Prime avvisaglie della terza ondata
Le cifre dei contagi tornano a salire. Basteranno vaccinazioni e test a tappeto?
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Le cifre dei contagi tornano a salire. Basteranno vaccinazioni e test a tappeto?
• – Riccardo Fanciola
PIL a picco, povertà raddoppiata. Ci mancavano solo le beghe reali
• – Aldo Sofia
Il Governo deve ritrovare la fiducia dei cittadini dopo lo smacco della votazione di domenica
• – Fabrizio Triulzi
Propaganda ideologica a pagamento sui giornali. Etica giornalistica a ramengo
• – Marco Züblin
Se vi saranno ritardi per lo stadio di calcio non sarà colpa di chi contesta questo progetto
• – Marco Züblin
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• – Rocco Bianchi
• – Franco Cavani
• – Franco Cavani
• – Franco Cavani
"Dramma della gelosia” non può più essere il titolo per un femminicidio. Anche i media devono combattere gli stereotipi di genere
• – Pepita Vera Conforti
Le cifre dei contagi tornano a salire. Basteranno vaccinazioni e test a tappeto?
Era prevedibile che gli “epidemiologi” democentristi e liberali non ci azzeccassero. E così è stato: i contagi tornano a salire. Come già avevo annotato sabato, nel mio ultimo contributo, il numero dei casi ha smesso di scendere nell’ultima decade di febbraio e dagli inizi di marzo è tornato a salire.
A preoccupare – e mi scuso se mi ripeto – è il fatto che ancor prima che si sentano gli effetti delle riaperture (come annotavo sabato, ci vogliono dieci giorni, ne risentiremo nella seconda metà di questa settimana) l’aumento sembra essere esponenziale: 88 casi in più giovedì scorso sull’arco di una settimana, 157 in più venerdì, 184 nel week-end, 248 ieri.
È deprimente, me ne rendo conto, perché tutti vorremmo metterci alle spalle il virus e le limitazioni alle quali ci ha costretti e ci costringe. Raramente, però, le cifre mentono.
E ancor più deprimente è il fatto che, dopo l’offensiva dei riapriamo-tutto-ora e dei loro numerosi rappresentanti a Berna, è difficile immaginare che il Consiglio federale torni a stringere le viti. Il rischio è perciò che si ripeta lo scenario disastroso dello scorso autunno quando il governo, come un disco rotto, ripeteva di voler aspettare per avere dati più chiari. Nonostante il fatto che, a parte democentristi e destra liberale, tutti dovrebbero ormai avere capito che il virus non aspetta affatto.
Indirettamente, la conferma viene dalla Task force scientifica che nell’aggiornamento della situazione epidemiologica pubblicato ieri non suggerisce nuove chiusure, ma si limita a sottolineare la necessità di “maggiori sforzi per ridurre ulteriormente il numero dei contagi ed evitare l’aumento dei nuovi casi”.
Accelerare le vaccinazioni e aumentare numero e frequenza dei test sono due strade percorribili per contenere il virus, indica la Task force: delle vaccinazioni tutti sappiamo che proseguono ma a un ritmo ben inferiore a quello che vorremmo; c’è da sperare perciò che i test rapidi e quelli fai da te, preannunciati venerdì scorso, possano arrivare quanto prima, anche se qualche dubbio è lecito.
Ma c’è un altro aspetto più necessario che mai, come sottolinea la Task force: fornire alla popolazione indicazioni concrete sul controllo dei contagi, con campagne mirate su come proteggere se stessi e gli altri dal virus.
Ancora, sbotterà qualcuno? È vero che da un anno ci sentiamo ripetere di tenere le distanze e lavare le mani, precauzioni alle quali – meglio tardi che mai – si è poi aggiunto l’uso della mascherina quando le distanze non possono essere mantenute.
Ma in queste raccomandazioni manca un tassello essenziale, sul quale tornerò in uno dei prossimi contributi: perché il virus circola nell’aria e di conseguenza il metro e mezzo di distanza, almeno all’interno, non ci protegge affatto. E qui di strada ce n’è da fare parecchia.
Dopo Nature, anche British Medical Journal e Lancet evidenziano che il coronavirus si trasmette per via aerea
Qualcuno di sicuro l’ha già detto, perché è una verità del signor de Lapalisse: non si può promuovere la salute pubblica senza il pubblico o, peggio ancora, contro di esso. Per...