Biglietti ferroviari digitali? Si, ma non solo!
La strategia digitale, soprattutto se volta sostanzialmente alla razionalizzazione e al puro guadagno economico non rispetta certo gli obiettivi di un servizio pubblico - Di Simone Conti
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La strategia digitale, soprattutto se volta sostanzialmente alla razionalizzazione e al puro guadagno economico non rispetta certo gli obiettivi di un servizio pubblico - Di Simone Conti
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La strategia digitale, soprattutto se volta sostanzialmente alla razionalizzazione e al puro guadagno economico non rispetta certo gli obiettivi di un servizio pubblico - Di Simone Conti
Queste criticità sistemiche, o colli di bottiglia, non si presentano soltanto a livello infrastrutturale ma anche su di una scala molto più ridotta, per esempio, nell’offerta del servizio pubblico ferroviario. Negli scorsi giorni un guasto tecnico ha limitato ed in alcuni casi impossibilitato l’acquisto online di biglietti per i treni FFS. Tali disguidi tecnici, di cui negli anni recenti i servizi online delle FFS hanno sofferto in modo ricorrente, come altresì le falle di sicurezza informatica che hanno persino comportato la compromissione di migliaia di dati personali dei passeggeri, sono la conseguenza di una strategia manageriale dogmatica. Questa classe dirigente privilegia la scelta digitale motivandola con una presunta riduzione dei costi economici trascurando però sia il principio fondamentale del servizio pubblico universale sia un’attenta analisi delle vulnerabilità che sta generando.
Tuttavia, sembra che queste criticità passino inosservate ad alcuni signori che governano le FFS i quali dichiarano di sviluppare la loro offerta all’insegna del servizio alla clientela. Da diversi anni le FFS hanno annunciato l’intenzione di ridurre e, in alcuni casi, smantellare le biglietterie e successivamente anche i distributori automatici attualmente in funzione. La conseguenza immediata è che queste misure all’insegna dell’innovazione renderanno inaccessibile il servizio di trasporto pubblico a chiunque non sia dotato di uno smartphone oppure di una carta di credito.
Nel contesto del principio enunciato nel preambolo della Costituzione, in cui la forza del popolo la si commisura al benessere dei più deboli, non mi sembra né equo né all’altezza di un’azienda parastatale introdurre le sopracitate misure, per lo più limitative e di smantellamento del sistema preesistente. Queste implementazioni, nella loro attuazione, determinano effettivamente l’esclusione di alcune fasce della popolazione. Da un lato tali misure ostacolano l’acquisto di biglietti di viaggio per i cittadini che non sono in grado di utilizzare specifiche soluzioni tecnologiche (mi riferisco per esempio ad un pubblico anziano). D’altro lato queste restrizioni limitano la libertà di scelta del metodo di pagamento per il servizio pubblico, costringendo coloro che desiderano optare per un approccio diverso a conformarsi a una direzione imposta da quei dirigenti che dovrebbero essere al servizio della clientela (ancor di più visto che sono un’azienda pubblica).
Nonostante la strategia digitale delle FFS, il 26.3% degli acquisti di biglietti di viaggio avviene mediante canali non digitali, che includono l’acquisto presso gli sportelli e i distributori automatici. Purtroppo, nel rapporto di gestione 2022 le FFS non rendono disponibile il dato della cifra d’affari generata tramite i diversi canali di distribuzione impedendo quindi un’analisi più approfondita della situazione. In ogni caso, ritengo che il concetto di equità sociale richieda che le cittadine ed i cittadini debbano avere il diritto e siano messi in condizione di scegliere indipendentemente da qualunque pressione e/o limitazione al riguardo dell’acquisto di un biglietto per l’utilizzo dei trasporti pubblici. Questo è particolarmente rilevante nei casi in cui un’alternativa esiste (come citato prima i distributori automatici e le biglietterie) ma viene successivamente eliminata.
Mi stupisce che alcuni partiti che rivendicano la sovranità in diverse sfere economiche e sociali, ma soprattutto in un’ottica nazionalistica contrapposta all’Unione Europea e a qualsiasi organismo internazionale, non sembrino rendersi conto dello spostamento di competenze, soldi, e rischi da una dimensione locale e controllabile ad una internazionale e meno controllabile. Metaforicamente stiamo permettendo di sradicare strade alternative rodate all’insegna di un’unica ed innovativa autostrada: quella digitale. Nonostante l’asserita sovranità, nei prossimi anni saremo costretti ad utilizzare o a saper utilizzare uno smartphone o un computer per effettuare pagamenti relativi a un servizio pubblico universale.
L’organizzazione del settore dei trasporti pubblici, Alliance SwissPass, sostiene che la transizione ai biglietti digitali riduce i costi e semplifica il sistema di trasporto pubblico, senza fornire né cifre specifiche sulla riduzione dei costi né una chiara analisi dell’impatto sui diversi segmenti della popolazione. Per esempio, le FFS osservano un aumento degli attacchi informatici e disservizi legati ai disguidi tecnici senza dichiarare esattamente quali sono i costi in materia di cybersicurezza. Ritengo che le priorità siano altre, piuttosto che smantellare alternative esistenti le FFS dovrebbero preoccuparsi della diminuzione della soddisfazione della clientela privata riguardo alla disponibilità di posti, alla pulizia dei treni e al rapporto qualità/prezzo, problematiche sentite particolarmente nella regione meridionale della Svizzera.
Questi signori che si dichiarano rappresentanti degli interessi delle cittadine e dei cittadini – e si portano a casa 1’004’260 franchi l’amministratore delegato e 1’116’027 franchi i rimanenti membri del CdA – elaborano soluzioni sposando integralmente un pensiero monolitico che genera di conseguenza delle vulnerabilità sistemiche di un potenziale enorme costo socioeconomico. Abbiamo creato dei colli di bottiglia infrastrutturali ma anche ideologici (vedi sposare la svolta digitale acriticamente) il cui fallimento è oggi davanti agli occhi di tutti con l’isolamento del Ticino sia a livello ferroviario sia a livello autostradale per quanto concerne i limiti infrastrutturali, mentre in futuro potremmo anche rimanere isolati per degli attacchi di hacker. Come si è dimostrata essenziale la vecchia linea ferroviaria per permettere ancora un collegamento nord-sud della Svizzera a seguito dell’incidente nella galleria di base, altrettanto potrebbe essere utile mantenere le biglietterie e i distributori automatici per potere acquistare biglietti in caso di future panne informatiche.
Perché dobbiamo a tutti i costi renderci più vulnerabili?
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