La peggiore batosta della SSR
Ennesimo sgambetto al servizio pubblico radiotelevisivo: i diritti dell’hockey nelle mani dei privati
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Ennesimo sgambetto al servizio pubblico radiotelevisivo: i diritti dell’hockey nelle mani dei privati
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Ennesimo sgambetto al servizio pubblico radiotelevisivo: i diritti dell’hockey nelle mani dei privati
Nel periodo elettorale i contributi di candidate e candidati sono benvenuti sulla nostra zattera secondo queste regole
Dal sito del Sindacato Svizzero dei Media (SSM)
Niente più hockey alla SSR. Dal prossimo autunno, le partite della “National League” saranno trasmesse in esclusiva, per i prossimi 5 anni, dai canali del gruppo Sunrise UPC con l’emittente pay-TV MySports e l’emittente in chiaro TV24 del gruppo CH-Media. Dunque, la National League, composta dalle società di Hockey e detentrice dei diritti televisivi, ha privilegiato i gruppi privati a scapito della televisione pubblica. Una batosta, come scrive Watson, senza precedenti nella storia della SSR che perde, oltre agli incontri, la visibilità, la pubblicità e probabilmente anche posti di lavoro. A pochi giorni dal lancio di nuova iniziativa anti SSR, questa decisione non è sicuramente un buon viatico in vista del nuovo voto popolare nel 2025.
Dopo avere perso la Champions League e i diritti sul campionato di calcio nazionale, (rimane un’unica partita a settimana) ora l’emittente di servizio pubblico deve rinunciare anche a quelli legati allo sport nazionale più amato dagli svizzeri: l’hockey. Eppure il detentore dei diritti, la National League AG, composta dalle società di disco su ghiaccio, chiedeva “solo” 4 milioni di franchi a stagione a condizione che la SSR trasmettesse anche un’ulteriore partita infrasettimanale sui canali televisivi e non solo in streaming.
Tuttavia, sempre secondo quanto scrive il portale Watson, la BUS (Business Unit Sport SSR), deputata a trattare questi contratti, ha risposto picche buttando all’aria tutto. A questo punto, la National League AG ha preferito cedere i diritti ai privati e questo per i prossimi 5 anni.
La SSR smentisce questa versione dei fatti e afferma che anzi, alla NL erano state fatte delle proposte migliorative rispetto agli accordi vigenti ma che la controparte non ne ha voluto sapere.
Insomma, le versioni divergono ma qualcosa di importante deve essere successo, altrimenti non si capisce perché i diritti dell’hockey siano finiti in blocco nelle mani dei privati: un fatto senza precedenti. C’è chi parla di arroganza da parte dei delegati della BUS SSR. C’è chi, invece, vede un ennesimo sgambetto al servizio pubblico radiotelevisivo.
Comunque, stando così le cose, la prossima stagione, le partite di hockey le potremo vedere solo pagando l’abbonamento a My Sports oppure in chiaro su TV 24 del gruppo CH Media, che però trasmette unicamente nell’area tedesca. E qui potrebbe sorgere un nuovo problema: UPC Sunrise è autorizzata a cedere i sub diritti anche ad altre emittenti fuori dall’area svizzero tedesca, compresi RTS e RSI. Tuttavia, è difficile immaginare che le consorelle SSR si mettano l’una contro l’altra. Per cui potrebbe pure finire che in Romandia e nella Svizzera italiana, le partite vengano trasmesse dai canali privati. In Ticino, sappiamo benissimo come potrebbe andare a finire.
La SSR, ancora oggi, ha lasciato intendere che non tutto è perduto. Le trattative, per trovare un compromesso, con CH Media e UPC Sunrise vanno avanti. Speriamo che si arrivi presto a qualche risultato. Quantomeno, la produzione tecnica delle partite sarà ancora garantita dalla SSR e questo, per il momento, è una garanzia per i posti di lavoro in questo settore.
Rimane il fatto che se non si trova una soluzione la SSR, oltre a perdere le partite, perderà gli introiti pubblicitari, subirà un danno di immagine e soprattutto perderà diversi posti di lavoro. Sono diversi i collaboratori della redazione sportiva di SRF, a Zurigo, che hanno già trovato o che si stanno cercando un nuovo datore di lavoro.
Inoltre, se il finale sarà quello che temiamo, questa brutta storia avrà sicuramente un importante influsso sulle scelte del pubblico quando dovrà esprimersi, pro o contro, il dimezzamento del canone SSR. E il voto del 2025 non è tanto lontano, quello del 2018 (No Billag), esattamente 4 anni fa, è solo un ricordo.
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