Guglielmo Tell, un potenziale terrorista
L’eroe della mitologia svizzera nel collimatore della legge antiterrorismo in votazione il 13 giugno
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L’eroe della mitologia svizzera nel collimatore della legge antiterrorismo in votazione il 13 giugno
La sicurezza è come la salute, per preservarla si accetta tutto o quasi. Ma siamo veramente disposti a sacrificare libertà e diritti fondamentali sull’altare delle misure di polizia contro il terrorismo sulla quale voteremo il 13 giugno? Si tratta di una legge gommapiuma, la si può interpretare in modo talmente elastico da minare le basi dello stato di diritto in nome della prevenzione. Si usano termini vaghi come… il potenziale, il supporre o l’intendere. All’articolo 23 si legge che per potenziale terrorista si intende una persona che si suppone commetterà attività terroristiche vale a dire azioni che si intendono commettere.
Viene poi pericolosamente annacquata la nozione stessa di terrorismo. Finora comprendeva l’uso di gravi violenze, adesso basta propagare paura e timore. E così gli attivisti per il clima che diffondono lo spettro della fine del mondo, possono entrare nel mirino della prevenzione contro il terrorismo. Anche l’UDC può subire la stessa sorte, basta additare i suoi manifesti o proclami che fomentano la paura degli stranieri. Non è un caso se un falco dell’UDC, come Lukas Reimann, si dissocia dal suo partito affermando che con questa legge anche Guglielmo Tell diventerebbe un potenziale terrorista. Non meno di 60 professori di diritto mettono in guardia da gravi restrizioni ai diritti fondamentali e alle libertà individuali. In effetti basta una supposizione per consentire alla polizia federale di adottare misure che vanno dalle limitazioni alle libertà di movimento fino agli arresti domiciliari.
Alcune di queste sanzioni possono colpire persino fanciulli di 12 anni. Una violazione dei diritti dell’infanzia denunciata dagli esperti delle Nazioni Unite. Un accanimento oltretutto superfluo. Già oggi sono in vigore provvedimenti penali e competenze dei servizi segreti che permettono di sanzionare atti preparatori, finanziamenti e propaganda di attività terroristiche. Misure che avrebbero permesso di intervenire contro gli attentatori a Morges e alla Manor di Lugano che hanno fatto 1 morto e due feriti. Entrambi erano già noti alla polizia, ma sono sfuggiti alle loro maglie. Il fatto è che neppure uno stato poliziesco e autoritario può garantire una sicurezza assoluta, una pia illusione cullata dal populismo politico perché fa presa sull’opinione pubblica.
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