Un mare di mostruosa indifferenza
Nessuna assunzione di responsabilità da parte del “primo mondo”; e poi, dove sono i cattolici?
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Nessuna assunzione di responsabilità da parte del “primo mondo”; e poi, dove sono i cattolici?
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Nessuna assunzione di responsabilità da parte del “primo mondo”; e poi, dove sono i cattolici?
Ho un difetto piuttosto grave, soprattutto per me e per la mia serenità quotidiana: ho una memoria che funziona. Così, alla notizia dell’ennesima mattanza di migranti, mi viene in mente quella volta (2013) in cui i morti furono trecento, al largo di Lampedusa. In quell’occasione, un anziano notista del Corriere e già capo dell’attualità RSI aveva pensato di poter contestare ogni responsabilità (anche morale) in capo ai benpensanti come lui, e in generale al “primo mondo”. E anche adesso, c’è la rincorsa un po’ oscena all’autoassoluzione, la colpa essendo solo di altri; dei paesi di origine incapaci di trovare pace, dei passatori voraci e senza cuore, delle ong che stimolerebbero la migrazione e, magari, anche dei morti (che se fossero stati a casa loro…); ma per noi, nessuna responsabilità e nemmeno un problema di coscienza, ci mancherebbe altro.
A differenza del mondo cattolico – e a differenza dei suoi salmodianti soldatini, come appunto il notista di cui sopra – a me non vengono in soccorso preci né confessionali, nessun dio infinitamente misericordioso che tutto perdona, tutto monda e tutto sana; e questo tripudio autoassolutorio non mi consola neanche un po’. E così torno a guardare indietro, alla storia del continente africano, allo schiavismo, al colonialismo e a tutto quel vorace depredare che i bisnonni, nonni (e padri) di coloro che adesso si chiamano fuori, e a quanto questa arrogante e criminosa azione di secoli abbia contribuito al nostro benessere e abbia, di converso, ritardato o spezzato quello altrui; e, passando alla cronaca, a quanto si continua a fare, impietosamente, in quei paesi per glorificare – per globalizzazione informativa interposta – i valori, il benessere e i successi della nostra gloriosa società mercantile.
Da laico, e maledettamente insonne dopo notizie come queste, penso: non abbiamo altro da dire a questi disperati, se non che non si faccia appello alle nostre coscienze? che non è colpa nostra se ora essi giacciono sotto montagne d’acqua, o galleggino a faccia in giù appesi a un inutile salvagente? che, al di là di muri, di navi da guerra e di gulag libici nulla si può fare per mettere fine a questa situazione intollerabile? A difetto di soluzioni, davanti a questi corpi mi aspetterei almeno di sentire che, per nostra insensibilità ed egoismo, è colpa molto nostra, della nostra storia e della nostra attualità, se essi hanno percorso una drammatica via crucis che non li ha condotti altrove se non in una tomba d’acqua.
Non mi sento molto bene di fronte a queste vittime della modernità; ma sicuramente è un problema solo mio, e comunque non di coloro che passano la domenica a lustrarsi la coscienza con gli alti valori del cristianesimo, e il resto della settimana a dimenticarsene.
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