L’eredità di Jacinda Ardern
Acclamata all’estero per empatia e gentilezza, nel proprio Paese Jacinda Ardern lascia tra polemiche di genere e minacce di morte
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Acclamata all’estero per empatia e gentilezza, nel proprio Paese Jacinda Ardern lascia tra polemiche di genere e minacce di morte
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• – Redazione
Acclamata all’estero per empatia e gentilezza, nel proprio Paese Jacinda Ardern lascia tra polemiche di genere e minacce di morte
“Sbalorditivo sessismo“, “Misoginia“, “E’ una vergogna”, “Certo che le donne possono avere tutto e lo ha dimostrato!”
La BBC ha cercato di rimediare, cambiando il titolo in: “La partenza rivela pressioni uniche sui PM”, ma il dibattito era già esploso in rete e molti commentatori inferociti hanno fatto notare il contrasto con la copertura riservata ad altri leader dimissionari, come nel caso di Boris Johnson, sposato tre volte e padre di sette figli.
Secondo alcune stime, ci vorranno almeno 130 anni per raggiungere l’uguaglianza di genere in politica. Di 195 paesi nel mondo, solo 28 Stati hanno un capo di stato o di governo donna. Con le donne che rappresentano solo il 7% di tutti i leader di governo, la terza donna primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, è stata argomento di studio, durante i suoi due mandati. La percezione pubblica delle donne in politica rimane modellata da pregiudizi profondamente radicati sulle loro capacità, sulla loro resistenza e con Ardern lo si è visto fino alle sue dimissioni.
La leader neozelandese ha sempre risposto con il sorriso a domande insidiose sul tema. Lo scorso novembre, durante una conferenza stampa con la Prima Ministra finlandese Sanna Marin, un giornalista ha chiesto se le due leaders si fossero incontrate perché erano “simili per età e avevano molte cose in comune”. Ardern ha ribattuto prontamente: “Mi chiedo se qualcuno abbia mai chiesto a Barack Obama e John Key se si incontrassero perché avevano la stessa età. Ovviamente abbiamo una percentuale più alta di uomini in politica. È la realtà. Se due donne si incontrano, non è semplicemente a causa del loro genere”.
Quando in carica, Ardern era considerata una delle donne più influenti al mondo. Attraverso la sua risposta alle sparatorie di massa di Christchurch, la sua leadership dopo la mortale eruzione di un vulcano e la sua gestione della pandemia, Ardern ha dimostrato di sapere rompere il soffitto di vetro della politica e lo ha fatto più volte.
Nel 2017, all’età di 37 anni, è diventata la più giovane donna capo di governo del mondo. Tre mesi dopo, ha annunciato di essere incinta del suo primo figlio. Nel 2018, a tre mesi, la figlia Neve, è stata la prima bambina a partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite insieme alla mamma oratrice.
Ardern ha fatto notizia a livello mondiale nel 2020, presiedendo il parlamento più diversificato della Nuova Zelanda, con più della metà dei membri donne e il maggior numero di legislatori indigeni Maori.
Con empatia e spontaneità Jacinda Ardern ha saputo attrarre 1,4 milioni di seguaci nelle sue dirette su Facebook, un numero enorme per un paese che conta 5 milioni di abitanti. E’ stata capace di creare una cosiddetta relazione parasociale con i cittadini a cui spiegava regolarmente cosa stava succedendo nel Paese o perché aveva preso certe decisioni. È stata la sua semplicità a catapultarla sul palcoscenico internazionale, facendone una delle leader più popolari del pianeta tanto da parlare di “Jacindamania”.
Il passo falso della BBC e le polemiche attorno all’eterno dibattito sull’essere “donna e mamma, che lavora” hanno offuscato quello che per molti è stato invece un commiato pieno di grazia e di coraggio, come la sua leadership.
“Spero di lasciare ai neozelandesi la convinzione che si possa essere gentili, ma forti, empatici ma decisi, ottimisti, ma concentrati” ha detto Ardern “E che puoi essere il tipo di leader, che sa quando è il momento di andare”.
È l’arte della gentilezza, che Jacinda Ardern vuole lasciare in eredità. “Sii forte e sii gentile”, le parole pronunciate dopo l’annuncio del primo lockdown in Nuova Zelanda, divennero del resto una sorta di mantra.
Se inizialmente la politica anti-covid fu considerata esemplare, con il tempo le ha giocato contro, tanto che nel Paese le sue dimissioni non sono state una vera sorpresa. A livello nazionale, è diventata una figura polarizzante. La crisi immobiliare, l’aumento del costo della vita e le crescenti preoccupazioni per la criminalità la stavano mettendo in difficoltà.
Malgrado abbia lanciato una campagna globale per porre fine all’odio in rete, lei stessa era bersaglio di estremisti di destra. Secondo il Guardian le minacce contro Ardern sarebbero quasi triplicate in tre anni. Tra i suoi nemici, coloro che si oppongono alla legislazione che vieta la maggior parte delle armi in stile militare, e gli anti-vax.
Era quindi tanta la pressione su una leader, che ha trasformato il sorriso in una formula vincente per salire al potere. E proprio con un sorriso commosso si è rivolta per l’ultima volta ai giornalisti, ieri, in veste di Primo Ministro: “Sono pronta per essere molte cose. Sono pronta per essere una deputata in panchina. Sono pronta per essere una sorella e una mamma” ha concluso Jacinda Ardern, la leader gentile e forte.
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