Il viaggio blindato di Zelensky negli USA e il deserto negoziale
“Standing ovation” al Congresso, e missili Patriot per Kiev: il costo della guerra che continuerà senza il minimo spiraglio di dialogo
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
“Standing ovation” al Congresso, e missili Patriot per Kiev: il costo della guerra che continuerà senza il minimo spiraglio di dialogo
• – Aldo Sofia
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
L'ex consigliere nazionale, già presidente del PLR, con altri liberali difende la scelta della candidata socialista di non lasciare Berna prima del voto cantonale
• – Aldo Sofia
Ragazzina di 14 anni violentata e uccisa dai pasdaran, si era tolta il velo in classe come segno di protesta - Il commento di Mattia Feltri da "La Stampa"
• – Redazione
Bersaglio continuo il mondo femminile e il corpo delle donne. Porte degli atenei chiuse alle studentesse, ultimo passo della fanatica regressione imposta dai Talebani
• – Aldo Sofia
Vicende di gas liquido e di rigassificatori che consumano ed inquinano
• – Silvano Toppi
Quel che vale nei rapporti con la Russia di Putin dovrebbe estendersi anche ai rapporti con il governo iraniano. O no?
• – Redazione
Due contributi per ricordare lo studioso di ispirazione marxista
• – Redazione
La stranezza di alcuni concorsi
• – Andrea Ghiringhelli
Una vicenda giudiziaria che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella lotta contro il denaro sporco
• – Federico Franchini
“Standing ovation” al Congresso, e missili Patriot per Kiev: il costo della guerra che continuerà senza il minimo spiraglio di dialogo
L’intero Congresso gli ha attribuito una corale standing ovation, democratici e repubblicani per una volta uniti, e già sul piano simbolico s’è trattato di un successo politico per Zelensky. Si sa che il principale timore del leader ucraino è stato, e forse ancora è, che il principale alleato e di gran lunga maggiore fornitore di armamenti a Kiev potesse allentare il suo appoggio dopo una eventuale sconfitta di Joe Biden nelle recenti Mid Term Elections: con la prospettiva di un ritorno al potere di Donald Trump, che all’inizio del conflitto definì “geniale” la decisione di Putin, al quale non ha mai risparmiato il suo pubblico (e ricambiato) apprezzamento. Anche qui, previsioni smentite. Biden non ha vinto ma nemmeno ha perso il test elettorale, soprattutto ha mantenuto la maggioranza al Senato, e non pochi candidati sponsorizzati dal ‘tycoon’ ci hanno lasciato le penne. Questo ha sicuramente reso più agevole la decisione della Casa Bianca di mettere a disposizione dell’Ucraina altri 45 miliardi di dollari (che si aggiungo al pacchetto di 40 miliardi già varato in maggio), e soprattutto i missili ‘Patriot’, ritenuti indispensabili per contrastare (abbattendo i missili nemici) i pesanti bombardamenti russi soprattutto contro centrali elettriche e abitazioni civili, con cui Mosca vuole mettere in ginocchio la resistenza dell’Ucraina, paese indipendente che l’autocrate avrebbe voluto (ma ora non ne parla più) ripulire da “una banda di nazisti e drogati”.
A conferma, come è stato scritto, che “Zelensky ha le mani sul volante, ma è Biden a controllare freni e acceleratore”. Dunque, il primo viaggio all’estero del presidente ucraino in guerra non poteva che essere negli Usa. Dall’inizio dell’invasione (dati di fine novembre dell’ “Institute for the world economy”, con sede in Germania) gli Stati Uniti hanno stanziato armi per quasi 23 miliardi contro i 3 dell’Unione europea, i 4 della Gran Bretagna, i 2,4 della Germania, i 470 milioni della Francia e i 310 dell’Italia. Anche se è vero che, per sostegno umanitario ed economico, l’UE ha staccato un assegno di 52 miliardi di euro contro i 48 miliardi dell’America (ma prima dell’ultimo recentissimo pacchetto votato dal parlamento di Washington).
Cifre folli. Che continueranno a crescere, visto che non si riesce nemmeno a intravedere la possibilità di una tregua, tanto sono distanti e contrapposte le richieste delle parti per avviare una trattativa di pace: ‘ritiro militare russo dalle regioni annesse’ per Kiev (sostenuta dall’Occidente), ‘mantenimento per sempre degli Oblast finora conquistati’ per Mosca. Peggio di un vicolo cieco. E se da una parte si ricorre ai Patriot, dall’altra si preannuncia il reclutamento complessivo di un milione e mezzo di soldati da inviare al fronte. In mezzo, un largo e insuperabile deserto negoziale.
E se c’è una constatazione amara sul ‘viaggio blindato’ del presidente ucraino è che l’occasione non sia minimamente servita ad aprire anche solo uno squarcio in questa impenetrabile cortina d’acciaio. Restano i canali comunicativi da tempo aperti, ma finora non risolutivi, fra Washington e Mosca. Davvero troppo poco per sperare nell’inizio della fine delle pretese di chi al Cremlino ha scatenato questo scenario infernale. E nemmeno è sicuro che il contemporaneo e brusco crollo del prezzo del gas sul mercato internazionale, ‘arma letale’ del presidente russo, possa indurre Putin a superare almeno in parte i suoi categorici ‘nyet’.
Anche la destra “conservatrice” è, in fondo, un prodotto dell’illuminismo, ma non certo nelle forme in cui si sta manifestando e sta dettando l’agenda politica anche nel nostro...
Viviamo fra spudoratezza, violenza, guerra, irresponsabilità, cinismo, disumanità, ecocidio, arroganza, sfruttamento, e in qualche modo ne siamo complici anestetizzati