Le accise e i voti facili
A proposito della politica che accarezza gli elettori con iniziative e posizioni che vanno sempre da una parte sola, quella dell’indebolimento finanziario dello Stato
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A proposito della politica che accarezza gli elettori con iniziative e posizioni che vanno sempre da una parte sola, quella dell’indebolimento finanziario dello Stato
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La sempre più ingorda Unione Democratica di Centro, meglio nota come UDC (che se si riflettesse un momento ci si accorgerebbe che non è né democratica, né di centro), la sempre più ingorda UDC è nuovamente all’arrembaggio, alla ricerca continua di voti. Come al solito prende a pretesto una constatazione e ne fa un problema, additando poi i colpevoli secondo i propri criteri, disegni e il proprio comodo. E`così che i partiti come la Lega e la stessa UDC in Svizzera, o la Lega e FDI in Italia o il Front National in Francia, e altre forze di quel tipo un po’ ovunque, da anni oramai avvelenano il dibattito politico e indeboliscono la democrazia.
Strade e piazze, villaggi e città, nonché mezze paginate (da noi sull’accogliente Corriere del Ticino) sono addobbate da manifesti e interviste a proposito delle “tasse sul carburante”, che vanno abbassate immantinente ! La pubblicità della nuova crociata UDC, la quale non si preoccupa mai dell’impatto vero e a lungo termine che hanno le sue iniziative populiste, è supportata da una ridicola intervistucola. A rilasciarla è quel Marco Chiesa che dovrebbe rappresentare a Berna gli interessi del cantone Ticino in seno al Consiglio degli Stati: si tratta di un particolare di non poco peso, come si capirà.
Non si capisce bene se le domande siano state scritte dall’intervistato (il Chiesa, appunto) o se invece sia l’intervistatore (lo stato maggiore del partito) ad aver scritto le risposte. Probabilmente entrambe le ipotesi si tengono, con qualche propensione per la seconda… Una cosa è invece evidente, l’intervistato fa passare due messaggi alti e chiari: lo Stato è ladro, e i partiti borghesi storici (liberali e centristi) farebbero meglio, per il loro bene, ad appoggiare l’UDC. Comunque si lascia intendere che, a breve, lo dovranno fare. Staremo a vedere.
In tutti i paesi del mondo, chi più chi meno, le accise sui carburanti sono una fonte importante e, finora, indispensabile di entrate per lo Stato. Alcuni paesi, in questo momento “complicato”, le hanno alleggerite senza cercare alternative, altri le hanno mantenute cercando e trovando mezzi di aiuto per i più colpiti dal rialzo dei prezzi. In questo contesto generale, è un gioco da ragazzi approfittare dell’occasione e gridare allo scandalo: è semplice, di facile comprensione, di sicuro impatto, e richiede molte meno energie della ricerca di soluzioni intelligenti e mirate. E, come si diceva e come si sa, tutto questo “fa voti”. Uno più uno fa due, ed ecco che la campagna è bell’e pronta: lo Stato “preleva più di 90 cts al litro dalle tasche di noi automobilisti”, ma adesso basta ! Ci pensiamo noi dell’UDC a proteggere i cittadini da quei lestofanti che siedono a Berna: la solita storiella che, purtroppo, funziona sempre almeno per più di un terzo dei votanti.
Se l’UDC fosse un partito che avesse veramente a cuore gli interessi dei cittadini, di tutti i cittadini, farebbe un discorso serio e veramente democratico, a favore della comunità, della giustizia sociale, del tipo: “sappiamo che esiste un problema legato al prezzo dei carburanti, ma le conseguenze non vanno generalizzate e, se del caso, gli aiuti vanno mirati”. Anche perché ridurre le accise significa in ogni caso indebolire lo Stato in un momento particolarmente delicato. Significa avere meno risorse per aiutare coloro i quali soffrono davvero della situazione, e sono tanti: i periferici, i poveri (sempre più numerosi), i precari; ma anche la scuola soffre, anche la cultura ha problemi, anche la ricerca ha bisogno sempre più di risorse, i servizi pubblici di sussidi, come le misure contro l’inquinamento, e così via. Ma, evidentemente, di tutto questo il Chiesa non parla, così come non parla della pesantissima responsabilità di coloro che forniscono e distribuiscono i carburanti, che incassano sempre più montagne di soldi (e i loro azionisti di dividendi). Così come non parla, il Chiesa, delle misure che si potrebbero adottare per diminuire la velocità, il traffico e di conseguenza il consumo dei carburanti: ma si sa che l’UDC può contare su grossi sponsor legati all’auto … Quante misure mirate occorrerebbe invece prendere per ovviare alle disuguaglianze di fronte alle crisi, per chi non può godere di trasporti pubblici, per chi vede diminuire mese dopo mese il proprio potere d’acquisto!
Quanti ticinesi soffrirebbero, direttamente e indirettamente, della diminuzione delle accise – quindi degli auiti che vengono da Berna- nella loro vita quotidiana o nei servizi dei quali godono oggi ? Il Governo ticinese e il Gran consiglio sono d’accordo con l’UDC ? Se così non fosse, cosa ci fa a Berna il signor Marco Chiesa ? Non farebbe meglio a scegliere di fare il presidente del suo partito e lasciare ad altri la rappresentanza degli interessi di tutta la popolazione ticinese (perché di quello è stato investito e non di rappresentare gli interessi dell’UDC) ? E ancora: perché i partiti storici ticinesi non si ribellano di fronte a questa situazione ambigua ? Perché la sinistra non si fa sentire? Dove sta il Consiglio di Stato? Ci si rende conto che meno accise significherebbero meno aiuti da Berna? Tutte domande accademiche, perché la maggioranza politica a Bellinzona e a Berna, in questo periodo storico, oggettivamente vuole l’indebolimento dello Stato e ci scommette sopra attraverso continue richieste di riduzioni di imposte e di tasse, eludendo al contrario -per esempio- quelle sul capitale e sulla finanza, che invece porterebbero un pochino di giustizia sociale e un poco di ossigeno ad un Paese che non si è ancora accorto che ne avrà bisogno prima di quanto non si creda. Ma quant’è più facile, e quanto più vantaggioso, accarezzare il cane dalla parte del pelo!
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