La morale della tavola
Quando prendere un granchio diventa la soluzione. In cucina
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Quando prendere un granchio diventa la soluzione. In cucina
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Di Marco Belpoliti, La Repubblica
È arrivato il mostro. Si chiama Callinectes Sapidus, un crostaceo presente nell’Atlantico del Nord, appartenente alla famiglia dei Portunidi, che divora anguille, mitili, orate e spigole da allevamento. L’allarme l’hanno dato gli allevatori di cozze e di altre specie animali marine che il Granchio blu, nome più friendly, divora in gran copia così da causare danni rilevanti a pescatori e coltivatori di mare.
Il ministro della Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha già infilato nel Decreto-Tutti-Frutti un aiuto di 2,9 milioni di euro dopo aver parlato con i pescatori di Porto Tolle nel Polesine. Forse come il suo collega delle Infrastrutture, Matteo Salvini, avrà assunto nuovi consulenti per trovare una soluzione al problema dello sterminio attuato dal Mostro Callinectes, quando bastava tradurre il secondo termine del suo nome scientifico, Sapidus, che viene dal latino, come l’ha fissato Linneo nel Settecento: gustoso. Ovvero buono da mangiare. Era sufficiente consultare la corrispettiva voce Wikipedia per sapere che nella Baia di Chesapeake, negli Stati Uniti, da tempo il granchio in questione viene cucinato e portato in tavola — è buono come l’astice — tanto che in Maryland e Virginia c’è già il divieto di pescare esemplari di diametro inferiore ai 14 centimetri.
Insomma, la ricetta all’italiana, cominciata a macchia di leopardo tra Adriatico e Tirreno, è quella di catturare il Granchio blu e di servirlo in tavola come hanno fatto alla Festa dell’Unità di Argenta. Forse i ristoratori non hanno, come Lollobrigida, letto la voce Wikipedia, ma si sono basati sul motto di Alberto Sordi: “m’hai provocato e io ti distruggo, io me te magno”, rivolto al maccarone in Un americano a Roma. Lo spirito italiano dell’adattamento ha ancora una volta trionfato alla faccia del ministro interventista che porta soccorso — giustamente — ai coltivatori di mitili e pesci, mentre la risposta gustosa è già a portata di mano. Proviamo a mangiarlo, si saranno detti in Veneto come in Toscana, e vediamo cosa succede. L’etica culinaria vuole che, nei limiti dettati dal tabù del cannibalismo, ogni essere vivente sul Pianeta è soggetto alle inesorabili leggi del cotto e del crudo, così sapientemente definite dall’antropologo Lévi-Strauss nell’opera omonima.
Il granchio dal suggestivo nome Blu, avvistato nel 1947 nell’Egeo e nel 1949 a Grado, trasportato dalle acque di zavorra dalle navi intercontinentali, è avvertito: da cacciatore si trasforma in specie cacciata. La catena alimentare l’ha reso mangiabile a chi — l’essere umano — sta, almeno per ora, in cima a questa sequenza di sostanze edibili. La cucina, come si sa, è un laboratorio sperimentale senza soste o pause e i nostri progenitori si sono ingegnati nelle varie fasi dell’evoluzione a trovare alimenti in ogni luogo, mare compreso. Bolliti in acqua, aceto e varie misture di erbe aromatiche — come ci informano da Nord a Sud e da Est a Ovest, i sagaci ristoratori italiani censiti in due o tre giorni dai curiosi giornalisti di varie testate, compresa Repubblica — gli esemplari di Callinectes Sapidus giungono sulle tavole e spuntano, come a Sabaudia, prezzi da pesci pregiati, fino a 50 euro al chilogrammo.
Specie aliene, marziani e abitanti di lontane galassie sono avvisati, avventurarsi dalle nostre parti potrebbe essere rischioso come i romanzi di fantascienza hanno già evidenziato: si può finire mangiati. O come spiega il pamphlet di Jonathan Swift, Una modesta proposta (1729), in cui si proponeva di superare la sovrappopolazione dei cattolici irlandesi ingrassando i loro bambini poveri per darli in pasto ai ricchi protestanti locali e inglesi. Per fortuna di Lollobrigida non esistono più i comunisti che mangiano i bambini, come sostenuto dalla propaganda di destra decenni fa. Forse lui non lo sa, ma i comunisti non ci sono più, si sono estinti. Lo dice, o lo dirà, qualche voce di Wikipedia che il titolare della Sovranità alimentare potrà facilmente consultare in rete. Buona estate caro vecchio Granchio blu.
Nell’immagine: un piatto a base di granchio blu (cuocendo diventa arancione) in un ristorante di Venezia
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