Le lezioni dimenticate della nuova sinistra degli anni ‘70
Domani una serata su passato e possibile futuro della nuova sinistra ticinese - di Damiano Bardelli
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Domani una serata su passato e possibile futuro della nuova sinistra ticinese - di Damiano Bardelli
• – Redazione
Il Parlamento, considerando gravi allo stesso livello tutti i casi di possibile violazione della privacy, limita di fatto la libertà di indagine
• – Franco Cavani
Perché la lotta per la democrazia è essenziale anche per la lotta contro la guerra
• – Paolo Favilli
Sulla Piazza Rossa l’intervento di un leader che non può perdere la guerra ma non riesce a vincerla
• – Redazione
Anche dopo l’eccellente discorso di commiato dell’ex rettore Boas Erez, gli interrogativi restano: anzi, si rafforzano - Di Benedetto Antonini
• – Redazione
L’economista della Columbia University: «Gli Stati Uniti sono più riluttanti della Russia nella ricerca di una pace negoziata. Negli anni Novanta l’America sbagliò a negare gli aiuti a Mosca, la responsabilità fu di Bush padre e di Clinton»
• – Redazione
Non ha nemmeno risposto alla richiesta del pontefice di essere ricevuto al Cremlino; la diplomazia europea deve fare di più, ma i tempi li impone la Russia in base alle sue convenienze
• – Aldo Sofia
L’ultimo discorso di Boas Erez e il futuro dell’USI
• – Pietro Montorfani
Filippine al voto: la corruzione dell’ecosistema informativo per Maria Ressa, Premio Nobel per la pace, e CEO di “Rappler”, è una delle più grandi crisi del nostro tempo
• – Loretta Dalpozzo
La crisi spinge verso nuovi scenari: progetti per una 'mondializzazione' divisa per aree geografiche compatte culturalmente ed economicamente; i vantaggi ma anche il rischio di ripetere gli errori della mancata governance politica del fenomeno
• – Aldo Sofia
Domani una serata su passato e possibile futuro della nuova sinistra ticinese - di Damiano Bardelli
A volte bisogna prendersi il tempo di capire da dove si è venuti prima di decidere dove si vuole andare, soprattutto quando ci si sente smarriti e si ha l’impressione di non avere punti di riferimento a cui aggrapparsi per ritrovare la strada. Oltre che per l’escursionista, questa massima vale naturalmente anche per la sinistra, che da alcuni anni a questa parte vive un periodo di difficoltà, in Ticino come altrove.
Non si tratta del primo periodo di smarrimento della sinistra ticinese: all’inizio degli anni ’60, in particolare, il Partito Socialista Ticinese dimostrava un chiaro affaticamento, logorato dall’interminabile esperienza di governo del “Padredeterno” Guglielmo Canevascini e dalla datata (per quanto proficua) “intesa di sinistra” con i radicali, mentre i comunisti del Partito Operaio e Contadino Ticinese erano fossilizzati sulle posizioni ufficiali dell’Unione Sovietica e ridotti a minoranza irrilevante. Agli occhi delle nuove generazioni, entrambi sembravano incapaci di rispondere alle loro aspirazioni di cambiamento. In quel contesto, un giovane intellettuale militante del PST, Guido Pedroli, sentì l’urgenza d’incentivare il rinnovamento del suo partito attraverso lo studio critico della storia di quest’ultimo, sfociata in un saggio di grande valore e indubbia attualità, Il socialismo nella Svizzera italiana, pubblicato postumo nel 1963.
La pubblicazione di questo saggio non portò al rinnovamento del PST auspicato da Pedroli, ma fu seguita da un periodo di effervescenza politica e culturale sospinto appunto dalle giovani generazioni. Come il resto d’Europa e gli Stati Uniti, anche il piccolo Ticino conobbe così un vivace rinnovamento della sinistra nel decennio intercorso tra il ’68 e la fine degli anni ’70. Le nuove forme di lotta e organizzazione nate durante questo periodo, dal Movimento Giovanile Progressista al Partito Socialista Autonomo, segnarono profondamente la sinistra ticinese, cambiandone il corso e dandole un’identità che riecheggia ancora oggi.
Come Guido Pedroli, anche il ForumAlternativo ha sentito l’urgenza di fare una storia critica della sinistra ticinese, in particolare dell’esperienza della Nuova sinistra ticinese degli anni ‘70. Oggi come allora, appare evidente che il business as usual non permetterà di risollevare le sorti della sinistra e di rispondere alle sfide esistenziali alle quali essa si trova confrontata, e in questo senso, il recente risultato delle presidenziali francesi si presenta come un monito che non può essere ignorato.
A questo scopo, abbiamo organizzato un doppio ciclo di formazione che sfocerà in una tavola rotonda conclusiva il 13 maggio, presso il Palazzo dei Congressi. In quest’occasione ripercorreremo e valuteremo l’esperienza della Nuova sinistra ticinese in compagnia di Pietro Martinelli (già Consigliere di Stato), Christian Marazzi (economista), Danilo Baratti (storico) e Tobia Bernardi (storico), persone che l’hanno vissuta in prima persona o studiata a posteriori, incrociando sguardi ed esperienze diverse attraverso le generazioni. Questo incontro, trasmesso in diretta streaming sul portale Naufraghi/e, permetterà così di riflettere sull’attualità e l’eredità di quell’esperienza, studiandone le potenzialità e i limiti, i successi e gli insuccessi, la nascita e l’evoluzione. Una tavola rotonda che non si vuole come un’“operazione nostalgia”, ma un passo fondamentale per capire chi è la sinistra oggi e sapere dove vuole andare.
Nell’immagine: Bellinzona, 22 giugno 1968 – Manifestazione per il Vietnam
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Scelte elettorali, leggi e questioni di buon senso nella decisione di Marina Carobbio di restare agli Stati fino alla probabile elezione al Consiglio di Stato - Di Andrea Manna e...