Perché convivere col virus fa male anche all’economia e alle libertà
Uno studio conferma: i paesi che hanno eliminato il virus ci hanno guadagnato non solo in termini di salute
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Uno studio conferma: i paesi che hanno eliminato il virus ci hanno guadagnato non solo in termini di salute
• – Riccardo Fanciola
Il vaccino più utilizzato in Ticino è abbastanza efficace contro le varianti? Spiegazioni e preoccupazioni del farmacista cantonale Giovanni Maria Zanini
• – Aldo Sofia
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Donna. Deputata. Sopravvissuta al più grande lager argentino
• – Patrizio Broggi
Una recente condanna fa riemergere antiche ferite
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
L’embargo economico sostiene e perpetua il regime, tra vittimismo e orgoglio nazionale
• – Marco Züblin
Intervista alla storica ticinese sul futuro della SSR dal sito della CORSI
• – Redazione
Dopo l’arresto a di sette ex terroristi di Lotta Continua e BR rifugiatisi in Francia da decenni e latitanti per l’Italia
• – Redazione
Da 44 anni le madri della Plaza de Mayo non cessano di gridare "Presentes!"
• – Patrizio Broggi
Uno studio conferma: i paesi che hanno eliminato il virus ci hanno guadagnato non solo in termini di salute
Ma è proprio così? Giovedì il Lancet, che è una rivista un po’ più autorevole dei bollettini e dei comunicati di EconomieSuisse e dell’Unione svizzera delle arti e mestieri, ha pubblicato uno studio che dice l’esatto contrario. Fin dal titolo: “SARS-CoV-2 elimination, not mitigation, creates best outcomes for health, the economy, and civil liberties”, ovvero l’eliminazione del coronavirus dà risultati migliori per la salute, per l’economia e per la libertà dei cittadini.
Ohibò, verrebbe da dire, se non fosse che da tempo gli economisti sono su posizioni diametralmente opposte rispetto a quanto sostengono le lobby economiche: già a metà settembre, la Task force scientifica aveva pubblicato un “policy brief” in cui spiegava che un’ampia diffusione del virus è dannosa per la salute, per la società e per l’economia. E non lo faceva per imporre la famosa “dittatura sanitaria”: tra gli autori di quel parere non vi erano solo epidemiologi, ma anche Monika Bütler, dottoressa in economia dell’Università di San Gallo. D’altronde, la controprova si è avuta nei mesi successivi, quando in Svizzera i contagi sono saliti alle stelle e il solo ramo economico ad avere prosperato è stato purtroppo quello delle pompe funebri, con settimane e settimane in cui, tra novembre e dicembre, il numero dei morti si contava a centinaia.
Ma torniamo allo studio pubblicato dal Lancet, che ha analizzato decessi, prodotto interno lordo e rigore delle misure anti-pandemiche nei paesi aderenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), mettendo a confronto quelli che hanno cercato di contenere la diffusione del virus con quelli che hanno invece optato per la sua eliminazione (Australia, Islanda, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud).
Per numero di decessi, che i secondi abbiano risultati migliori può essere ovvio, anche se le proporzioni lasciano esterrefatti: per milione di abitanti le morti per Covid sono state 25 volte inferiori!
Questa strategia ha avuto però effetti positivi anche sull’economia, e questo è meno ovvio: in media e in quasi tutto il periodo considerato la crescita del prodotto interno lordo è stata superiore nei paesi che hanno optato per l’eliminazione tanto da vederlo tornare su livelli pre-pandemici agli inizi del 2021, quando negli altri paesi segnava ancora cifre negative.
Ancor più paradossale è il fatto che le politiche di eliminazione si dimostrino vantaggiose anche per le libertà individuali: questo perché, benché richiedano misure più rigorose, permettono di tornare alla vita normale in tempi più brevi rispetto alla “lunga marcia” attraverso restrizioni e aperture che abbiamo vissuto nell’ultimo anno.
È un quadro, sottolineano gli autori, che le vaccinazioni non modificheranno, perché la storia ci insegna che i vaccini non bastano a sconfiggere un virus. Anzi, quei paesi che sceglieranno di “vivere con il virus”, come preconizzano certi ambienti, rappresenteranno un pericolo per gli altri.
Forzando un po’ la penna, ieri Watson News titolava: “La Svizzera stigmatizzata per la sua gestione disastrosa della pandemia”. Non era sicuramente quello l’obiettivo degli autori dello studio del Lancet. Ma certo qualche riflessione sulla strategia scelta dal nostro Paese si imporrebbe.
Non mi illudo che ciò succeda. Resta il fatto che altre politiche erano possibili e avrebbero probabilmente dato risultati meno disastrosi. E questa sarà un’aggravante il giorno in cui i responsabili saranno chiamati a rispondere del loro operato.
E quel giorno arriverà, ne sono certo.
Con le nuove varianti i più giovani sono colpiti in modo maggiore, in alcuni casi con conseguenze gravi
Se ti piace quello che facciamo dacci una mano a continuare anche nel 2024 – Clicca qui per sapere come Stampa / PdfÈ ormai un mese che in Svizzera il numero dei contagi...