Aeroporto di Lugano: futuri radiosi e genialità dell’errore
La marcia indietro sulla gestione privata, nuova frontiera dell’intelligenza politica in salsa luganese
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La marcia indietro sulla gestione privata, nuova frontiera dell’intelligenza politica in salsa luganese
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La marcia indietro sulla gestione privata, nuova frontiera dell’intelligenza politica in salsa luganese
L’ultima “Buona Domenica” del quasi ex-Caffè di Alaimo e colleghi era dedicata all’alcalde luganese, protagonista di tutta una serie di iniziative che qualcuno potrebbe considerare episodi da aneddotica provinciale, ma delle quali i contribuenti dovrebbero un po’ anche preoccuparsi. Non si è parlato questa volta né di sarti-sopra-le-righe e delle loro rose bianche, né di spiaggette abusive, né di terrazze pubbliche fronte Municipio in odore di irregolarità, né di fantomatici centri di ricerca medica, né di pistonatissimi scultori, né di Natali sponsorizzati e marchiati, né di “ospedali del cuore”. Ma, come si sa, ogni giorno reca con sé la sua pena, e il domenicale si riferiva all’ultima autocratica assurdità aeroportuale, cioè alla sciaguratissima call for expression of interest e a tutto quanto di opaco e di surreale avvenne dopo di essa, con rapporti di esperti allegramente disattesi, favoritismi, garanzie bancarie ballerine, termini che valgono per alcuni e non per altri, ripescaggi e altre amenità; e poi ricorsi, da ben prevedersi in quella “serie di sfortunati eventi” in cui il rispetto delle forme e delle procedure non è sembrato esattamente essere la prima delle preoccupazioni. Ora, pur non ammettendo ancora l’errore, l’alcalde ha deciso di prendere il coraggio a due mani e di rimettere a zero i contatori, confidando però in alleanze tra i vari contendenti che permettessero di salvare, con una capriola di ultimo momento, capre, cavoli, amici, voli e un filo di credibilità.
Il settimanale ha definito “geniale” la mossa, o il suo autore, o entrambi; addirittura chiosando, questa volta con riferimento alla persona, che una simile “intelligenza politica assicurerà certamente un futuro radioso alla Città”. Si è auspicata analoga procedura per la pazzesca vicenda del Polo di Cornaredo (di cui ho parlato fin troppo, e che Martino Rossi ha ben analizzato su queste rive) e per lo spazio dell’autogestione, adombrando quindi l’ipotesi che anche in quei casi si sia di molto sbagliato e che un paio di catartiche marce indietro sarebbero opportune, sempre in vista del “radioso futuro” ben s’intende.
Al netto di una possibile ironia del giornalista, trovo comunque inquietante che si possa ritenere non solo “intelligente”, ma addirittura portatrice di un progetto, una politica che consiste nello sbagliare platealmente, e nel migliore dei casi ammetterlo, e nel (dover) ripartire da zero. Un po’ come succede con le strade del centro; si buca, si chiude e si ribuca, e avanti così, sempre sul posto ma in rumorosa allegria. La politica, come la scienza, procede per visioni e per tentativi, e può sbagliare; ma non per errori programmatici, o ripetuti per difetto di capacità, dove lo sbaglio è sicuro. La Città e il Cantone adesso hanno bisogno di meglio che non la (assai intermittente, eh) capacità di ammettere errori.
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