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Redazione
Redazione
Russi in Ucraina, manuale del genocidio
• 23 Aprile 2022 – Redazione

di Timothy Snyder, storico, dal suo blog Thinking about

La Russia ha recentemente pubblicato un manuale sul genocidio nell’Ucraina in guerra. L’agenzia stampa ufficiale “RIA Novosti” ha presentato un esplicito programma per la completa eliminazione della nazione ucraina in quanto tale. Lo si può tuttora visualizzare, ed è già stato più volte tradotto all’estero [qui in italiano].

Come ho sostenuto dall’inizio della guerra, ‘denazificazione’, nell’uso ufficiale russo, significa semplicemente la distruzione dello Stato e della nazione ucraini. Un ‘nazista’, come spiega questo manuale del genocidio, è semplicemente un essere umano che si auto-identifica come ucraino. Sempre secondo il manuale, l’istituzione di uno Stato ucraino trent’anni fa è stata la ‘nazificazione dell’Ucraina’. In effetti, ‘ogni tentativo di costruire un tale Stato’ non può che essere un atto ‘nazista’. Gli ucraini sono ‘nazisti’ perché non accettano ‘la necessità che il popolo appoggi la Russia’. Gli ucraini dovrebbero pagare e soffrire per aver creduto di esistere come un popolo separato [dai russi, ndt]: soltanto questo può portare alla ‘redenzione’ della colpa’.

A chiunque creda ancora che la Russia di Putin si opponga all’estrema destra in Ucraina o altrove, il programma di genocidio offre un’opportunità per ricredersi. Il regime russo di Putin parla di ‘nazisti’ non perché si opponga all’estrema destra, cosa che certamente non fa, ma come espediente retorico per giustificare guerre non provocate e politiche genocide. Il regime di Putin è l’estrema destra. È il centro mondiale del fascismo. Sostiene in tutto il mondo fascisti e personalità autoritarie di estrema destra. Alterando il significato di parole come ‘nazista’, Putin e i suoi propagandisti stanno creando più spazio retorico e politico per i fascisti in Russia e altrove.

Il manuale sul genocidio spiega che la politica russa di ‘denazificazione’ non è diretta contro i nazisti nel senso con cui la parola è normalmente usata: il manuale asserisce, senza esitazione, che non ci sono prove che il nazismo, come generalmente lo intendiamo, sia rilevante in Ucraina. Opera invece all’interno della speciale definizione che la Russia dà al termine ‘nazista’: un nazista è un ucraino che non ammette di essere russo. Il ‘nazismo’ in questione è ‘amorfo e ambivalente’: quindi bisogna essere in grado di andare oltre l’apparenza per decodificare l’affinità ‘nazista’ con la cultura ucraina o con l’Unione europea.

La vera storia dei nazisti e dei loro crimini negli anni ’30 e ’40 [del secolo scorso, ndt] è quindi totalmente irrilevante e completamente messa da parte. Ciò è perfettamente coerente con la guerra russa in Ucraina. Al Cremlino non vengono versate lacrime per l’uccisione per mano russa di sopravvissuti all’Olocausto, o per la distruzione russa di memoriali dell’Olocausto, perché gli ebrei e l’Olocausto non hanno nulla a che fare con la definizione russa di ‘nazista’. Questo spiega perché Volodymyr Zelensky, sebbene sia un presidente eletto democraticamente, e un ebreo con un famigliare che combatté con l’Armata Rossa e morì nell’Olocausto, possa essere definito un ‘nazista’.

Secondo questa definizione assurda, per cui i nazisti devono essere ucraini e gli ucraini devono essere nazisti, la Russia non può essere fascista, qualunque cosa facciano i russi. Questo è molto conveniente: se a ‘nazista’ è stato assegnato il significato di ‘ucraino che rifiuta di essere russo’, ne consegue che nessun russo può essere un nazista. Visto che per il Cremlino essere nazista non ha nulla a che vedere con l’ideologia fascista, simboli simili a svastiche, palesi bugie, manifestazioni, retorica delle pulizie etniche, guerre aggressive, rapimenti di élite, deportazioni di massa e uccisioni in massa di civili, sono tutte cose che i i russi possono fare senza mai doversi chiedere se stiano dalla parte sbagliata del libro mastro della Storia. E così troviamo russi che attuano politiche fasciste in nome della ‘denazificazione’.

Il manuale russo è uno dei documenti che sostengono più apertamente il genocidio che abbia mai letto. Chiede la liquidazione dello Stato ucraino, e l’abolizione di qualsiasi organizzazione che abbia qualche associazione con l’Ucraina. Postula che ‘la maggioranza della popolazione’ dell’Ucraina sia ‘nazista’, vale a dire ucraina. Questi ucraini, ‘la maggioranza della popolazione’, quindi più di venti milioni di persone, devono essere uccisi o mandati nei ‘campi di lavoro’ per espiare la loro  colpa di non aver amato la Russia. I sopravvissuti devono essere sottoposti a ‘rieducazione’. I bambini saranno cresciuti per essere russi. Il nome ‘Ucraina’ scomparirà.

Se questo manuale del genocidio fosse apparso in un altro momento, e in un ambito meno ufficiale, avrebbe potuto sfuggire all’attenzione. Ma è stato pubblicato proprio al centro del panorama mediatico russo durante una guerra russa di distruzione esplicitamente legittimata dall’affermazione del capo dello Stato russo, secondo la quale una nazione vicina [l’Ucraina, ndt] semplicemente non esiste. Esso è apparso il 3 aprile, due giorni dopo la prima rivelazione che i militari russi in Ucraina avevano ucciso centinaia di persone a Bucha, e proprio mentre la notizia appariva sui principali giornali del mondo. Il massacro di Bucha è stato uno dei numerosi casi di uccisioni di massa emersi quando le truppe russe si sono ritirate dalla regione di Kiev. Ciò significa che il programma di genocidio è stato pubblicato consapevolmente, nonostante le prove fisiche del genocidio stessero emergendo. L’autore e la redazione hanno scelto questo particolare momento per rendere pubblico il programma per l’eliminazione della nazione ucraina in quanto tale.

Come storico delle uccisioni di massa mi è difficile trovare altri casi in cui uno Stato ha pubblicizzato esplicitamente il carattere genocida delle proprie azioni proprio nel momento in cui tali azioni diventavano di dominio pubblico. Da un punto di vista legale l’esistenza di un testo del genere (nel contesto più ampio di dichiarazioni simili, e della ripetuta negazione di Vladimir Putin sull’esistenza dell’Ucraina) rende molto più facile formulare l’accusa di genocidio. Legalmente, genocidio significa la distruzione intenzionale di un gruppo [etnico o religioso, ndt], in parte o nella sua totalità. La Russia ha compiuto l’atto, e ha confessato l’intenzione.






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