Racconto d’agosto – Il martirio di Filomena (2)
Dov'è finita la lettera?
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Dov'è finita la lettera?
• – Simona Sala
La commistione tra nazione e religione voluta a suo tempo dai laici per opportunismo politico spinge sempre più il paese nelle braccia degli estremisti
• – Sarah Parenzo
Il movimento sciita non è Hamas: a disposizione ha un vero e proprio esercito. E il sostegno degli alleati regionali. Possibile l’impiego di combattenti anche di altri paesi per lanciare incursioni nel territorio israeliano, in risposta all’ordine di Netanyahu di invadere via terra il Libano
• – Redazione
Un’occasione per riflettere su un fenomeno eterno che sbalordisce per la sua tragedia
• – Redazione
Di fronte a un uso così fraudolento della realtà, denunciare la sprezzante doppiezza di Giorgia Meloni non è “mancanza di rispetto”: è un solo un doveroso disvelamento
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Vuoti di memoria
• – Simona Sala
Consegna ad Ankara. Sette Paesi coinvolti e 24 detenuti liberati tra cui il reporter Gershkovich e i dissidenti Kara-Murza e Jashin Berlino cede “l’assassino del Tiergarten”. Biden festeggia “l’impresa diplomatica”. Medvedev già minaccia i rilasciati: “Traditori”
• – Redazione
La Guerra è tornata a soggiogare una razionalità divenuta ostile al realismo di un potere che i singoli Stati non detengono più. Ma una via d'uscita potrebbe esserci
• – Redazione
Sirene carnivore, Furie che dilaniano uomini, Meduse che pietrificano. Gli antichi miti ricompaiono negli incubi di chi non vuole la libertà (neanche di genere)
• – Redazione
Galvani si mise a cavalcioni sul divano e frugò tra i grossi cuscini. Infilò la mano in un buco che aveva realizzato lui stesso, utilizzandolo come nascondiglio fino al giorno in cui aveva trovato la domestica intenta a passare lo straccio perfino negli anfratti del divano. Tastò speranzoso, ma la lettera non c’era. Si spostò verso gli scaffali, dove le sue mani vagarono alla cieca e invano dietro alle file di libri dei ripiani più bassi. Davanti al divano su un tavolino basso acquistato in India, giacevano pile di libri e riviste, ma lì la lettera non l’avrebbe lasciata di sicuro. Cercò di pensare all’oggetto più insospettabile dello studio, a qualcosa che non venisse spolverato, pulito e lucidato regolarmente. La sua proprietà veniva infatti scandagliata da cima a fondo, dentro e fuori, da due giardinieri, una domestica e una cuoca a metà tempo, oltre a una cameriera e a una specie di maggiordomo su chiamata quando davano una delle loro celebri feste.
Sentì la frenesìa familiare di quando il suo cervello si imbarcava in percorsi tutti suoi. Pensando alla sua casa la associò come sempre al valore che aveva, ai soldi che gli avrebbe fruttato, e di riflesso gli venne in mente la banca… Galvani era in preda all’angoscia: se la lettera non fosse stata dove pensava, non avrebbe più saputo dove cercarla. Nello studio c’era una mappetta che sua moglie non avrebbe mai aperto, e che la domestica spolverava in modo quasi distratto, al riparo da qualsiasi curiosità: conteneva la cartella dell’ipoteca della villa ottocentesca in cui vivevano da ormai quindici anni e per la quale si era quasi dissanguato (ma ne era valsa la pena, aveva acquisito uno status symbol che mai avrebbe osato sperare). La mappetta si trovava insieme ad altri tre classificatori contenenti progetti teatrali, incipit di saggi, versi sparsi… bozze accumulatesi negli anni e che non avrebbero visto la luce. I battiti del suo cuore si intensificarono e le mani cominciarono a tremargli. Aprì la mappetta e con un sospiro di sollievo trovò la grossa busta sigillata con il logo della banca. La strappò e fece cadere sul tavolo una busta più stretta e rettangolare, su cui esattamente vent’anni prima in inchiostro nero qualcuno aveva scritto «Al gentile Signor Galvani»
© 2017 Simona Sala
Illustrazioni di Franco Cavani
In un libro di Luke Mogelson il racconto delle ore vissute in mezzo alla violenza ed il caos di un moto di protesta voluto, provocato e sostenuto da Donald Trump. Di Werner Weick...
Il più recente saggio di Lelio Demichelis, presentato a Locarno, fra filosofia ed economia, nelle letture di Fabio Merlini e di Sergio Rossi, oltre che dello stesso autore