A capofitto in un disastro climatico
Esistono soluzioni praticabili per un maggiore benessere con minori consumi; ma è una scelta ideologica
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Ci stiamo buttando a capofitto in un disastro climatico di scala planetaria e i nostri governi e le nostre economie continuano a ignorare completamente l’uscita di emergenza che pure ci sarebbe. Se non ce la faremo, non è perché non esistano soluzioni.
Negli ultimi 13 anni l’obiettivo delle mie ricerche è stato quello di dimostrare che agendo sulla domanda esiste una via di uscita all’emergenza climatica. Fondamentalmente, le soluzioni sono tre:
La prima soluzione è più o meno ben esplorata dalla ricerca, anche politica. La seconda no, per niente. La terza non fa per me perché non mi piace ricorrere a pericolosi cerotti quando possiamo affrontare le cause alla radice.
Se si ha l’audacia di rimettere in discussione i consumi, si scoprono molte cose interessanti:
In altre parole, agendo sulla domanda, esiste una via di uscita perfettamente praticabile, a cui ogni società può puntare per proteggere la popolazione attraverso una riduzione radicale delle emissioni. Si tratta di ridurre i consumi investendo in tecnologie e servizi pubblici efficienti nel nord globale, mentre nel sud globale i consumi aumentano e lo sviluppo viene sostenuto con tecnologie e servizi pubblici efficienti. Non è così complicato, per nulla.
In questo modo, anno dopo anno potremo ridurre notevolmente la domanda di energia e di terra: tanto da essere in grado entro un decennio o due di soddisfare la domanda attraverso lo sviluppo delle energie rinnovabili e di rallentare o addirittura invertire la perdita di biodiversità.
I nostri governi, però, non fanno assolutamente nulla in questa direzione. Semmai, vanno in direzione opposta. La cosa più difficile per me è svegliarmi ogni mattina cosciente che ci siano soluzioni praticabili per garantirci un futuro sicuro e rendermi conto che non si fa nulla, né ora né mai.
Non perché le ricerche non ci siano (anche se bisognerebbe fare di più, certo); non perché i risultati non sono validi, no nulla di tutto questo: non troveremo delle soluzioni perché i nostri governi non sono qui per servire noi, ma per servire un sistema economico, il sistema capitalistico che si alimenta di energie fossili.
Dovendo scegliere tra questo sistema economico e la vita sulla terra i nostri governi scelgono Exxon, Shell, Aramco, Gazprom, Total, BP, ma anche VW, Audi, BMW, Mercedes-Benz, GM, Ford e così via.
Invece di fare tutto il possibile per tirarci fuori dalla situazione più pericolosa che l’umanità abbia mai affrontato, nel bel mezzo della sesta estinzione di massa governi e politici ignorano l’enorme potenziale delle misure volte a ridurre la domanda per combattere le emissioni e salvaguardare il benessere.
Ed è veramente ripugnante, orribile.
Sì, certo, abbiamo bisogno di una rivoluzione, di attivismo climatico, ecologico ed economico. Ma non credo che l’attivismo possa essere efficace se non si batte per ridurre la domanda. Per avere una seppur minima speranza, dobbiamo mostrare qual è l’uscita di emergenza.
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