I servizi contabili dell’Amministrazione federale tremano, il Consiglio federale è imbarazzato e anche per i cittadini comuni c’è ragione di avanzare qualche preoccupante interrogativo. Dopo gli errori annunciati in primavera per i conti del fabbisogno dell’esercito, è arrivata la novella che per le spese dell’AVS è stato fatto un grossolano errore di previsione. Anche in questo caso si tratta di scarti miliardari.
L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali ha dichiarato oggi di aver scoperto che le spese previsionali dell’AVS sono sbagliate: entro il 2033 era stato prospettato un deficit contributivo di oltre 7 miliardi, ma in realtà sarebbe poco più della metà, circa 4 miliardi. Insomma: lo sviluppo finanziario dell’AVS è stato presentato in una luce decisamente troppo negativa.
La causa dell’errore sarebbe dovuta all’applicazione di un modello di calcolo errato. Per fare luce su questo pasticcio, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha deciso di avviare un’inchiesta amministrativa, che sarà affidata allo studio legale Bratschi di Zurigo. Le conclusioni sono attese entro la fine del 2024.
E pensare che tutta la campagna dei contrari all’iniziativa per la 13esima AVS (UDC, PLR, Centro e Verdi liberali, oltre alle associazioni economiche padronali) era stata impostata principalmente sulla sostenibilità finanziaria, citando anche i conti prospettati dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali.
Ora: è vero che le spese dell’AVS resteranno elevate (circa 50 miliardi di franchi l’anno, se i calcoli non sono sbagliati…) ma questo annunciato errore cambia alcune prospettive in modo rilevante. Sul bilancio generale, sul contributo che imprese e lavoratori dovranno progressivamente versare e anche sul contributo della Confederazione per l’AVS, che sarà inferiore nell’ordine di circa 3 miliardi rispetto ai calcoli precedenti.
Il Consiglio federale, che pure si era schierato contro la 13esima AVS, ha proposto in marzo due varianti per sostenere la riforma che verrà introdotta nel 2026: o l’aumento tout court degli oneri sociali oppure la combinazione con un innalzamento dell’IVA. Cambieranno questi scenari alla luce di quanto “scoperto”?
L’Amministrazione federale si sarebbe accorta di questo errore già alcuni mesi fa. Perché l’annuncio pubblico è stato fatto solo ora? Quanto avvenuto è sicuramente dannoso per la fiducia che la popolazione dovrebbe riporre nelle indicazioni espresse dalla Confederazione. Inoltre l’esito della votazione sull’aumento dell’età di pensionamento delle donne, accettato di misura nel settembre del 2022, avrebbe potuto essere diverso se fossero stati noti i dati reali.
Attendibilità e affidabilità dei dati sono un presupposto fondamentale per prevedere l’evoluzione dei bilanci e per orientare al meglio le politiche pubbliche.
Tanto più che la polarizzazione dei partiti e il loro orientamento alla ricerca del consenso immediato avanza e non favorisce la definizione di un programma condiviso e di lunga scadenza, di cui avremmo bisogno in quest’epoca di incertezze.