A quelli che non cambieranno mai idea
La letterina ai No-Vax di Luciana Littizzetto
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Da “Che tempo che fa”, RAI 3, 21.11.21
“Una cosa che adesso ho capito è che quelli che hanno deciso di non vaccinarsi secondo me non si vaccineranno. Ormai non si vaccinano più ed è anche inutile continuare a insistere. Io non ho voglia di parlare di 5G nelle vene varicose. Però ho provato a fare una letterina per i No-Vax”.
“Caro No Vax, No Green Pass, No Corona, No virus, No Astra, No Zeneca, No One, no Lockdown e per copia conoscenza al Kennedy meno sveglio della famiglia.
Ormai ho capito che non cambierete idea: per voi il vaccino è respingente come i Maneskin per Pillon. Se dopo aver visto la gente crepare, i medici e gli infermieri vestiti da apicoltori lasciarci la pelle, le file di jeep a Bergamo, gli amici contagiati che ora hanno i polmoni di macramè. Se dopo aver visto chiudere milioni di negozi, serrare i cinema, i teatri e le discoteche, aver visto la gente morire di altre malattie perché gli ospedali erano pieni di urgenze, se neanche le parole di Speranza, inteso non come virtù, ma come ministro, che a vederlo sembra sempre più Dracula, non vi hanno convinto, bom, fine, prendiamo atto.
Però vi chiedo una cosa, veniamoci incontro, a due metri di distanza, evitate almeno di manifestare. Evitate almeno di assembrarvi, lasciate libere le piazze.
Tanto io ve lo dico il Green pass non lo leveranno. Toglietevelo dalla testa, perché è l’unico modo per consentire alla nostra economia di non andare gambe all’aria.
Anzi voi potete manifestare proprio perché la maggioranza di noi ha il Green pass. Se no sareste tutti chiusi in casa a far pisciare i cani con la carrucola dai balconi.
“Io lo so che in fondo siamo uguali, per questo cerco di comprendere il vostro punto di vista e le vostre paure. Quello che vi chiedo è di comprendere anche le nostre di paure, di pensare per un attimo anche a noi “Si vax”, “Ok lo faccio vax”, “Meglio di niente Vax”.
Provate a capire quanto ci possono girare i coglioni a noi nel sentire di nuove chiusure, di vedere di nuovo i medici di base allo stremo, gli ospedali che si riempiono. Provate a capire quanto ci rode dover fare la terza dose, magari poi la quarta, la quinta, la sesta, fino alla settima come per le taglie di reggiseni perché il virus continua a gironzolare.
Tra l’altro noi se facciamo i conti siamo molti, ma molti di più. Se ci mettiamo noi a manifestare è la fine.
Vogliamo fare un Natale come l’anno scorso solo tra congiunti? In 3 a tavola ma consanguinei? In 6 con addosso con la rete antigrandine, in 8 ma solo se gemelli siamesi? Ce le ricordiamo quelle fabbriche chiuse, quegli stipendi che non c’erano più, le piccole imprese fallite per mancanza di lavoro? Vogliamo fare la settimana bianca in casa sciando sulla moquette perché richiudono gli impianti? Girando con le ciaspole e festeggiando il Capodanno soli dentro la cabina armadio? Ci piacciono le città deserte con i cervi che rosicchiano i semafori? Perché adesso non abbiamo più l’alibi della sfiga. Quello che succederà è solo nelle nostre mani e nei nostri avambracci. Ho letto che alcuni di voi scrivono su Telegram frasi violente e feroci.
Ecco siccome non ho Telegram e non voglio dirvi né frasi violente, né frasi feroci, perché siamo tutti sulla stessa barca, ve lo dico come se fosse un telegramma. ‘Aiutiamoci. Stop. Facciamoci il più bel regalo di Natale. Stop. Cerchiamo di avere cura di noi, dei nostri cari e delle persone più fragili. Stop. Vacciniamoci. Stop. Vogliamo tutti che finisca. Stop. Stop. Stop’.”
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