Per chi suona la campagna
Iniziative, proposte, prese di posizione in prospettiva elettorale, non importa se realistiche e praticabili, basta che facciano effetto (e rumore)
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Iniziative, proposte, prese di posizione in prospettiva elettorale, non importa se realistiche e praticabili, basta che facciano effetto (e rumore)
• – Enrico Lombardi
Nell’ambito delle misure per fronteggiare l’emergenza energetica, la Svizzera dispone, fra l’altro, di un servizio federale destinato a gestire condizioni straordinarie. Ma per ora tutto è fermo.
• – Paolo Rossi
In una lettera ai collaboratori (5000 in Svizzera) c’è molto dell’idea e del futuro del lavoro nell’economia globalizzata
• – Redazione
In vista delle prossime elezioni la campagna elettorale socialista pare badare più a calcoli personalistici e di partito che non ad un cambiamento di volti e strategie per il Paese
• – Giusfin
Per ricordare il giudice Paolo Borsellino, nel trentesimo anniversario della sua tragica scomparsa
• – Enrico Lombardi
Aumenta il numero di paesi che di fronte alla guerra in Ucraina vorrebbero non schierarsi, ma lo fanno senza una prospettiva comune e a danno, per finire, del “non allineamento”
• – Redazione
L’Occidente e le sue ambigue ed equivoche risposte al sanguinario autocrate del Cremlino
• – Aldo Sofia
Anche se nell’Europa dei populisti non mancano certo i pagliacci
• – Franco Cavani
Lo afferma, in questa intervista, Massimo Filippini, professore di economia politica all’USI e al Politecnico di Zurigo
• – Enrico Lombardi
Scomparsa qualche giorno fa una delle voci più originali della poesia della Svizzera italiana
• – Enrico Lombardi
Iniziative, proposte, prese di posizione in prospettiva elettorale, non importa se realistiche e praticabili, basta che facciano effetto (e rumore)
Di quanto sta avvenendo in area rosso-verde ha scritto in questa sede Giusfin, non nascondendo certo che uno dei temi cruciali del programma politico comune dello schieramento PS-Verdi è, di fatto, la corsa alla poltrona di Consigliere di Stato, con buona pace di progetti e visioni che offrano anche qualche ipotesi di reale “alternativa”. La questione, insomma, è quella del “chi” piuttosto che quella del “cosa”, e tanti saluti al dibattito interno sulle idee di futuro.
Certo, con il passare dei mesi, quando si entrerà nel clima rovente della battaglia elettorale, sarà tutto un inneggiare a principi inalienabili, sarà tutto un fiorire di documenti ( tendenzialmente preparatori o preliminari) da enumerare ed indirizzare agli elettori per qualificare una posizione “di fondo”, nettamente distinta e opposta a quella dominante in Governo (e, aggiungiamo, parallelamente, nella principale città del Cantone). Sarà, infine, (forse) anche il momento dell’ennesimo tentativo di parlare con chi sta alla propria sinistra: le nostrane “baruffe chiozzotte” son già lì apparecchiate, dietro l’angolo.
Poi, come avviene regolarmente, si continuerà a trovarsi costretti (in nome del consociativismo) ad ingoiare rospi o addirittura, come capitato recentemente nell’”affaire PSE” a Lugano, a difendere, in modo piuttosto goffo e poco decriptabile, le posizioni degli altri (di chi mena il gesso o, a seconda, il cripto-torrone) contro le legittime perplessità del proprio schieramento in Consiglio Comunale. Non un bel vedere, diciamolo.
A sguainare le posizioni della destra, nel suo irrefrenabile afflato populista, ci pensa, abbondantemente, un domenicale sguaiato che dileggia chiunque impunemente, che trita e ritrita luoghi comuni finché “funzionano”, com’è stato il caso ancora recente del referendum sul contenimento della spesa pubblica (“Decreto Morisoli”), quello che ha rifilato un sonoro stop al fronte tassaiolo dei verdi anguria (per dirla con la greve terminologia cara alla zio Bill di Corticiasca).
Bordate roboanti sul giornale, che si affiancano alla pervicace (e per ora, sembrerebbe, anche efficace) opera di cesello degli UDC alla Pamini, l’economista esperto in pandemie, che tornerà certamente a mettersi a disposizione di un’eventuale nuova campagna degli “Amici della Costituzione” quando saremo al quarto booster per tutti (da far pagare, quello sì, allo Stato).
Intanto, lì nel mezzo, i due schieramenti “storici” del nostro Paese, danno l’idea di non saper proprio che pesci pigliare, come fossero fagocitati, nella loro attività inerziale, dentro un vortice che li risucchia, inarrestabilmente a destra. Per resistere, gli uni decidono di cambiare tutto, di dare il segno di una svolta epocale: e cambiano nome.
Così, “Il Centro” non è più quello dove pareva finito ( o stava nascosto) anche il PL(R), è tutto “democristiano”. E allora al PL(R) tocca profilarsi in altro modo, e che fa? Diventa verde, non tanto di rabbia, ma di improvvisa (e inedita) vocazione ecologista, che porta i liberali, nel giro di pochi giorni, a presentare a Lugano una propria “variante” per la passeggiata a lago di Villa Favorita (affiancando quella già presentata da PS e Verdi) e, a livello cantonale, a proporre un progetto che preveda nel giro di quattro anni la posa di pannelli fotovoltaici su tutti gli stabili pubblici, anche comunali.
Con quali soldi? Ricorrendo a quali alchimie contabili? Con un “fondo” pubblico ad hoc, naturalmente, anche se il PL(R) ha votato pochi mesi fa per il Decreto Morisoli (a differenza del “Centro”): attenzione, ha votato sì, in Gran Consiglio, per il Decreto Morisoli ma specificando senza mezzi termini, inequivocabilmente, che il contenimento della spesa va perseguito “prioritariamente” e non “esclusivamente”. Ah beh, allora è un altro paio di maniche, tutto chiaro. O no?
Non è un segreto né un mistero: il prossimo autunno sarà difficilissimo (in tutto il mondo, non solo da noi, per carità) perché ci aspettano mesi di enormi difficoltà economiche, di gestione degli approvvigionamenti energetici, di aumenti dei prezzi, forse di inflazione; dunque diminuzione del potere d’acquisto, aumento del costo della vita, per tutti. E di cosa ci si preoccuperà, lì in mezzo, guardando a destra: di continuare a non toccare i soldi di chi ne ha tanti?
Più che in campagna, meglio stare in campana. Per chi suona.
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