NAUFRAGHI/E

Navigazione
  • Chi siamo
  • Sostegno
  • Contatto
  • Tutti i messaggi
  • Archivio per data

Rubriche



  • #SwissCovidFail 48
  • Balla coi lupi 21
  • Festival Diritti Umani 10
  • Il meglio letto/visto per voi 744
  • La matita nell'occhio 335
  • L’immaginario in viaggio 22
  • Macerie - Idee di democrazia 25
  • Naufragi 1428
  • Onda su onda 194
  • Ospiti e opinioni 206
  • Piazza... federale 57
  • Ricordando il Signor G 11
  • Testi e testimonianze per Giorgio Orelli 10
  • Tre domande a... 176
  • Vento dell'Est 12
  • Visti dal largo 15

Privacy


Nel nostro sito sono attivi solo i cookie tecnici necessari per il funzionamento delle pagine. Non viene effettuata nessuna profilazione, e nessuna informazione viene fornita a terzi. Gli unici dati personali memorizzati sono gli indirizzi email di chi si iscrive alla nostra newsletter.

Seguici con


Copyright © NAUFRAGHI/E. 2023 • All rights reserved.

Hydra WordPress Theme by EckoThemes.

Published with WordPress.

Dal nostro archivio

Filtra per rubrica

  • Naufragi(1428)
  • Il meglio letto/visto per voi(744)
  • La matita nell'occhio(335)
  • Ospiti e opinioni(206)
  • Onda su onda(194)
  • Tre domande a...(176)
  • Piazza... federale(57)
  • #SwissCovidFail(48)
  • Macerie - Idee di democrazia(25)
  • L’immaginario in viaggio(22)
  • Balla coi lupi(21)
  • Visti dal largo(15)
  • Vento dell'Est(12)
  • Ricordando il Signor G(11)
  • Festival Diritti Umani(10)
  • Testi e testimonianze per Giorgio Orelli(10)

Filtra per autore/trice

  • Adolfo Tomasini Adolfo Tomasini (16)
  • Alberto Cotti Alberto Cotti (10)
  • Aldo Sofia Aldo Sofia (378)
  • Alessandra Bonzi Alessandra Bonzi (1)
  • Andrea Vosti Andrea Vosti (5)
  • Andrea Moser Andrea Moser (1)
  • Andrea Ghiringhelli Andrea Ghiringhelli (11)
  • Anna Ruchat Anna Ruchat (1)
  • Antonio Ferrari Antonio Ferrari (1)
  • Antonio Prata Antonio Prata (1)
  • Aurelio Sargenti Aurelio Sargenti (5)
  • Benedetto Antonini Benedetto Antonini (3)
  • Boas Erez Boas Erez (9)
  • Bruno Giussani Bruno Giussani (4)
  • Bruno Balestra Bruno Balestra (1)
  • Bruno Storni Bruno Storni (2)
  • Carlo Lepori Carlo Lepori (1)
  • Cesare Bernasconi Cesare Bernasconi (2)
  • Christian Marazzi Christian Marazzi (23)
  • Cristian Ferretti Cristian Ferretti (1)
  • Cristina Kopreinig Guzzi Cristina Kopreinig Guzzi (2)
  • Cristina Foglia Cristina Foglia (3)
  • Daniele Piazza Daniele Piazza (56)
  • Daniele Finzi Pasca Daniele Finzi Pasca (1)
  • Daniele Dell'Agnola Daniele Dell'Agnola (1)
  • Delta Geiler Caroli Delta Geiler Caroli (7)
  • Donato Sani Donato Sani (4)
  • Eleonora Giubilei Eleonora Giubilei (10)
  • Elvira Dones Elvira Dones (1)
  • Enrico Lombardi Enrico Lombardi (213)
  • Fabio Dozio Fabio Dozio (23)
  • Fabio Merlini Fabio Merlini (6)
  • Fabio Pusterla Fabio Pusterla (2)
  • Fabio Fumagalli Fabio Fumagalli (1)
  • Fabrizio Triulzi Fabrizio Triulzi (5)
  • Fabrizio Quadranti Fabrizio Quadranti (5)
  • Federica Alziati Federica Alziati (4)
  • Federico Franchini Federico Franchini (47)
  • Filippo Rossi Filippo Rossi (3)
  • Francesca Coin Francesca Coin (1)
  • Francesco Bonsaver Francesco Bonsaver (2)
  • Françoise Gehring Françoise Gehring (3)
  • Fulvio Poletti Fulvio Poletti (4)
  • Furio Bednarz Furio Bednarz (2)
  • Gabriela Giuria Tasville Gabriela Giuria Tasville (2)
  • Gabriele Nissim Gabriele Nissim (5)
  • Giancarlo Dionisio Giancarlo Dionisio (1)
  • Gianni Beretta Gianni Beretta (32)
  • Gino Driussi Gino Driussi (4)
  • Gino Ceschina Gino Ceschina (1)
  • Giulia Petralli Giulia Petralli (2)
  • Giusfin Giusfin (10)
  • Giorgio Noseda Giorgio Noseda (3)
  • Gianluca Verga Gianluca Verga (8)
  • Ivo Silvestro Ivo Silvestro (1)
  • Jacques Pilet Jacques Pilet (4)
  • Kamran Babazadeh Kamran Babazadeh (1)
  • Katia Accossato Katia Accossato (1)
  • Lelio Demichelis Lelio Demichelis (58)
  • Libano Zanolari Libano Zanolari (50)
  • Lisa Boscolo Lisa Boscolo (1)
  • Loretta Dalpozzo Loretta Dalpozzo (29)
  • Lucia Greco Lucia Greco (5)
  • Marcello Lorrai Marcello Lorrai (7)
  • marcosteiner_marcodanna marcosteiner_marcodanna (22)
  • Marco Züblin Marco Züblin (94)
  • Marco Marcacci Marco Marcacci (1)
  • Marica Iannuzzi Marica Iannuzzi (1)
  • Redazione Redazione (1200)
  • Mario Casella Mario Casella (2)
  • Mario Conforti Mario Conforti (8)
  • Markus Krienke Markus Krienke (1)
  • Martino Rossi Martino Rossi (6)
  • Martino Giovanettina Martino Giovanettina (1)
  • Mattia Pelli Mattia Pelli (2)
  • Maurizio Corti e Enrico Lombardi Maurizio Corti e Enrico Lombardi (2)
  • Maurizio Chiaruttini Maurizio Chiaruttini (2)
  • Maurizio Corti Maurizio Corti (1)
  • Maurizio Solari Maurizio Solari (3)
  • Mauro Minoletti Mauro Minoletti (2)
  • Michele Ferrario Michele Ferrario (16)
  • Michele Realini Michele Realini (6)
  • Michel Venturelli Michel Venturelli (3)
  • Nadav Tamir Nadav Tamir (1)
  • Natasha Fioretti Natasha Fioretti (2)
  • Nelly Valsangiacomo Nelly Valsangiacomo (5)
  • Nicoletta Vallorani Nicoletta Vallorani (5)
  • Olmo Cerri Olmo Cerri (13)
  • Orazio Martinetti Orazio Martinetti (11)
  • Paola Pronini Medici Paola Pronini Medici (1)
  • Paolo Storelli Paolo Storelli (1)
  • Paolo Di Stefano Paolo Di Stefano (5)
  • Paolo Rossi Paolo Rossi (1)
  • Paolo Bernasconi Paolo Bernasconi (2)
  • Paolo Favilli Paolo Favilli (13)
  • Paolo Tognina Paolo Tognina (1)
  • Patrizio Broggi Patrizio Broggi (16)
  • Pepita Vera Conforti Pepita Vera Conforti (9)
  • Pietro De Marchi Pietro De Marchi (1)
  • Pietro Montorfani Pietro Montorfani (28)
  • Raffaele Morgantini Raffaele Morgantini (1)
  • Raffaella Carobbio Raffaella Carobbio (4)
  • Renato De Lorenzi Renato De Lorenzi (2)
  • Riccardo Fanciola Riccardo Fanciola (52)
  • Riccardo Bagnato Riccardo Bagnato (11)
  • Roberta Bernasconi Roberta Bernasconi (5)
  • Roberto Antonini Roberto Antonini (21)
  • Roberto Porta Roberto Porta (1)
  • Rocco Bianchi Rocco Bianchi (47)
  • Ruben Rossello Ruben Rossello (3)
  • Sarah Parenzo Sarah Parenzo (5)
  • Saverio Snider Saverio Snider (4)
  • Sergio Roic Sergio Roic (15)
  • Silvano Toppi Silvano Toppi (112)
  • Simona Sala Simona Sala (39)
  • Simona Ostinelli Simona Ostinelli (1)
  • Spartaco Greppi Spartaco Greppi (2)
  • Spartaco Greppi e Christian Marazzi Spartaco Greppi e Christian Marazzi (2)
  • Tommaso Soldini Tommaso Soldini (2)
  • Tullio Togni Tullio Togni (1)
  • Franco Cavani Franco Cavani (339)
  • Virginio Pedroni Virginio Pedroni (8)
  • Werner Weick Werner Weick (5)
  • Willy Baggi Willy Baggi (1)
  • Yurii Colombo Yurii Colombo (27)
Mostra tutti i messaggi
Morto Milan Kundera, scrittore tra gloria e segreti
Il meglio letto/visto per voi

Morto Milan Kundera, scrittore tra gloria e segreti

Autore del best seller internazionale "L'insostenibile leggerezza dell'essere", è morto a Parigi all'età di 94 anni. Lasciò la Cecoslovacchia nel 1975 ma durante lo stalinismo si schierò col potere

• 13 Luglio 2023 – Redazione

Qualche dubbio tra le bombe
Il meglio letto/visto per voi

Qualche dubbio tra le bombe

Fra filo – russi e filo-americani forse si dovrebbe provare ad essere filo-europei

• 13 Luglio 2023 – Redazione

I negazionisti e la scienza
Il meglio letto/visto per voi

I negazionisti e la scienza

Si muore di caldo. Non è più soltanto un modo di dire. Ci sono i dati di Nature Medicine a certificare quello che è accaduto la scorsa estate in Europa: una strage, 61 mila morti

• 13 Luglio 2023 – Redazione

Le due facce della giustizia
Naufragi

Le due facce della giustizia

Quelle tante volte in cui l’antifascismo italiano è finito sotto processo

• 12 Luglio 2023 – Werner Weick

La guerra ha perso i suoi obiettivi, ormai è venuto il tempo di trattare
Il meglio letto/visto per voi

La guerra ha perso i suoi obiettivi, ormai è venuto il tempo di trattare

Dopo oltre 500 giorni l’ecatombe di morti vede sfumare gli scopi di entrambi gli schieramenti.

• 12 Luglio 2023 – Redazione

Quando il potere delle donne crea donne di potere
Il meglio letto/visto per voi

Quando il potere delle donne crea donne di potere

Potere, privilegi, soldi, vite performanti. Si conta solo se si agisce come un uomo. È il mondo di “Sex and the City”. È il modello di Thatcher, tra le figure politiche più spietate della storia recente

• 12 Luglio 2023 – Redazione

Parità di potere
La matita nell'occhio

Parità di potere

• 12 Luglio 2023 – Franco Cavani

Linda Yaccarino, la CEO (di Twitter) che sembra non esserlo
Il meglio letto/visto per voi

Linda Yaccarino, la CEO (di Twitter) che sembra non esserlo

La donna che ha sostituito Elon Musk alla guida del social più utilizzato da politici e giornalisti è una figura evanescente, marginalizzata dall’uomo che l’ha assunta

• 12 Luglio 2023 – Redazione

Vertice Nato a Vilnius e “formula Gerusalemme”
Naufragi

Vertice Nato a Vilnius e “formula Gerusalemme”

Da oggi il summit Nato di presidenti e capi di governo dell’Alleanza. Come e fino a quando garantire il sostegno in armi al paese invaso da Putin?

• 11 Luglio 2023 – Aldo Sofia

La crisi della sinistra europea
Il meglio letto/visto per voi

La crisi della sinistra europea

Una crisi si aggira per l’Europa, la crisi della sinistra. Per uscirne, le formazioni di sinistra non possono non ripartire dal porsi con assillante preoccupazione la sfida dell’eguaglianza

• 11 Luglio 2023 – Redazione

Vai ai messaggi più recenti
Morto Milan Kundera, scrittore tra gloria e segreti
Il meglio letto/visto per voi

Morto Milan Kundera, scrittore tra gloria e segreti

Autore del best seller internazionale "L'insostenibile leggerezza dell'essere", è morto a Parigi all'età di 94 anni. Lasciò la Cecoslovacchia nel 1975 ma durante lo stalinismo si schierò col potere


Redazione
Redazione
Morto Milan Kundera, scrittore tra gloria e...
• 13 Luglio 2023 – Redazione

Di Maurizio Cecchetti, L’Avvenire

Nell’anno in cui morì Stalin – era il 1953 e la Cecoslovacchia si trovava sotto il comunismo più ferreo –, Milan Kundera diede alle stampe il suo primo libro di poesie. S’intitolava Clovìk, zahrada širá, “Uomo vasto giardino”, e raccoglieva testi scritti tra il 1949 e l’anno di pubblicazione, alcuni di timbro più polemico altri al limite del banale; il libro era l’omaggio di un giovane poeta alla figura di Stalin: «Sempre più in alto, sempre più con Stalin / dietro a lui verso il tempo futuro», recita un verso di quei componimenti. Milan Jungmann, importante critico letterario morto a Praga nel 2012, ripensando a quei tempi scrisse: «Clovìk, zahrada širá suscitò un appassionato dibattito e la terza raccolta di Kundera, Monology (1957), ebbe l’effetto di un tornado sulla letteratura ceca… Oggi – continuava Jungmann severo –, rileggendo questa poesia banale, ci meraviglieremmo che allora ci stimolasse tanto e che ci desse la sensazione magica di un’opera d’arte eccezionale. Ma dimostra solo quanto fosse penoso lo standard della poesia ceca…».

Le poesie di quegli anni, che Kundera definì l’epoca dell’Idillio, ovvero, diremmo noi, dell’infatuazione ideologica, non sono mai state tradotte, né in Francia né altrove, e Kundera ha fatto di tutto per nasconderle. Oggi che lo scrittore moravo (e non boemo, come a lungo si è ripetuto: era nato nel 1929, il 1° aprile, a Brno) è morto a Parigi all’età di 94 anni, il nascondimento e, a volte, l’ambiguità che ha caratterizzato la sua vita anche quando arrivò in Francia nel 1975 – aiutato da intellettuali cone François Furet e Pierre Nora, che gli fecero ottenere una cattedra (ed ebbe tra i suoi allievi anche Houellebecq) –, sembrano inumati per sempre dentro una sorta di stanza iperbarica dove il mondo è escluso, conta solamente l’universo fittizio che Kundera ha costruito attorno a sé, come un mausoleo, con la sua opera letteraria.

A dire il vero, fu lui a ripetere più volte che non l’autore deve trovare l’immortalità, ma la sua opera. E quando parlo di mausoleo non gioco con una metafora immaginifica, ma mi rifaccio a quel monumento a se stesso che Kundera ha costruito curando i due volumi della Pléiade che, usciti nel 2011, raccolgono le opere secondo l’autore meritevoli si sopravvivergli e, al posto di una biografia dell’autore, presenta un florilegio di citazioni tratte dai suoi libri sotto il titolo C’est l’oeuvre qui parle. Non solo scelse ciò che doveva finire nei due tomi, ma ritradusse tutto ciò che aveva scritto in ceco e riscrisse anche le traduzioni in francese che avevano eseguito altri e di cui non fu quasi mai contento. Molti hanno visto con sospetto questa operazione, ma la traduzione è un argomento fondamentale della teoria letteraria di Kundera, il quale già nel 1967, al Congresso degli scrittori cecoslovacchi, notò che «a conti fatti, le più grandi personalità letterarie del secolo precedente la Montagna Bianca erano traduttori,.. è attraverso la traduzione letteraria che i cechi hanno fondato la loro letteratura europea nella lingua ceca e che la letteratura ha formato lettori europei che leggono il ceco». La precisione lessicale come fondamento di una cultura, si potrebbe dire. Ma lo scrittore aggiune anche: «la letteratura ceca è molto poco aristocratica; è una letteratura plebea fortemente legata al suo ampio pubblico nazionale». La lingua come anima della nazione, insomma. Nel 1983, in una delle ultime interviste prima di tacere per sempre, Kundera individuò gli effetti del comunismo sovietico nella negazione della nazione attraverso l’epurazione dell’intellighenzia ceca.

Gli ultimi quindici o vent’anni di Kundera sono stati un tempo del silenzio e della misantropia. La moglie Vera, che a lungo fu la sua manager letteraria, ha spiegato questo nascondimento del marito così: «è come un vecchio indiano che teme di essere derubato della sua anima». Sull’indiscrezione dei giornalisti che facevano la posta davanti alla loro casa a Parigi per cercare di rompere quell’isolamento, parlando con la giornalista di “Le Monde” Ariane Chemin, Vera ha dichiarato: «Quei cani da fiuto dei giornalisti dovrebbero essere impiccati». Una frase che ricorda la franchezza impietosa e sferzante con cui Louis-Ferdinand Céline accoglieva i giornalisti che si recavano alla sua casa di Meudon dopo la guerra. Di fatto, Kundera ha mostrato verso i giornalisti occidentali, colpevoli secondo lui di travisare il senso delle sue parole, la stessa irritazione con cui biasimava gli spioni del regime sovietico che dal 1968 cominciarono a tenerlo d’occhio istituendo vari dossier. Così Kundera, dalla Primavera di Praga in poi, ha patito, in modo tutto sommato meno violento, ciò che altri oppositori del regime hanno pagato col carcere o con la vita, per esempio Havel e Patocka anche dopo la partenza di Kundera per la Francia.

Dopo il 1968 lo scrittore si era fatto portatore di una idea di socialismo dal volto umano. Ciò a Mosca naturalmente non piaceva. Verrà così poco alla volta privato degli incarichi universitari, i suoi libri saranno rifiutati e la moglie Vera perderà l’impiego nella tivù di Stato. Per sbarcare il lunario Milan farà anche il tassista e scriverà oroscopi sotto pseudonimo. Eppure, secondo un altro scrittore ceco oggi novantaduenne ma molto in vista all’epoca, Ivan Klima, Kundera godeva di privilegi dettati dal «suo status di enfant chéri, di figlio prediletto, del regime comunista fino al 1968».

Quando era cominciata questa liaison ideale col comunismo sovietico? A sedici anni, nel 1945, Milan legge approfonditamente Marx e due anni dopo si iscrive alla gioventù comunista. Ricordando il colpo di Stato del 1948, organizzato da Mosca, Kundera nel 1981 dirà al quotidiano “Liberation”: «anch’io esaltai la Rivoluzione». E tre anni dopo a “Le Monde des Livres” spiegherà che «il comunismo mi ha affascinato tanto quanto Stravinskij, Picasso e il surrealismo». Lungo gli anni Cinquanta, anche dopo la morte di Stalin, Kundera gode di una certa fiducia: insegna Storia della letteratura mondiale e “teoria del romanzo” alla facoltà di cinema di Praga, dove tiene anche un seminario sulla sceneggiatura. Quando nel 1963 si svolge a Praga un congresso dei critici letterari comunisti per “riabilitare” Kafka – Mosca considerò quel simposio il germe della Primavera – Kundera non sarà tra i relatori (eppure Kafka è stato uno dei capisaldi della sua teoria del romanzo), però nello stesso anno ritira il premio intestato a Klement Gottwald, il capo del comunismo ceco, esecutore zelante della ratio staliniana con purghe e assassini.

Ci sarà da fare luce su quegli anni di Kundera, che egli in tutti i modi cercò di epurare dal suo passato. Nel 2020 il critico ceco Jan Novák ha editato una monografia di 900 pagine sugli anni cechi dell’autore di L’insostenibile leggerezza dell’essere, dove, insinuando vari dubbi, scrive che negli anni 90 a Parigi Kundera si fece prestare dal suo editore, Gallimard, un tritadocumenti e «distrusse tutti i suoi manoscritti, testi inediti, tutti i radiodrammi e le sceneggiature televisive (che aveva venduto sotto il nome di qualcun altro a Praga durante la “normalizzazione” neostaliniana degli anni 70), tutti i suoi taccuini e tutta la sua corrispondenza». Il filosofo Alain Finkielkraut, un estimatore di Kundera, si dice convinto che Milan e Vera abbiano distrutto anche la corrispondenza fra di loro».

Che cosa potrà mai esserci di così imbarazzante? Nel 2008 venne alla luce un documento conservato nell’archivio dei Regimi totalitari che accusava un giovane di nome Milan Kundera di aver denunciato nel 1950 un ceco al servizio degli inglesi come spia, tale Miroslav Dvorácek. Si parlò di Kundera delatore, era vicina la Buchmesse dove si doveva presentare l’ultimo suo libro: gran clamore e sospetti a non finire. Troppi dettagli sembravano collimare, persino luogo e data di nascita del “delatore”. È l’inizio della lenta “morte” di Kundera che da allora perde di fatto anche la possibilità di ricevere un Nobel per cui era da tempo dato come papabile. Ed è l’inizio anche di un allontanamento della Francia da Kundera, in parte già iniziato con le critiche dei recensori ai suoi ultimi romanzi, dall’Identità alla Festa dell’insignificanza (Philippe Sollers scrisse che «i suoi libri ci guadagnano in traduzione»).

Di fatto Kundera ha vissuto la parte finale della sua vita come l’ebreo errante. Se nel 1977 il regime gli aveva tolto la cittadinanza, ecco però che il 28 novembre 2019 Praga gliel’ha restituita, e l’anno seguente gli ha conferito il premio Kafka. L’affaire del 2008 aveva fatto disperare i coniugi Kundera nella riconciliazione coi cechi. Gli ultimissimi anni sono stati duri per Kundera, causa anche una frattura al femore e forse una malattia. Lo scrittore è morto a Parigi ieri, dove in realtà è sempre meno amato, e non ha fatto tempo a rimpatriare, come ultimamente desiderava. La storia ha certe sue maligne fatalità.

Nell’immagine: Milan Kundera






Resta informata/o, iscriviti alla newsletter

P.f. controlla la tua casella di posta o la cartella spam e conferma la tua iscrizione

Se ti piace quello che facciamo dacci una mano a continuare – Clicca qui per sapere come

Redazione
Redazione
  • Share Article:

Dal nostro archivio

Dovremo imparare a vivere a lungo con il virus?
Il meglio letto/visto per voi

Dovremo imparare a vivere a lungo con il virus?

Secondo numerosi esperti il Covid-19 non è destinato a scomparire, ma piuttosto a manifestarsi sotto forma di ondate stagionali, e la società dovrà abituarsi

Pubblicato il 24 Dicembre 2021 – Redazione
Le nostre responsabilità
Il meglio letto/visto per voi

Le nostre responsabilità

A proposito del surriscaldamento degli oceani

Pubblicato il 7 Agosto 2023 – Redazione