Il Salvini disastrato e il Mattarella bis
Dopo l’increscioso spettacolo offerto dai partiti nella surreale gara al Quirinale; crisi, paralisi e auto-commissariamento della politica italiana
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Dopo l’increscioso spettacolo offerto dai partiti nella surreale gara al Quirinale; crisi, paralisi e auto-commissariamento della politica italiana
• – Aldo Sofia
Alla vigilia del secondo turno delle amministrative, stanchezza e spaesamento dell'elettorato italiano nella lettura di Gad Lerner
• – Aldo Sofia
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Votiamo sì soprattutto per salvare il giornalismo locale indipendente e le nuove voci digitali
• – Natasha Fioretti
Si è definito «messaggero imperfetto» della lotta al climate change, ma nonostante il suo nome ingombrante ha un ruolo imprescindibile, a metà strada tra l’influencer e il tecnico dei cambiamenti climatici
• – Redazione
La tattica del salame: la teorizzò un leader del blocco comunista, oggi serve alla destra borghese elvetica per favorire la decrescita fiscale di chi possiede di più: occhio dunque alla prossima votazione
• – Federico Franchini
In quale altro modo affrontare il cambiamento, se non attraverso la ricerca e la sperimentazione?
• – Rocco Bianchi
«Noi afghane abbiamo perso, hanno ucciso il nostro pensiero»
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Le carte custodite negli archivi e la memoria degli ultimi sopravvissuti svelano drammi che altrimenti sarebbero caduti nell’oblio
• – Redazione
Dopo l’increscioso spettacolo offerto dai partiti nella surreale gara al Quirinale; crisi, paralisi e auto-commissariamento della politica italiana
Così come è stata di nuovo incenerita la credibilità di gran parte di leader ostinati nella loro incapacità, cristallizzati nella loro crisi, che si rinnova come disfacimento di un intero sistema. Non è dunque vero, come affermato da sfiancati analisti da giorni impegnati negli affollati studi televisivi con ragionamenti e previsioni spesso campati in aria, che il colpo di scena di ieri sera sia un semplice ritorno alla casella di partenza: lo stesso premier, lo stesso capo dello Stato. Ciò che è andato in scena è una lacerazione ulteriore e trasversale del tessuto partitico, con accresciuto allontanamento di un corpo elettorale che con l’astensionismo record ha già segnalato il suo distacco e la sua insofferenza. Si sono scavati nuovi fossati fra i contrapposti schieramenti, ma soprattutto all’interno degli schieramenti. Mentre continua il volontario commissariamento dei partiti.
Ci voleva il ‘tocco magico’ di uno come Matteo Salvini per provocare tante macerie. Ha guidato i giochi, accettato l’inverosimile, inutile, paralizzante sfida di Berlusconi, tessuto spavaldamente una disordinata e incoerente rete di contatti e improbabili complicità. Così, con abilità senza pari, ha sfasciato tutto quanto poteva sfasciare. Anche l’alleanza di centro-destra, già in conflitto sottotraccia, e che, dice la sua perfida alleata interna, Giorgia Meloni, ‘adesso non esiste più’ e ‘deve essere rifondata’. Ha proposto, come un disordinato e incoerente rabdomante, una sfilza di candidature, mandandole tutte al massacro, comprese quelle della seconda carica dello Stato (Casellati, la presidente del Senato) e della Belloni (capo dei servizi segreti, un’idea “alla congolese”, da sottosviluppo democratico); ha pensato di scrollarsi di dosso la figuraccia del Papeete (i ‘pieni poteri’ chiesti in bermuda agli italiani dal litorale adriatico) e di profilarsi come uomo forte dell’italica politica, una spalla sopra l’ex presidente della BCE, e si ritrova rimpicciolito anche dalla tempesta in casa leghista, con le minacciate dimissioni del numero due Giancarlo Giorgetti, l’uomo più ascoltato dalla base imprenditoriale del Nord. Un disastro. E punto più basso del populismo-sovranismo.
Né molto meglio ne esce Giuseppe Conte, leader presunto di un movimento pentastellato sempre più diviso e rissoso, disorientato e ‘tetanizzato’ dal timore di quasi scomparire dopo essere stato (e ancora essere) la forza maggioritaria in quel Parlamento che doveva aprire “come una scatoletta di tonno” e in cui si è invece progressivamente accomodato. In questa palude interna, Conte, l’ex premier trasformista, buono ‘per tutte le stagioni’, ha tentato il suo colpo di mano: affiancando il leader leghista, imponendosi come co-protagonista di manovre improbabili, sperando di potersi infine liberare dei concorrenti interni, per imporsi alla guida dei Cinque Stelle; e finendo in vece per aumentarne il caos, irritare un Beppe Grillo senza arte né parte, e mettere in condizione il suo vero competitor, Di Maio, di poter affermare con serietà e sicumera che nel movimento ci vorrà una resa dei conti, che lui chiama ‘necessario chiarimento”.
Figuraccia e tensioni pentastellate che complicano la missione di Enrico Letta, il quale ha rischiosamente arruolato i grillini nel centro-sinistra pur sapendo quanta destra c’è nel movimento, e quanta inaffidabilità. Conte ha giocato la sua partita personale, non quella di una coalizione che non c’è. Anche se è pur vero che un afono leader del PD (silente, nessun nome di candidati, tatticamente dispostosi in una sorta di catenaccio), si è mosso con una certa abilità per conseguire i suoi obiettivi: mantenere Draghi in posizione prevalente, impedire che sul colle più alto della politica italiana salisse un esponente della destra, e non un ‘super partes’. Ha capito in fretta quale fosse la tattica migliore: lasciare che Salvini combinasse tutto da solo, anche la sua personale sconfitta. Ma ora a Letta rimane l’enigma Conte, e l’enigma Cinque stelle. Non è cosa di poco conto.
I veri, forse unici, vincitori stanno comunque fuori dal paese. Sono i mercati e l’alta finanza; sono i i silenziosi moniti di Bruxelles, dove si decide il destino dei numerosi miliardi del piano di rilancio e ricostruzione europea. Potenti e risolutivi convitati di pietra. Stabilità e continuità chiedevano. E non potevano non ottenere.
Nell’immagine: la prima pagina de il manifesto
La più bella donna del globo è nicaraguense e la sua vittoria ha dato il via ad una serie di eventi drammatici e contraddittori, inimmaginabili anche in un Paese abituato al...
Se ti piace quello che facciamo dacci una mano a continuare anche nel 2024 – Clicca qui per sapere come Stampa / Pdf Stampa / Pdf