Oggi al Festival – Quo Vadis Aida
di Jasmila Zbanic, 2020, 103 minuti, Bosnia - Herzegovina, Austria, Romania, Olanda, Germania, Polonia, Francia, Norvegia, Turchia
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di Jasmila Zbanic, 2020, 103 minuti, Bosnia - Herzegovina, Austria, Romania, Olanda, Germania, Polonia, Francia, Norvegia, Turchia
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di Jasmila Zbanic, 2020, 103 minuti, Bosnia - Herzegovina, Austria, Romania, Olanda, Germania, Polonia, Francia, Norvegia, Turchia
Nel febbraio 1992, il Consiglio di Sicurezza ONU istituisce la missione di peacekeeping UNPROFOR, con il mandato di creare le condizioni di pace e di sicurezza necessarie per la negoziazione di una soluzione della crisi jugoslava. L’anno successivo, ai caschi blu verrà conferito il compito di vigilare su una serie di aree protette anche ricorrendo all’uso della forza, seppur in legittima difesa. Tra queste zone, nel 1995, Srebrenica sarà raggiunta da decine di migliaia di bosniaci musulmani in fuga dall’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina guidato dal generale Ratko Mladić. Qui, un contingente olandese di caschi blu in inferiorità numerica e mal equipaggiato, si troverà a facilitare le operazioni di smistamento ordinate dai serbo bosniaci di 350 musulmani che avevano cercato rifugio nella base ONU di Portocari incaricata di proteggerli. In 5 giorni verranno uccisi più di otto mila maschi bosniaci musulmani tra i dodici e i settantasette anni. Ventitré mila donne e bambini verranno deportati soffrendo torture e stupri. Lo scandalo di Srebrenica e il deterioramento della situazione di Sarajevo, porteranno nell’autunno dello stesso anno Bill Clinton a convocare a Dayton, in Ohio, i capi delle fazioni in lotta. A dicembre, Izetbegović, Tudjman e Milosević firmeranno gli accordi di pace a Parigi, per la cui implementazione verrà predisposto un contingente di 35 mila uomini, guidati da reparti NATO.
Bisognerà attendere il 2007 perché la Corte internazionale di giustizia stabilisca che il massacro di Srebrenica, essendo stato commesso con lo specifico intento di distruggere il gruppo etnico dei musulmani bosniaci, costituisca un genocidio. Ulteriori dieci anni occorreranno perché Mladić riceva la condanna all’ergastolo per crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità. Per quanto riguarda l’Olanda, il governo di Wim Kok presenterà collettivamente le dimissioni nel 2002, sette anni dopo il verificarsi dei fatti, assumendosi la responsabilità del coinvolgimento dei caschi blu nelle operazioni, ma non la colpa del massacro. Nel 2019 infine, la Corte Suprema olandese emanerà la sentenza definitiva sulla connivenza dei Paesi Bassi nella vicenda, ritenuti responsabili per 350 morti di Srebrenica al 10%, poiché questa sarebbe stata secondo la Corte la probabilità per i soldati olandesi di riuscire nell’impresa di salvarli.
Narrando degli eventi drammatici di quel luglio 1995, il film Quo Vadis Aida, offre la possibilità di perpetrare la memoria di un genocidio per il quale la giustizia offre solo una soluzione parziale. Il dialogo e la riconciliazione, sono necessari per superare divisioni ancor oggi esistenti.
Trama
Bosnia, luglio 1995. Aida è un’interprete che lavora con l’Organizzazione delle Nazioni Unite nella cittadina di Srebrenica. Quando l’esercito serbo occupa la città, la sua famiglia è tra le migliaia di cittadini che cercano rifugio nell’accampamento delle Nazioni Unite. Come persona informata sulle trattative, Aida ha accesso a informazioni cruciali per le quali è richiesto il suo ruolo di interprete. Cosa si profila all’orizzonte per la sua famiglia e la sua gente? La salvezza o la morte? Quali passi dovrà intraprendere?
Intervengono al dibattito
Relatori: Elda Baggio, Vicepresidente Medici Senza Frontiere Italia – Moderatore: Nicole Corritore, giornalista e addetta stampa Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa
di Nick MacWilliam, 2021, 89 minuti, Gran Bretagna
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