Questa pandemia finirà. Ma non saremo pronti per la prossima
La pandemia di Coronavirus è costata 94 miliardi di franchi. Ma nessun franco è stato investito per risolvere il problema principale
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La pandemia di Coronavirus è costata 94 miliardi di franchi. Ma nessun franco è stato investito per risolvere il problema principale
Da 19 mesi infuria la pandemia. In Svizzera sono stati spesi 722 milioni per la cura dei pazienti Covid, 2,7 miliardi per la prevenzione e 90,7 miliardi per alleviare le conseguenze economiche. Ma non un solo centesimo è andato nell’aumento del numero di posti letto.
Nonostante le immense somme di denaro a disposizione, non è stato creato nessun posto d’ospedale in più. I letti di terapia intensiva supplementari creati durante la crisi sono stati addirittura smantellati. E ciò sorprende. I politici giustificano praticamente tutte le misure contro il Coronavirus con il fatto che le capacità del sistema sanitario hanno raggiunto i loro limiti, e quindi la pressione deve essere ridotta.
Perché non si risolve il problema principale?
Il vero problema è la capacità del sistema sanitario. Per motivi economici i nostri ospedali sono gestiti ai massimi livelli di sfruttamento, per essere ragionevolmente convenienti. Per questo ci sono linee guida politiche – e sono complicate.
Con 94 miliardi di franchi svizzeri potrebbero venire costruiti 16 tunnel di base attraverso il Lötschberg senza esaurire completamente i fondi.
“Corona in der Schweiz“, Konstantin Beck & Werner Widmer
Immediatamente prima dei primi casi di Covid, nel dicembre 2019, l’Associazione zurighese degli ospedali VKZ ha pubblicato un documento sul fabbisogno di posti letto, nel quale viene analizzata criticamente la questione della pressione che gli ospedali acuti subiscono quando raggiungono un tasso di occupazione dei letti dell’80%. “La restrizione del numero di letti imposta dalla politica comporta il pericolo di una temporanea sotto-capacità e di un’offerta insufficiente alla popolazione“, vi si può leggere, ad esempio.
Questo era ed è un problema noto: se si aumentasse ancora l’efficienza, alla fine gli ospedali non sarebbero attrezzati per assorbire carenze di capacità, seppur di breve durata, né per far fronte ad aumenti straordinari di casi. Cosa che accade regolarmente anche durante la stagione influenzale.
Allora perché non mettere dei soldi nella soluzione di questo problema? Il Coronavirus una cosa l’ha ampiamente dimostrata: il denaro, quando si vuole, non è un ostacolo.
Come si può implementare lo sviluppo delle capacità nonostante la mancanza di personale?
Dobbiamo essere in grado di alleggerire il sistema sanitario in caso di impasse a breve termine. Per le situazioni eccezionali abbiamo quindi bisogno di centri epidemici distribuiti in tutta la Svizzera, che possano essere impiegati in caso di emergenza. L’operazione potrebbe essere gestita dall’esercito o dal servizio civile. Il popolo dovrebbe essere costantemente formato e allenato per la “nuova emergenza”, come in passato abbiamo fatto con successo con la difesa della Svizzera da parte dell’esercito. Inoltre il personale specializzato potrebbe essere richiamato dalla pensione.
Per decenni abbiamo addestrato specialisti altamente qualificati, anche se sappiamo che molto probabilmente non verranno mai impiegati – piloti di jet da combattimento, artiglieri di carri armati, tecnici radar di sistemi di difesa aerea. Per gli Svizzeri la sensazione di sicurezza vale questi soldi. Ora, dopo i 93 miliardi di franchi spesi a causa del Covid, è chiaro che dobbiamo anche implementare la formazione e il perfezionamento di capacità che possano essere mobilitate rapidamente in caso di necessità.
Naturalmente ciò costa denaro, e porta con sé diversi problemi. Deve essere affrontata specialmente la mancanza di personale. Ma anche se investissimo 1,5 miliardi all’anno nella costruzione di questi centri di crisi, sarebbe comunque più economico, in 50 anni, che spendere 93 miliardi per una singola pandemia. E le pandemie saranno con noi negli anni a venire. Per questo abbiamo bisogno di una soluzione sostenibile per la “nuova emergenza”, che alleggerisca il peso sul sistema sanitario e riduca le restrizioni sociali al minimo.
Leggi l’articolo originale (in tedesco)
Traduzione e titoli della redazione
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