Da pariah a stella globale: tutti alla corte di Mohammed bin Salman
Il principe ereditario saudita è il centro delle attenzioni del mondo. E Biden è pronto a siglare con lui un accordo senza precedenti
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Il principe ereditario saudita è il centro delle attenzioni del mondo. E Biden è pronto a siglare con lui un accordo senza precedenti
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Il principe ereditario saudita è il centro delle attenzioni del mondo. E Biden è pronto a siglare con lui un accordo senza precedenti
Tra la fine del 2018 e il 2021 Mohammed bin Salman (Mbs), principe ereditario saudita, già alla guida del regno, ha vissuto momenti di grande difficoltà. Indicato da più parti (Cia inclusa) come il mandante del brutale assassinio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, fatto a pezzi nel consolato saudita a Istanbul, e noto come il principale sostenitore dell’intervento militare di Riyadh nella guerra civile yemenita con migliaia di civili morti, il rampollo reale si era ritrovato isolato internazionalmente e messo sotto accusa dalle più importanti organizzazioni per i diritti umani. Contro di lui avevano puntato il dito anche gli alleati americani, con il futuro presidente Joe Biden in testa. Solo l’ex premier italiano Matteo Renzi tesseva le sue lodi, tanto da definirlo il protagonista del Rinascimento arabo. In breve tempo è cambiato tutto. Passata la pandemia, l’Arabia saudita e le sue politiche petrolifere sono ridiventate centrali per le economie dei colossi mondiali. E i leader mondiali fanno a gara per raggiungere accordi con Mbs che, nel frattempo, si diverte e programma di portare a giocare in Arabia saudita, grazie a investimenti milionari, le stelle del football e di fare della Lega saudita la Nba del calcio mondiale.
Così mentre nel regno dei Saud proseguono le violazioni dei diritti umani e delle donne, i prigionieri di coscienza sono migliaia e le guardie di frontiera massacrano i migranti, i paesi occidentali portano avanti la riabilitazione definitiva di Mbs con il quale anche Israele intende stringere un accordo strategico in Medio oriente. Senza dimenticare che sull’altare della potenza saudita si è inchinato nei mesi scorsi anche il turco Erdogan. Mentre Vladimir Putin sta costruendo sull’amicizia e la collaborazione con Riyadh una alternativa allo «strapotere» degli Usa.
Il Regno unito, riferivano qualche giorno fa Financial Times, Times e Bbc, si prepara, probabilmente ai primi di ottobre, ad accogliere con tutti gli onori Mbs tenuto lontano da Londra dopo l’omicidio di Khashoggi. Qualche mese prima dell’uccisione del giornalista, il principe aveva avuto un’udienza privata con la regina Elisabetta. Da parte sua Mbs usa ancora una volta il calcio per mandare segnali concilianti a Londra e ha già investito enormi capitali nell’acquisizione del Newcastle. Qualche giorno fa un portavoce di Downing Street ha detto che il primo ministro Rishi Sunak ha già parlato con il principe ereditario di sviluppo delle relazioni commerciali tra i due paesi e del rafforzamento della cooperazione in materia di difesa e sicurezza. Amaro il commento di Polly Truscott di Amnesty International: «Il Regno unito stende il tappeto rosso davanti a Mohammed bin Salman e il principe saudita potrà usare questa visita per riabilitarsi sulla scena mondiale». I Laburisti criticano la scelta fatta da Sunak ma anche loro sostengono che il Regno Unito deve avere un «dialogo» importante con l’Arabia saudita.
Prima di partire per Londra, Mbs potrebbe incontrare colui che tanto lo aveva criticato, Joe Biden, e che ora è il fautore principale della normalizzazione del principe saudita. Il presidente Usa sta esplorando la possibilità di incontrare il principe a margine del G20 che si terrà il 9 e 10 settembre. Un possibile faccia a faccia che, spiegano gli analisti, darà un impulso significativo alle trattative che la Casa Bianca sta conducendo con il governo saudita per una ampia intesa nella sicurezza e l’avvio di rapporti diplomatici pieni tra Riyadh e Israele entro la fine dell’anno o l’inizio del prossimo, prima che le presidenziali statunitensi prendano tutto lo spazio nell’agenda di Biden.
Mbs non solo si sta riabilitando ma ha ricalibrato i rapporti storici con Washington, mettendo in chiaro che Riyadh in cambio di nuove relazioni strette intende ottenere accordi vantaggiosi. Altrimenti proseguirà la marcia verso Est che l’hanno vista stringere le relazioni con Mosca, Pechino – il presidente cinese Xi Jinping lo scorso dicembre ha visitato per tre giorni Riyadh – e persino Teheran, fino a qualche mese fa principale rivale dell’Arabia saudita nella regione. Il riavvicinamento con l’Iran procede lentamente ma è indispensabile per i sauditi per mettere fine alla guerra in Yemen. Mbs è alla ricerca anche di strette relazioni con Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, le nazioni BRICS.
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