De-nazificare il Cremlino
Come e con i suggerimenti di chi si è formata l’ideologia del nuovo zar russo
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Come e con i suggerimenti di chi si è formata l’ideologia del nuovo zar russo
• – Redazione
E se proprio dovessimo comunque definirla dovremmo chiamarla ‘coercizione cosciente’ perché imposta da fattori e forze esterne
• – Silvano Toppi
Una tragica, pericolosissima svolta che non può essere negata e non può essere ignorata. Intervista al filosofo americano
• – Redazione
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• – Franco Cavani
Ennesimo sgambetto al servizio pubblico radiotelevisivo: i diritti dell’hockey nelle mani dei privati
• – Redazione
Per stare dalla parte delle vittime (le donne e gli uomini che vivono nell’Ucraina invasa dalle truppe di Putin) è necessario assumere la logica binaria della guerra? O la si può contestare da fuori? Da "pacifista", Tomaso Montanari prova a dare tre risposte alla domanda: che fare ora?
• – Redazione
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• – Redazione
Il privato che sostituisce il potere pubblico: un’altra spinta neo-liberale nel progetto di trasformare la città in centro mondiale delle cripto-valute
• – Lelio Demichelis
Il leader leghista aveva dichiarato di voler andare a Kiev; ha ripiegato sulla Polonia; dove dice di voler accogliere i profughi ucraini vittime del suo amico Putin
• – Aldo Sofia
Gran bel colpo del sindaco Foletti: fare della sua città nientemeno che la capitale dei bitcoin. Paradossi e non pochi rischi, ma che importa?
• – Silvano Toppi
Come e con i suggerimenti di chi si è formata l’ideologia del nuovo zar russo
“Accusa il nemico di ciò di cui sei tu il colpevole”, è un mantra della propaganda che dopo Goebbels ha attecchito un po’ ovunque. Il Cremlino invade un paese sovrano, bombarda i suoi abitanti, infligge pene fino a 15 anni a chi diffonde presunte fake news (privando definitivamente i russi di un’informazione credibile) il suo leader assume le sembianze del “Grande dittatore” , molti dei suoi oppositori finiscono avvelenati o morti ammazzati, ma il regime nazista colpevole di genocidio sarebbe quello di un presidente ebreo eletto dalla stragrande maggioranza degli ucraini in un’elezione democratica.
L’impostura è palese, ci crede tuttalpiù qualche balordo che in una narrazione avvinazzata può così tentare di schermirsi dall’accusa di fiancheggiamento e di collaborazionismo denunciando “la guerra contro la Russia”. In realtà la visione politica di Putin affonda le radici nell’ideologia della stirpe, concetto che rimanda all’appartenenza razziale, e della supremazia culturale e antropologica del popolo russo. Il suo massimo teorico, battezzato “il Rasputin di Putin”, sia per il suo aspetto (molto simile a quello del celebre consigliere dello Zar Nicola II) sia soprattutto per l’influenza che esercita sul presidente, è Aleksandr Dugin [nell’immagine]. Seguire le idee del filosofo consente di inquadrare la politica putiniana al di là delle identificazioni vere o presunte di una personalità che presenterebbe aspetti limitrofi della follia.
Già nel 2008, durante l’aggressione russa alla Georgia, Dugin caldeggia l’annessione dell’Ucraina. Consigliere ufficiale dal 2000 di alcune esponenti del partito del presidente (Russia Unita) crea nel 1992 il partito Nazional Bolscevico il cui vessillo presenta una sovrapposizione di quello bolscevico e di quello nazista. Il cofondatore Eduard Limonov è però per Dugin troppo a sinistra, e così il filosofo, seguace del pensatore fascista Julius Evola, teorico del razzismo biologico e spirituale, dà vita a un secondo movimento ancor più marcatamente estremista, mantenendo intatto l’esplicito richiamo al nazismo (il Fronte Nazional Bolscevico).
L’influente mentore spirituale del presidente rispolvera diversi testi mistici antichi e identifica sulla base dell’Apocalisse di Giovanni l’America nell’Anticristo, la Bestia, madre di tutte le prostitute e degli obbrobri della terra. Il capitalismo e la società liberale configurano una rivolta della Terra contro il Cielo. Che alla fine però si ribellerà riportando quell’ordine e quella monarchia che correnti esoteriche intravvedono in Giove associandolo al numero 4. Da qui la “quarta teoria politica” , il suo testo più celebre, nel quale il filosofo preconizza il superamento di fascismo, comunismo e capitalismo per dare all’Eurasia (non a caso un riferimento a 1984 di Orwell, continente geopolitico che Dugin non vede in termini distopici ma come modello anti-atlantista da imitare) le caratteristiche di una patria indissolubile (narod), in cui in un’ottica “perennialista” , immutabile, si realizzerà la vera libertà dell’individuo, l’adesione antropologica alla sua stirpe o razza. Questa è la vera realtà che Comunismo e Occidente, le forze del male, occultano. Non a caso Vladimir Putin, come Dugin, celebra la tradizione zarista invocando i legami di sangue, razziali, con gli ucraini. Gli stessi che sta massacrando.
Per gentile concessione de “la Regione Ticino”
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