Racconto d’agosto – Il martirio di Filomena (4)
Altruismo?
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Altruismo?
• – Simona Sala
l’Iran prepara la rappresaglia per le uccisioni mirate di suoi esponenti e alleati, Israele ha già pronta la replica: il rischio più concreto di allargamento del secondo fronte di guerra
• – Aldo Sofia
Giorgia Meloni tiene aperto uno spiraglio al grande dubbio. Non rinuncia a coltivare l’ipotesi di un ribaltamento della storia, di una rilettura ideologica della vicenda nazionale. O almeno di una sterilizzazione politica e culturale della natura della Repubblica
• – Redazione
Razzisti, hooligan e teppisti stanno attaccando stranieri, musulmani e gli hotel dei richiedenti asilo. Gli scontri in seguito all’uccisione di tre bambine a Southport. Il primo ministro Starmer annulla le vacanze a causa dell’emergenza: “Ve ne pentirete amaramente”. Il racconto dei “riots” città per città
• – Redazione
Il sacrificio di Maria João
• – Simona Sala
Il documento inedito con cui il Cio ha espulso per debiti l’Iba. Il boss russo dell’organizzazione aveva guai giudiziari
• – Redazione
L’intellettuale e specialista francese di disinformazione a proposito del caso Carini: “Con l’aiuto dell’estrema destra, Mosca vuole cercare di destabilizzare Parigi 2024 con ogni mezzo”
• – Redazione
Promette di trasformare l'economia globale. Ma rappresenta anche un'enorme minaccia. Ecco perché
• – Redazione
Dov'è finita la lettera?
• – Simona Sala
La commistione tra nazione e religione voluta a suo tempo dai laici per opportunismo politico spinge sempre più il paese nelle braccia degli estremisti
• – Sarah Parenzo
Furono anni molto difficili, Professor Galvani, anche perché era praticamente impossibile uscire dalla condizione di migranti-manodopera, e si finiva sempre per elevare la comunità portoghese a proprio punto di riferimento. Feci fatica a trovare un impiego, trascorsi i primi mesi a decifrare i giornali. L’italiano lo imparai così: grazie agli annunci di lavoro e a un piccolo dizionario tascabile. Mio marito lavorava come cameriere e spesso sacrificava le vacanze per dare una mano a un suo amico che faceva il custode, senza dubbio per amicizia, ma anche per arrotondare un po’.
Finalmente riuscii anch’io a trovare un lavoro come donna delle pulizie in una scuola serale in cui lavoravano alcune connazionali. All’inizio lavoravo poche ore, sufficienti però permetterci di spostarci in un appartamento più grande e di inviare regolarmente soldi a casa. A dire il vero due anni fa avevamo già cominciato a pensare di farci raggiungere da João. Nel frattempo io ero infatti riuscita a diventare coordinatrice di un piccolo team di pulizia privato e stavo analizzando l’annuncio di una ditta che cercava una direttrice per il settore logistico-organizzativo. Mi offrivano delle ore in ufficio che mi avrebbero permesso di emanciparmi finalmente dalla schiavitù del lavoro serale.
Con mia grande sorpresa fui assunta e la nostra vita cambiò. Di colpo alla fine del mese ci avanzavano dei soldi e mio marito poté abbandonare i suoi lavoretti extra. Ci rendemmo conto di tutto quello che ci eravamo persi in quegli anni di lavoro e sacrifici: iniziammo a uscire a cena, ad acquistare dei mobili nuovi (ci eravamo sempre accontentati dell’usato), a comprarci un abito di cui non avevamo necessariamente bisogno, ma la cosa più bella fu che aumentammo considerevolmente l’importo da inviare tutti i mesi in Portogallo.
Ci scapparono così tra le mani quasi tre anni, durante i quali avremmo potuto prendere João con noi, risparmiandogli forse una bella dose di sofferenza. Avrebbe vissuto con minor dolore la morte del nonno, avrebbe avuto modo di conoscerci prima, si sarebbe integrato meglio a scuola… sono insomma mille le cose che per João sarebbero state più semplici se noi fossimo stati meno egoisti. Ma con il senno di poi, immagino che capiti anche a lei, tutto sembra più facile e scontato.
Dopo i funerali del nonno tornammo in Svizzera in tre. Ci ritrovammo a dovere ricavare in fretta e furia una stanza dal mio studio e, almeno nei primi mesi, a dovere consolare della morte del nonno e del distacco dalla nonna un figlio per molti versi a noi estraneo.
Fu in queste condizioni psicologiche che João si aggregò a una classe di ragazzini più giovani di lui nel mese di maggio, quando la scuola stava per finire. Io allora non la conoscevo ancora, Signor Galvani, altrimenti forse mi sarei rivolta a lei, chiedendole dei consigli per migliorare lo stato emotivo di mio figlio durante i mesi di vacanza che ci attendevano. Fu un inferno, non esagero: a un certo punto João smise quasi del tutto di parlarmi… ma preferisco non rivangare, per me fu un periodo doloroso, e ancora oggi sono perseguitata dai sensi di colpa. Al termine dell’estate il destino aveva però in serbo una sorpresa. E mi creda, non esagero quando affermo che, decidendo per puro altruismo di aiutarci, lei ha dato una svolta alla nostra vita!
Altruismo, pensò Galvani. Aveva convocato la madre di João dopo l’ennesimo pestaggio a meno di due settimane dall’inizio della scuola. Pur avendo deciso, dopo anni di esperienza, di non figurarsi mai i genitori dei suoi allievi prima di averli incontrati (poiché era una perdita di tempo, e spesso una delusione), la vista della madre di João lo aveva impressionato. Si era ritrovato davanti una donna leggermente più alta di lui, riccia e scura, i cui occhi attenti spalancati erano attraversati da un’ombra di apprensione. Il naso era imponente ma non spezzava l’incanto del volto, sovrastando fiero la bocca carnosa. Il vestito color senape le si incrociava sul petto, mettendo in evidenza i bei fianchi allenati dal lavoro fisico, e un girovita sottile. La sua pelle era ricoperta da una patina di sudore.
© 2017 Simona Sala
Illustrazioni di Franco Cavani
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