L’accordo della discordia
Quando la sovranità viene strumentalizzata dalla politica
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Quando la sovranità viene strumentalizzata dalla politica
• – Daniele Piazza
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• – Fulvio Poletti
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• – Marco Züblin
Da ieri ci sarebbe anche una “variante svizzera”. Ma a preoccupare è soprattutto la cosiddetta “variante indiana”
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• – Libano Zanolari
L'ipotesi di una 'tassa di solidarietà' transitoria per affrontare la crisi economica da Covid-19
• – Aldo Sofia
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• – Aldo Sofia
“Le nostre divergenze con l’Unione europea sono sostanziali” – Guy Parmelin
“Le richieste svizzere sono inaccettabili” – Portavoce di von der Leyen.
Le relazioni fra Berna e Bruxelles si sono arenate. Eppure la Svizzera condivide gli stessi valori ideali e democratici con l’Unione europea che è poi il nostro principale partner economico e commerciale. Un clima di sfiducia che impedisce di confrontarsi a viso aperto e di risolvere i propri problemi. Vi è un’ostilità di principio camuffata dietro il paravento della sovranità, un concetto sbandierato in funzione degli opportunismi politici.
Una nozione a geometria variabile come spiega l’ex consigliere federale del PLR, Pascal Couchepin. “Certo la sovranità è importante – dice – ma nessuno ha versato una lacrima sulla nostra sovranità quando gli Stati Uniti hanno costretto la Svizzera ad abbandonare il segreto bancario. Lo si è accettato senza batter ciglio. Dall’Europa invece vogliamo tutto – prosegue Couchepin – e se non lo riceviamo gridiamo all’imperialismo di una potenza ostile”. Una disparità di trattamento che emerge anche nei rapporti con la Cina.
Le critiche alle violazioni dei diritti umani in Cina sono fuori luogo, secondo i falchi dell’UDC. Sono persino contrarie alla neutralità elvetica ha scritto con un’incredibile faccia tosta il deputato dell’UDC Roger Köppel. Dal canto suo Magdalena Martullo-Blocher ha affermato che la Cina ha “il governo più competente al mondo”. Chiude gli occhi sul brutale apparato oppressivo a Hongkong, in Tibet e contro gli Uiguri. Se ha dei sentimenti di compassione non è per le vittime della dittatura cinese, bensì per i cittadini europei. “A cosa servono le loro democrazie – ironizza – se fanno promesse finanziariamente proibitive”.
Una tale esasperata ostilità avvelena le relazioni con l’Unione europea e in definitiva ostacola la ricerca di soluzioni e compromessi nell’interesse di entrambe le parti. “Certo perdiamo un po’ della nostra sovranità, osserva Pascal Couchepin, ma non è granché, è accettabile, in cambio possiamo mantenere il nostro benessere che dipende da buone e stabili relazioni con l’Unione europea”.
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