RSI, CORSI e ricorsi storici
Occorre una CORSI che rappresenti davvero una regione di minoranza che ha un’Azienda con idee, progetti e professionisti qualificati ed autorevoli, anche a livello nazionale
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Occorre una CORSI che rappresenti davvero una regione di minoranza che ha un’Azienda con idee, progetti e professionisti qualificati ed autorevoli, anche a livello nazionale
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Occorre una CORSI che rappresenti davvero una regione di minoranza che ha un’Azienda con idee, progetti e professionisti qualificati ed autorevoli, anche a livello nazionale
Alla serie di interventi di queste ultime settimane a proposito del futuro di Rete Due, si è aggiunto, negli scorsi giorni (v. “La Regione”, 25.2.21) quello di Anna Biscossa, che da ex-membro del Comitato della CORSI (emanazione regionale del Consiglio di Amministrazione SSR) ha messo in rilievo come alcuni contenuti del mandato di servizio pubblico siano esplicitamente legati al principio di relativa autonomia delle succursali regionali della SSR e alla responsabilità specifica dei diversi Consigli regionali riguardo a questioni di strategia della gestione di mezzi e progetti futuri.
Segnala poi Anna Biscossa, con indubbia cognizione di causa, che in questi ultimi tempi stanno cambiando alcune di queste regole in modo non proprio coerente, al punto che i rapporti di forza fra Amministrazione SSR e le sue espressioni regionali priva queste ultime di proprie peculiarità e competenze decisionali, che calano ormai da Berna senza nessuna certificazione in merito, giungendo ad “imporre”, per esempio, alla RSI, progetti ampiamente messi in discussione sul territorio come il famigerato quanto nebuloso “Lyra”.
Per Anna Biscossa, si tratta, anche in questo caso, analogamente a quanto avvenuto per altre ex-Regie federali, di un esempio di “aziendalizzazione” del servizio pubblico, che fa sì che il pubblico abbia sempre meno voce in capitolo sulle scelte e le decisioni di SSR/RSI.
Sono parole importanti, che sottolineano e ribadiscono un principio fondamentale cui ci si dovrebbe attenere nel gestire un bene comune.
Resta però qualche interrogativo: nel caso specifico di RSI, è stata la CORSI davvero sempre garante della partecipazione diretta del pubblico alle sorti del servizio pubblico radiotelevisivo?
E, al proprio interno, i “seggi” in Comitato e in Consiglio Regionale non sono stati a lungo per lo più distribuiti fra espliciti “esponenti di partito” più che fra qualificati rappresentanti di diversi orientamenti su informazione e cultura?
E non ha forse funzionato così, secondo queste logiche, tutte “politiche” e “ticinesi”, per anni, il meccanismo di designazione dei membri della Direzione aziendale?
Insomma, l’attuale dirigenza della RSI non è stata tutta scelta dalla CORSI?
Mi chiedo: ma pensiamo davvero che a Berna, e nelle altre regioni abbia funzionato tutto allo stesso modo? Pensiamo che a Berna non abbiano mai provato ed espresso perplessità su un tale modo di funzionare di Comitato e Consiglio Regionale CORSI e, di conseguenza, della Direzione RSI
È chiaro che in un momento come quello attuale in cui la SSR deve trovare il modo di risparmiare 100 milioni (distribuendone il peso proporzionalmente fra le regioni), per ciascuno dei diversi “Consigli d’Amministrazione” si pongono grossi problemi decisionali di fronte alle proposte strategiche che vengono dalla Direzione Generale e che da questa stessa DG dovranno essere messe in atto.
Assecondando le preoccupazioni di Anna Biscossa, mi sentirei dunque di aggiungere, magari un po’ provocatoriamente, che ciò a cui stiamo assistendo, almeno in ambito regionale svizzero-italiano, più che una “aziendalizzazione” potrebbe assomigliare ad una sorta di “commissariamento”, vista l’incapacità da parte di CORSI e RSI, negli ultimi anni, di dare risposte concrete alle tante questioni sul tappeto. Vogliamo solo per un attimo ricordarci di come, in RSI, siano stati gestiti i licenziamenti del cosiddetto “16+”?
Aggiungerei che per rispondere all’attuale congiuntura nazionale, il fronte regionale, attraverso la CORSI, dovrebbe anzitutto esprimere un Comitato con forti e rinnovate motivazioni e competenze. E in verità è quanto sembra emergere negli ultimi mesi, con un suo parziale rinnovamento e qualche incoraggiante segnale, compreso il comunicato del Consiglio del Pubblico sul progetto “Lyra”. Ma si tratta soprattutto di gestire la crisi in maniera propositiva, con progetti concreti, che nascano da una nuova Direzione RSI e da un vero dibattito, interno e pubblico; da un’informazione adeguata e trasparente sulle condizioni in cui si trova a doversi muovere il servizio pubblico nel panorama tormentato dei media; occorre una CORSI che rappresenti davvero una regione di minoranza che ha un’Azienda con idee, progetti e professionisti qualificati ed autorevoli, anche a livello nazionale.
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