Zürcher Arroganz
Il dopo elezioni federali, fra eletti a sorpresa e bilancini di rappresentatività su cui recriminare
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Il dopo elezioni federali, fra eletti a sorpresa e bilancini di rappresentatività su cui recriminare
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Il dopo elezioni federali, fra eletti a sorpresa e bilancini di rappresentatività su cui recriminare
A dire il vero, sembra che sotto il piagnisteo procittadino si nasconda una frustrazione politica. È stata eletta una socialista più a sinistra e meno liberista dei due cittadini Herzog e Jositsch.
Il Tagi ha pubblicato una cartina con i comuni di domicilio dei consiglieri federali. Cassis, domiciliato a Montagnola (2092 abitanti), sarebbe un paesano. Rösti, che vive a Uetendorf ed è originario di Kandersteg è ancora un montanaro? È una lettura ridicola. Che senso ha oggi questa classificazione? Un giovane cresciuto a Breno, che frequenta il liceo di Lugano, si diploma al politecnico di Zurigo, ottiene un dottorato a Ginevra e compie soggiorni di studio negli Stati Uniti, in Australia e in Danimarca, svolge il servizio civile in Nicaragua, per poi lavorare a Basilea, che cos’è? Un malcantonese legato agli interessi del suo paesello d’origine? Ma per favore…
L’arroganza zurighese non ha limiti. Il foglio cittadino mette in dubbio anche la ripartizione del Consiglio degli Stati perché ha scoperto che, se valutiamo in rapporto al numero degli abitanti, i piccoli cantoni sono sovrarappresentati e le città svantaggiate. Non è necessario rifare la storia della Costituzione elvetica. La Camera alta rappresenta i Cantoni e non la popolazione, così come avviene, da qualche secolo, negli Stati Uniti.
Per sostenere maggiormente la tesi della supremazia rurale in Consiglio federale si afferma che Elisabeth Baume-Schneider è stata eletta grazie all’appoggio della lobby contadina. È sicuramente un fattore ma, visto che i voti che la distanziano da Herzog sono solo sette, potrebbero valere anche la simpatia e l’empatia, oltre all’autenticità che ha dimostrato.
Vedremo come agirà in governo. Dovrà applicarsi meglio di quanto ha fatto nel discorso d’investitura, quando ha dimenticato il saluto in italiano e in romancio. Nel governo giurassiano, nel 2004, aveva rotto la collegialità per difendere gli interessi dei docenti. Come gestirà il dipartimento di giustizia con il problema dei rifugiati? Se rompesse la grigia concordanza del governo non sarebbe male. Collegialità che si traduce, come si è visto nella ripartizione dei dipartimenti, in maggioranza PLR+UDC.
Invece di piangere sulla mancanza di rappresentanti delle città, occorrerà valutare e verificare quanto Albert Rösti, a capo dell’ambiente, dell’energia e dei trasporti, dovrà concedere ai suoi finanziatori delle lobby automobilistica e petrolifera.
Sono questi gli interessi in gioco in Consiglio federale. Interessi della grande economia (questi sì che fanno riferimento alle grandi città!) che influenzano e condizionano sempre un governo che dovrebbe ricordare ogni giorno il preambolo della Costituzione: “la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”.
Nell’immagine: Daniel Jositsch, consigliere agli Stati per il canton Zurigo (PS)
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