Due piccole idee per la propria sopravvivenza
Il Consiglio comunale di Lugano approva l'accordo coi privati sul Polo sportivo, ma è solo l'inizio
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Il Consiglio comunale di Lugano approva l'accordo coi privati sul Polo sportivo, ma è solo l'inizio
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Il Consiglio comunale di Lugano approva l'accordo coi privati sul Polo sportivo, ma è solo l'inizio
La piazzetta degli ultras rumoreggiava (con striscioni e fumogeni, ben s’intende) fuori dalla sede provvisoria delle “deliberazioni” del Consiglio comunale; è un modo ormai squallidamente classico per intimidire, questa volta accompagnato da franche minacce sui social. E ci voleva ben poco per intimidire i poveri consiglieri comunali, già intimiditi di loro, oltre tutto alle prese con le piccole ma enormi angosce personali per un’elezione imminente. Quindi, via libera corale al progetto di Cornaredo, un nuovo vulnus alla città, un piccolo scandalo per la sua palese inutilità, per i costi e per i suoi devastanti effetti sui conti, sulla progettualità luganese e sul futuro del centro “storico” (perché sì, abbiamo appena scoperto, con l’emergenza, che Lugano avrebbe anche un “centro storico”, che molti però stanno invano cercando, in uno slalom speciale in mezzo agli obbrobri di cinquant’anni di malaedilizia).
La decisione era ovvia e attesa, identica peraltro a quella (potenzialmente dannosa, ma alla fine fortunatamente inutile per intervenuto fallimento) che era stata adottata per l’aeromorto di Agno. Molto simile per almeno due motivi, entrambi riconducibili alla pochezza di tanta classe politica ticinese, che sembra sempre sopravvivere ormai solo a colpi di furbate.
Il primo, l’arma di distrazione di massa – con sprezzo dell’intelligenza della gente, si sono cercate scuse allotrie per sdoganare una decisione, i destini gloriosi della squadra di calcio locale per la surreale cementificazione di Cornaredo e la tutela dei posti di lavoro per Agno, con i politici a travestirsi malamente da tifosi (senza esserlo) o da sindacalisti (idem).
Il secondo, la fifa (nel senso di paura) – in un Cantone in perenne campagna elettorale, si è ritenuto assai furbo votare in un modo ma lasciare al popolo la patata bollente della decisione definitiva, in presenza di un referendum fatto (aerosalma) o minacciato (PSE). Sono state delegittimate o silenziate, senza troppi complimenti, le poche voci critiche all’interno dei partiti (in specie, tra i liberali); e molti si sono silenziati da soli, per il timore di una futura sconfitta e per rimanere ben tranquilli e coperti nel gruppo. Quindi, anche coloro che avversavano i progetti potranno dirsi senza colpa di fronte ai loro stakeholders, essendo i cittadini ad avere deciso.
Nell’uno e nell’altro caso, la politica ha fatto una ben magra figura, o meglio ha fatto la figura che ci attendevamo avrebbe fatto. In ogni modo, non ne pagherà il prezzo, non sia mai; con un bel sospiro di sollievo, si accoglierà la puntuale rielezione, con la solita grancassa della più stucchevole retorica, e avanti così per un’altra inutile legislatura. Ho fatto un sogno: che molti, moltissimi, alle prossime elezioni evitino la pur piccola fatica del voto, riducendo così il campo dei votanti a un asintotico minimo, e dando così agli eletti la vera misura di quella legittimazione popolare di grado zero che essi meritano con il loro comportamento di ogni giorno.
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