Fibrillazioni sulla zattera dei Naufraghi?
A proposito dell’articolo di Giusfin apparso ieri in questa sede: una replica di Aurelio Sargenti
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A proposito dell’articolo di Giusfin apparso ieri in questa sede: una replica di Aurelio Sargenti
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A proposito dell’articolo di Giusfin apparso ieri in questa sede: una replica di Aurelio Sargenti
Ma andiamo alla sostanza. L’articolista per due terzi del suo scritto etichetta la proposta politica del Movimento per il Socialismo (MPS) come «provocatoria», “velleitaria”, “donchisciottesca” e «talmente declamatoria che non contiene un solo argomento che possa essere trasformato in proposta o in azione serie». Basterebbero questi giudizi per giustificare «il secco e rapidissimo diniego ad una proposta di unità del MPS» da parte della co-presidente Laura Riget. Certo, la direzione del PS avrebbe potuto, da bravi ‘dorotei’, far finta di entrare nel merito della provocazione, temporeggiare e poi dire “no grazie” per le stesse ragioni evidenziate da Giusfin. Io, al posto loro, forse lo avrei fatto; avrei detto al duo Sergi & Pronzini di essere interessato solo per vedere lombrosianamente la loro faccia! Invece la precipitosa co-presidenza ha detto subito di no! Troppo seri questi giovani co-presidenti del PS.
E veniamo alle supposte assenze di «proposte concrete, pratiche, politicamente sostenibili»; al fatto che «si disquisisce sulle candidature piuttosto che sul cosa si intende fare». Chi segue attentamente e non superficialmente le piccole vicende politiche di casa nostra sa che è stata nominata una ‘Commissione cerca’ col compito di individuare personalità che possano interpretare bene il pensiero politico socialista e quindi figurare sulle liste del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio ad aprile 2023. Alla direzione del partito il Comitato cantonale ha poi affidato il non facile compito di cercare alleanze con altre formazioni politiche della sinistra affinché ci si possa presentare alle prossime elezioni cantonali con una lista forte e il più possibile coesa attorno a un programma condiviso. Ed è quello che sta succedendo. Purtroppo però agli organi di informazione interessano di più i nomi; i mass media sono infatti più pronti ad appassionarsi al gioco della torre, cioè a chi è buttato giù dalla torre, che ai programmi. E il giochetto è loro reso ancora più simpatico da chi ha già annunciato ai quattro venti la sua disponibilità a figurare sulla lista per l’elezione del prossimo Consiglio di Stato. Questa è la politica, bellezza! Purtroppo! Veniamo al «giochino del cerchio magico, che ha cominciato a funzionare nel 1975 quando fu lasciato a casa Pietro Martinelli, che avrebbe dovuto andare a Berna, per mandarci Carobbio».
A parte il fatto che bisognerebbe conoscere meglio la vicenda prima di pronunciare dei giudizi, mi pare che il presunto «giochino» non sia poi riuscito male, anzi! L’ articolista sig. Giusfin snocciola dati sulla presenza dei Carobbio a Berna e a Bellinzona. La storia ci dice che un politico rimane a lungo al potere sostanzialmente per tre motivi: o per un uso delittuoso del potere (clientelismo, minacce, repressioni ecc.); o per la mancanza di sostituti di pari forza, popolarità, competenza; o per la sua capacità di governare con (piena o accettabile) soddisfazione dei cittadini elettori. Prendiamo il caso dei sindaci. Giorgio Giudici (re Giorgio) è stato sindaco di Lugano per quasi 30 anni: in virtù di una perfetta organizzazione clientelare? O per mancanza di alternative? O per una libera scelta dei cittadini elettori luganesi che hanno premiato la competenza?
Werner Carobbio è stato sì a lungo in Nazionale, ma con una preparazione e una personalità che oggi sono merce rara. Pietro Martinelli ha lavorato e molto bene per tre legislature in Consiglio di Stato e ne avrebbe fatto volentieri una quarta se il partito l’avesse appoggiato (ma forse è stato giusto così, anche se si è perso non poco a livello politico, intenso come scienza del governo). La possibile candidata al prossimo Consiglio di Stato, mai nominata nell’articolo di Giusfin, cioè Marina Carobbio, ha fatto e sta facendo una carriera politica importante (dal Gran Consiglio al Nazionale – poi da lei presieduto- agli Stati) per meriti certamente suoi. Possiamo riconoscere a questi tre politici appena citati competenza, impegno, onestà ed esperienza? Direi proprio di sì! Il problema vero, ed è questa la reale colpa di tutti i partiti, è la disattenzione o negligenza nel preparare la generazione successiva di possibili politici.
Per concludere mi pare che la situazione politica attuale, non facile per non dire molto difficile, richieda l’impegno di politici competenti e di esperienza che non perseguano l’interesse personale, ma che si occupino del bene comune. Purtroppo non ne vedo molti in circolazione. E spero che i pochi superstiti (e in questo caso le poche) resistano, resistano, resistano.
La redazione precisa che immagini e didascalia sono della redazione, e non di chi ha steso l’articolo in questione. Quanto al numero di immagini disponibili online, chiunque lo può facilmente verificare
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