Quale ‘libertà’ invocano no-vax e no-green pass
La parola-chiave riecheggiata nell’affollata manifestazione di Berna contro la cosiddetta ‘dittatura sanitaria’
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La parola-chiave riecheggiata nell’affollata manifestazione di Berna contro la cosiddetta ‘dittatura sanitaria’
• – Redazione
Per fare passi avanti nella prevenzione dei femminicidi occorre disinnescare alla base la cultura maschilista e patriarcale
• – Lisa Boscolo
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• – Federico Franchini
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• – Patrizio Broggi
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• – Enrico Lombardi
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• – Redazione
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• – Patrizio Broggi
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• – Franco Cavani
Mentre USA e UE cambiano rotta, in Ticino si continua con lo schema liberista del meno Stato: lo conferma la legge per la parità di bilancio approvata dal parlamento
• – Aldo Sofia
Montesquieu riteneva per esempio che “la libertà è fare ciò che le leggi permettono”. E se si tratta di cattive leggi, o di leggi imposte da un regime illiberale, hai la libertà di ribellarti, eventualmente anche con la forza? In effetti, sottolinea François Gauthier, professore all’Università di Losanna di scienze della religione, quella parola non ha senso se lasciata solo a sé stessa; e sostiene che, per avere senso, debba essere modulata su due altri valori, l’uguaglianza e la solidarietà: “Detto altrimenti, è sempre condizionata dagli obblighi sociali, al rapporto con gli altri, e alla società nel suo insieme”.
Perciò cita Jean Jacques Rousseau, il cui concetto di libertà risulta anche il più esigente: la libertà dipende dalla propria capacità di mettere da parte i propri interessi personali a beneficio del bene comune”. Siamo in sostanza alla citatissima “la mia libertà termina dove comincia la libertà dell’altro”. Ma Gauthier ricorda che anche fra i liberali più liberali, si tratti di John Stuart Mills o del libertario Ruwen Ogien, “la libertà è sempre sottomessa all’imperativo di non nuocere ad altri e se necessario di garantirgli assistenza”.
A quale libertà si riferiscono invece negazionisti del vaccino anti-Covid o della necessità del green pass (distinguerli è arduo)? Si tratta, secondo Gauthier, di un ‘anti’ che rompe con questi concetti di rispetto e bene comune che stanno (dovrebbero stare) alla base della nostra convivenza sociale, e privilegiano invece “un’idea che rivendica una scelta individuale assoluta… che si sottrae a qualsiasi obbligo verso gli altri, che annulla qualsiasi idea di bene comune, una concezione neo-liberale mutuata dalla regola economica della assoluta libertà di scelta”.
La regola teorizzata nel 1980 dall’economista Milton Friedman nel libro ‘Free to choose’, “in cui riduceva la libertà politica alla libera scelta nell’ambito del mercato”. Lo stesso Friedman che ispirò la politica di Pinochet, e che in un’intervista a “El Mercurio” giustificò la sua ammirazione per il dittatore cileno affermando di “preferire un regime anti-liberale a un regime senza liberalismo economico”. Il Friedman cattivo maestro liberista di reaganismo e thatcherismo.
Sostiene dunque l’accademico romando che ci sarebbe dunque questo presupposto anti-sociale dietro lo slogan della ‘dittatura sanitaria’ e della relativa richiesta di ‘libertà’, dietro questa spinta anti-statale, di cui l’UDC ha strumentalmente deciso di prendere la guida puntando sul suo eventuale rendiconto elettorale. Non che tutto il movimento ‘no vax / no green pass’ sia permeato del verbo politico democentrista, primanostrista e sovranista. Nel ventre di questa protesta c’è anche altro, comprese frange dell’estremo radicalismo di sinistra. Ma non può essere un caso che ovunque in Europa e del ‘mondo democratico, questa protesta abbia nella destra-destra il suo principale carburante. Come accadde tre settimane fa nella Roma messa a soqquadro dallo squadrismo neofascista. Non tutti quelli di Piazza del Popolo erano eredi di Rauti e nostalgici del duce. Ma tutta la folla applaudì i loro fanatici propositi. Stando rigorosamente sotto il palco delle parole incendiarie ed eversive.
Nessuno parla più di lotta di classe, ma non è mai finita e sono i ricchi che la stanno vincendo
Un ideale catalogo di “condizioni” per provare a sentirsi orgogliosamente “umani”