L’eredità della profondità (di Lucio)
Nel giorno degli 80 anni dalla nascita uno speciale della RSI dedicato a Lucio Dalla
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Nel giorno degli 80 anni dalla nascita uno speciale della RSI dedicato a Lucio Dalla
Ma, va detto subito, il programma, diffuso in diretta online sul sito aziendale, è stato tutto tranne che scontato e banale, ed il suo successo è stato quindi doppiamente meritato, poiché di Lucio Dalla ha proposto una rivisitazione composta da una raffica di ingredienti sorprendenti, in una miscela, equilibratissima, fatta di commenti e dialoghi con due esperti come il musicologo Paolo Jachia e il produttore Gianni Salvioni, di momenti musicali con ospiti chiamati a reinterpretare numerosi brani del cantautore bolognese ed infine di una dosatissima scelta di documenti d’archivio, tratti dal ricchissimo e straordinario serbatoio delle teche della RSI.
Ecco dunque che accanto alle esecuzioni di Andrea Mingardi o di un quartetto OSI in veste assolutamente inedita, oltre a rivisitazioni di grande originalità di brani quali “Nuvolari” (da parte di Roberta Giallo) o di “Il gigante e la bambina” (del duo Giovanni Falzone alla tromba e Nadio Marenco alla fisarmonica, semplicemente mozzafiato), si è potuto rivedere Lucio Dalla in trio, con Morandi e Guccini, cantare dal vivo una fantastica versione di “Uniti per l’Emilia”, oppure lo si è ritrovato a misurarsi con i versi di Giorgio Orelli, di cui ha tradotto in canzone due poesie nel 1991 in occasione del 700mo della Confederazione.
E a questo punto va dato atto a chi ha pensato e costruito questo programma di aver regalato al pubblico in sala (o al computer, collegato in streaming) un indiscutibile “evento” che non ha e non avrà in alcun canale italiano una simile qualità. Sì perché di qualità e spessore culturale bisogna pur parlare, anche se si tratta di una serata di musica ed intrattenimento. La RSI, con la serata “Com’è profondo Lucio”, condotta con grande mestiere e competenza da Gianluca Verga coadiuvato da Silvia Spiga, ha fornito ieri sera un’ennesima prova di come si possa fare bene un programma che combini informazioni, approfondimenti e soprattutto emozioni, quelle che solo certi repertori e certi artisti sanno dare.
E così, ancora una volta, e forse in modo mai così riuscito, uno showcase della Rsi all’Auditorio è diventato a pieno titolo un prodotto capace di qualificare l’azienda di servizio pubblico proprio in quanto tale; un’azienda con una storia, una professionalità ed una creatività che, vale la pena di ricordarlo, rappresenta uno straordinario patrimonio della nostra intera comunità, di pubblico svizzero italiano, italofono, in ascolto e disponibile verso quanto di meglio ci è venuto e ci arriva tutt’ora dalla cultura (non solo musicale e non solo leggera) d’oltre frontiera.
E allora, detto di un bellissimo momento di intrattenimento culturale offertoci dalla RSI, ecco che resta, sospesa, una domanda: ma perché non andare in onda anche televisivamente, almeno su La2?
Un programma con tutti i crismi del prodotto televisivo, in un auditorio vestito a festa non solo dalla musica proposta (in ottima qualità audio) ma anche da luci e regia, un’emissione, lo ribadiamo, che è stata di livello assoluto, perché non si è pensato di programmarla, in diretta, anche su uno dei due canali televisivi?
Perché su LA1 il sabato sera per il pubblico ci vuole il film? Perché su LA2 c’era una partita di calcio del campionato svizzero (Lucerna – Basilea, per intenderci)? Sì, certamente ci saranno state delle ragioni, saranno state fatte riflessioni e discussioni che hanno portato a scegliere la strada dell’esclusiva online. Ma insomma, c’era tutto, un programma fatto con ingredienti eccezionali di cui andava solo estesa la diffusione; e così rimane un dubbio, forse legittimo: che, sotto sotto, non si è avuto semplicemente un po’ di coraggio, la capacità e la volontà di “osare”, di rompere gli schemi ed offrire al pubblico televisivo un eccezionale prodotto targato Rete Due.
Anche questa è (o dovrebbe essere) una missione del servizio pubblico, anzi, potrebbe essere una delle carte che lo legittimi a piena ragione. Perché non volerci provare?
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