Nessun segnale di vita nella questione dell’ex Macello
Nulla di nuovo, al di là di qualche penoso evento di contorno
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Nulla di nuovo, al di là di qualche penoso evento di contorno
• – Marco Züblin
Il lato oscuro delle tecnologie avanzate al servizio del controllo sociale
• – Redazione
Nessuno avrà dimenticato quei titoli: “È un italiano che vuole l’educazione civica nelle scuole del Canton Ticino”; “Un italiano impone educazione civica ai ticinesi” (Corriere...
• – Redazione
La paura cominciata quel giorno si è diffusa e infiltrata come un lento veleno per la convivenza civile
• – Enrico Lombardi
L'iniziativa 99% è solo un passo sulla strada della giustizia fiscale e sociale
• – Maurizio Solari
Basta rapine rosse. Così titolava il Mattino della domenica
• – Franco Cavani
Fatti privati e dibattito pubblico
• – Redazione
Alti tassi di disoccupazione, ma in Europa molte aziende non trovano manodopera; come mai e con quali prospettive?
• – Aldo Sofia
Agli occhi di un esperto svizzero troppe cose non tornano nella tesi dell'avvelenamento
• – Jacques Pilet
Il diritto internazionale, con tutta la sua complessità, non è ancora sufficientemente efficace
• – Lucia Greco
Nulla di nuovo, al di là di qualche penoso evento di contorno
Dalle nebbie di Palazzo ecco giungere, a tre mesi e mezzo dai fatti, la notizia che la municipale responsabile del dicastero sarà nuovamente sentita a proposito delle circostanze della demolizione. Un sussulto indagatorio che lascia forse sperare che una indagine in sé non particolarmente complessa nel merito (anche se politicamente scottante) abbia finalmente un esito. Certo che un osservatore medio qualche domanda deve pur farsela circa i tempi, considerato anche il numero di magistrati che era stato messo in campo per le audizioni.
Nel frattempo abbiamo dovuto sorbirci ogni cosa, dalla ovvia criminalizzazione degli autogestiti, alla meno ovvia stigmatizzazione di coloro (è il mio caso) che consideravano istituzionalmente scandaloso l’intervento dell’ente pubblico (autorità politica, polizia), alle sceneggiate di medici e di giornalai ad accusare non si sa bene chi di aver provocato una morte eccellente, all’abbattimento “precauzionale” dello stabile abbandonato in cui i molinari volevano tenere una flash mob (immaginiamoci le lacrime versate dai “ragazzi” del Signor Vanoni, per questo simbolo in macerie…), fino al tentativo di perpetuare la balla a proposito dell’”occupazione” degli spazi, in cui gli autogestiti si trovavano invece in virtù di un accordo e di un contratto, e il Comune incassava dal Cantone un canone di locazione annuo a cinque cifre.
Ma di prese d’atto politiche del grave errore commesso da organismi dello Stato, e del conseguente inaccettabile vulnus inferto dai loro comportamenti a ovvi e fondamentali principi di democrazia e di legalità, nemmeno l’ombra. Sfratto senza decisione giudiziale, abbattimento senza licenza e senza il rispetto delle norme ambientali, distruzione involontaria di proprietà privata, per segnalare le infrazioni più plateali immaginiamoci la gogna burocratico-penal-amministrativa che avrebbe subito un privato che avesse fatto qualcosa di simile, o anche meno. E poi la vertiginosa serie di contraddittorie chiacchiere che ci è stata servita da personaggi eccellenti (vivi o defunti) in una sorta di goffa sarabanda, insultante per l’intelligenza del luganese dotato di elementare raziocinio.
Mi auguro che qualcuno non faccia male i calcoli e confidi nella ben nota memoria da pesce rosso dell’elettore e contribuente, cercando di fare passare la nottata fino alle prossime votazioni, o addirittura alle prossime elezioni.
Nell’immagine: la demolizione in corso dell’ex istituto Vanoni
La discutibile ed inquietante riscossa delle criptovalute
Pur senza trionfare, il “sultano” si impone sul fronte dell’opposizione, riconquista la presidenza e promette di continuare sul suo progetto illiberale