1987), con le belle sorridenti immagini di entrambi affacciati al balcone della Moneda, a offrire palese testimonianza di un sostegno e, con esso, superiore legittimazione alla repressione poliziesca messa in campo da quel regime di tagliagole. “Al Generale Augusto Pinochet Ugarte, alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d’oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine, con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale.” Questo scriveva il futuro santo Giovanni Paolo II nel febbraio 1993, ricordando come i Pinochet tutti (anche i nipoti, non ci facciamo mancare nulla) fossero nel cuore del pontefice e nelle grazie del suo referente in cielo, alla destra del quale posso immaginare che entrambi siederanno con altri giusti come loro.
Passando oltre a queste umanissime miserie, e invitando a un pensiero e a un ricordo per questi drammi, ricordo un passo famoso dell’ultima lettera di Allende ai compatrioti, poco prima della morte: “Amici miei, altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per una società migliore“.
Sui media ticinesi denunciato "il degrado dei Giovani" alla Foce di Lugano
L’errore di Nicola Schönenberger nell’attacco alla municipale luganese socialista Zanini Barzaghi, e non solo: sempre legittima la critica, ma in altra sede e con analisi concrete