Pollice verso per Ignazio Cassis
Barometro elettorale amaro per il PLR e il ministro ticinese degli esteri
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Barometro elettorale amaro per il PLR e il ministro ticinese degli esteri
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Barometro elettorale amaro per il PLR e il ministro ticinese degli esteri
La presenza ticinese in consiglio federale scricchiola. Il barometro elettorale di metà legislatura della SSR è un campanello d’allarme per il secondo seggio del PLR occupato da Ignazio Cassis. Certo, il sondaggio è soltanto un’istantanea e molte cose possono ancora succedere nei due anni che ci separano dalle elezioni federali del 2023. È probabile ad esempio che nel frattempo la pandemia scompaia e non figuri più fra i temi della campagna elettorale. Ma aldilà dei fattori contingenti, il barometro indica alcune tendenze di fondo più costanti. L’UDC rimane di gran lunga il primo partito svizzero. Il PLR prosegue nel suo costante declino. L’onda verde si conferma, le preoccupazioni ecologiche non vengono offuscate dalla pandemia. Il risultato è che nei sondaggi il PLR è ormai tallonato dai verdi il cui distacco sull’ex partitone si riduce allo 0,4%. Sono praticamente alla pari, ma i liberali radicali hanno due seggi in governo, i verdi nessuno. Una situazione insostenibile secondo il presidente dei verdi Balthasar Glättli che rivendica con forza un seggio in consiglio federale se le tendenze del barometro saranno confermate alle urne. Gli fa eco il presidente dei verdi liberali, Jürg Grossen. È ancora cauto, ma il suo partito ha il vento in poppa, rasenta ormai la barriera del 10% delle preferenze rosicchiando voti al PLR. In queste condizioni diventa sempre più difficile difendere il secondo seggio liberal-radicale in consiglio federale ed a farne le spese sarebbe Ignazio Cassis e non la sua collega di partito Karin Keller-Sutter. Nell’indice di popolarità, il ministro ticinese figura nettamente battuto da tutti i suoi colleghi. È relegato all’ultimo posto sia per la sua influenza in governo, sia per la sua simpatia. L’ancora di salvezza per Ignazio Cassis potrebbe venire dall’alleanza di centro (ex PPD) che riesce a mantenere il suo impatto elettorale grazie alla fusione con il PBD, l’ex partito borghese democratico. La scadenza delle elezioni federali del 2023 sarà comunque cruciale e tutt’altro che scontata per la presenza del Ticino in consiglio federale.
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