Scopri, noleggia, guarda: felici (a pagamento) con Swisscom
Vi piace la “Champions”? Ecco i conti della serva: si stava meglio quando si stava peggio
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Vi piace la “Champions”? Ecco i conti della serva: si stava meglio quando si stava peggio
• – Libano Zanolari
La parola-chiave riecheggiata nell’affollata manifestazione di Berna contro la cosiddetta ‘dittatura sanitaria’
• – Redazione
Per fare passi avanti nella prevenzione dei femminicidi occorre disinnescare alla base la cultura maschilista e patriarcale
• – Lisa Boscolo
Altro scandalo per la banca elvetica, beccata con le mani nel sacco in una operazione da 'bankster' in Mozambico. Rea confessa, e condannata a un risarcimento ultramilionario
• – Federico Franchini
Dopo la schedatura sistematica dei Molinari da parte della polizia gli organizzatori della manifestazione "Contro ogni gabbia" raccomandano ai partecipanti di portare un ombrello per proteggersi. Ma non dalla pioggia.
• – Patrizio Broggi
Riflessioni per una cruciale questione globale che deve evitare interessi di parte
• – Enrico Lombardi
Che cosa blocca la transizione ecologica degli Stati Uniti, secondo Jeffrey Sachs
• – Redazione
Travolto dalla crisi economica, sempre prigioniero degli scontri settari e inter-confessionali, il Paese dei Cedri è anche al centro di una dura battaglia internazionale
• – Redazione
Mentre sul clima i governi traccheggiano, i giovani hanno solo la piazza per manifestare il loro sgomento
• – Patrizio Broggi
• – Franco Cavani
Vi piace la “Champions”? Ecco i conti della serva: si stava meglio quando si stava peggio
Sono un vero rossocrociato (quasi come Quadri) e voglio vedere le uniche squadre svizzere impegnate a livello internazionale, Young Boys e Basilea (anche se forse, con tutti quei neri in campo, l’on Quadri…)
Ma insomma: da quando la Società Svizzera di Radiotelevisione è stata duramente attaccata dagli eredi del Trio di Gandria Quadri (ancora lui…) Pamini e Bühler che hanno strimpellato in tutti i canvetti il “NO BILLAG BLUES” (producer Foa/Tettamanti), la SSR ha dovuto ridurre il canone di franchi 100 l’anno, altrimenti i veri patrioti di cui sopra, la TV e la Radio l’avrebbero appaltata “allo straniero”, magari a Netflix che di questi tempi si sta segnalando per un deciso contributo all’educazione dei giovani svizzeri – con un gioco nel quale il perdente si può tranquillamente uccidere.
Persi 100 franchi, la SSR non ha più potuto seguire la demenziale corsa al rialzo del prodotto “calcio” che la Lega Italiana, per esempio, ha venduto (a Sky e a DAZN) per poco meno di un miliardo di euro. La SSR prima ha cancellato un turno di Champions trasmettendo solo il martedì, poi a partire da quest’anno ha dovuto rinunciare del tutto. Lo stesso vale per la Conference League e per l’Europa League, dove la SSR ha i diritti per le squadre svizzere, ma solo in casa ( nessun nostro club si è qualificato).
Mercoledì a Berna lo Young Boys ha giocato bene, ma, vicino al pareggio, ha perso 4 a 1. È stato commovente vedere come i 35000 (!) spettatori hanno celebrato sino all’ultimo i propri (multietnici) colori. Un bell’esempio di coesione elvetica e integrazione. Appunto: uno dei pochi argomenti degni d’attenzione di chi voleva affossare (o quasi) la TV pubblica era proprio questo: per un servizio alla coesione nazionale, che si occupi delle varie regioni, lingue, sensibilità culturali ecc.:, a che serve lo sport? Davvero? Federer, Bencic, i ragazzi e le ragazze dello sci, la nazionale di calcio, tutti quelli che hanno fatto bene alle Olimpiadi, non fanno bene anche al Paese? Oltretutto non si può più nemmeno dire che lo sport, il calcio in particolare, alle donne non interessa, e dunque non fa parte dei “beni di consumo” familiari.
Le donne sono sempre più presenti, e partecipi, allo stadio e davanti allo schermo. Gli accademici, specialmente i latini, da buoni cattolici nemici dell’educazione fisica (rafforza le pulsioni erotiche) arricciano il naso, ma è proprio così.
Arriviamo al dunque, ai conti della serva, perché proprio di questo si tratta: la lotta per il ruolo della TV pubblica si è giocata sui soldi, e su un’operazione da magliari portata avanti dallo stesso Foa, dal Corriere del Ticino e da Teleticino con il derby di hockey fra il Sopra e il Sottoceneri: alla SSR erano stati chiesti 100’000 franchi a partita, che non potevano essere pagati. Pagati da Teleticino? Regalati, pare per soli 20’000 franchi, da chi voleva mettere KO la TV pubblica? I numerosi grulli di “Derbyland” dicevano: “la partita la vediamo gratis su Teleticino: perché pagare il canone SSR”? Ma quando si comprano i diritti dell’hockey svizzero per 35 milioni come ha fatto la UPC sottaraendoli alla SSR, se non si vuole andare in perdita, gli abbonati devono essere molti. Evidentemente non lo erano. Ora l’hockey è tornato sulla SSR. A più miti consigli.
Ma torniamo al calcio: risparmiati 100 franchi l’anno, mercoledì ho speso fr. 9.90 per lo Young Boys, giovedì idem per il Basilea, e se voglio vedere il Lugano altri 7.90: totale per 3 partite: fr. 27.70; rinunciando a Messi, Ronaldo & Co. che la SSR proponeva nel doppio turno martedì/mercoledì: altrimenti il conto s’avvicina ai 45 franchi. Certo: si può sempre fare un abbonamento per 29.90 al mese.
Facciamo 8 mesi: siamo sui 240 franchi, 140 in più del vecchio canone TV. In questo pacchetto ho il campionato svizzero (la SSR ha diritto a un solo match a turno) e quello francese e spagnolo, che al tifoso svizzero non necessariamente interessano.
Privatizzare insomma, è il dogma del tempo: in attesa degli aumenti del prossimo anno (2 franchi a partita in questo), a quando una multinazionale che privatizza l’aria, la mette in sacchetti di “cellophane” e la vende a soli 4 centesimi al centimetro cubo (6 se di montagna) affinché tutti (o quasi…) possano liberamente respirare?
Era lì da decenni a far su e giù. AlpTransit lo ucciderà
Usare i primi risultati delle inchieste in corso per minimizzare il problema delle molestie peggiora la situazione