Se ci fosse stato Donald, e se Donald tornerà
Antiamericanismo… americano, il peggio non è mai impossibile; Trump ritornerà e forse è il caso che l’Europa si prepari
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Antiamericanismo… americano, il peggio non è mai impossibile; Trump ritornerà e forse è il caso che l’Europa si prepari
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Antiamericanismo… americano, il peggio non è mai impossibile; Trump ritornerà e forse è il caso che l’Europa si prepari
Il paese più ricco del mondo, gli Stati Uniti, manca di latte per neonati (latte in polvere). New York ha dichiarato lo stato di emergenza dopo che alcuni bambini sono finiti in ospedale. L’esercito che trasporta in aereo armi in Europa, ora trasporta anche forniture di latte artificiale dall’Europa (“Operation fly formula” l’hanno chiamata). 200 repubblicani hanno votato contro una proposta di legge che avrebbe fornito 28 milioni di dollari in aiuti per alleviare la scarsità di forniture; un buon numero di loro hanno pure respinto una proposta di legge grazie alla quale i genitori a basso reddito sarebbero stati aiutati ad accedere al latte in polvere, rincarato. Sono gli stessi che fanno allarmismo sull’”Europa socialista”, stanno dalla parte dei non nati, vogliono costringere le donne a fare figli. “Operation wacky”, avrebbe commentato con triste ironia un ex-brillante presidente (forse rifacendosi a… “The Wacky Doctor” [il gioco “L’allegro chirurgo”, ndr]), dicendo con triste ironia quello che noi non potremmo dire.
L’ex-presidente Donald Trump, di nuovo in corsa per la presidenza, alla “convention” in Texas della NRA (la potente organizzazione dei produttori e dei possessori di armi che lo finanzia), dopo le 214 sparatorie e le dieci stragi già raggiunte quest’anno con 142 vittime con meno di 11 anni, ha definito “cinico “ e “grottesco” il tentativo di controllare la circolazione delle armi, che bisogna invece distribuire ai docenti, e attaccando la Casa Bianca ha sentenziato: “Abbiamo inviato 40 miliardi all’Ucraina quando dovremmo invece pensare a fare di tutto per proteggere i nostri figli”. Forse anche a dare loro il latte (ne ha infatti accennato, colpevolizzando Biden e non le due sole ditte produttrici). Ha quindi invitato il Congresso ad affrontare il tema dei “problemi mentali” (forse riuscendo a interpretare ciò che noi non avremmo mai osato interpretare).
Ci aiuta invece a dire qualcosa di più e ad andare oltre un economista, saggista e banchiere francese, consigliere speciale di presidenti francesi, Jacques Attali. Il quale, su un quotidiano economico (“Echos”, 27 maggio), ponendo come premessa che “il peggio non è mai impossibile e che il miglior modo per evitarlo è prepararsi”, si chiede, in sostanza: siamo pronti a un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca il martedì 5 novembre 2024? Per capire l’importanza dell’interrogativo basterebbe immaginarsi quale sarebbe la situazione mondiale oggigiorno se Trump fosse stato rieletto. Elenca quindi Attali: gli Stati Uniti non avrebbero inflitto sanzioni alla Russia di Putin, già definito statista geniale; non avrebbero mai portato nessun aiuto militare all’Ucraina; la Gran Bretagna, fervente servente del padrone americano, avrebbe seguito; la Germania avrebbe salvato i suoi approvvigionamenti in gas e petrolio russi; molte voci in Francia si sarebbero levate per dire che il conflitto ucraino non è la nostra guerra (l’Italia, aggiungiamo noi, non sarebbe stata una lite continua, la Svizzera non avrebbe avuto problemi di neutralità). Il conflitto ucraino sarebbe quindi da tempo terminato, quali fossero il diritto, il coraggio e le competenze degli ucraini.
Anche in altri campi la presenza di Trump alla Casa Bianca avrebbe cambiato molte cose: avrebbe continuato a manifestare la sua ostilità verso tutto ciò che può rafforzare il progetto europeo; la nuova dottrina della Corte suprema in fatto di aborto sarebbe già da qualche tempo applicata; ci sarebbe una convergenza tra i due grandi partiti almeno su un punto: contrastare su ogni terreno la potenza cinese.
L’ipotesi di un ritorno di Trump è più che mai verosimile: Biden è impopolare, i democratici perderanno le elezioni del medio termine in novembre, il partito repubblicano è totalmente nelle mani di Donald, che sta già scegliendo i candidati repubblicani ai diversi posti di governatore o senatore, ha già detto di voler essere candidato e scacciare l’attuale usurpatore.
Non bisogna però sbagliarsi (dice sempre Attali): un Trump presidente nel 2025 sarà differente di quello della prima volta: avrebbe pieno potere sulle due Camere, sulla Corte suprema, sull’essenziale dei media o della comunicazione. Niente può poi garantire che il secondo mandato sarà l’ultimo. Si può sostenere, senza esagerare, che gli Stati Uniti cesseranno di essere una democrazia. E anche coloro che oggi lodano il suo bilancio in questo o quel settore non potranno sostenerlo senza rompere con i valori fondamentali della democrazia. Quadro piuttosto nero, insomma.
L’Europa più che l’America
Va da sé che da qui a là possono ancora capitare molte cose, concede Attali. Potrebbe apparire, ad esempio, un candidato democratico illuminato, capace di riconciliare le due Americhe, oggi profondamente divise, sull’orlo di una guerra civile. Oppure un altro candidato repubblicano che saprebbe dimostrare che una tale chiusura populista sarebbe il suicidio.
Noi europei non possiamo intervenire in quell’elezione; dobbiamo però prepararci a quell’eventualità. Fosse solo perché quella probabilità spingerebbe alcuni, in particolar modo il Cremlino, a prolungare il conflitto in maniera tale che, arrivando Trump, cessi ogni sostegno a Zelenski e si possa trattare benevolmente.
O perché non saremmo preparati a vivere in un mondo in cui gli Stati Uniti diventassero un paese totalitario, che rifiuta ogni solidarietà con altri continenti, in particolare l’Europa, mettendo anche in atto una minaccia già formulata da Trump: abbandonare la Nato.
La conclusione di Attali è perentoria: “Se attendiamo d’essere di fronte al fatto compiuto, se ci limitiamo a negare la realtà, sarà troppo tardi per agire. La parentesi Biden può farci credere ancora un momento che non saremo soli e che gli Stati Uniti saranno là per difendere la democrazia. È un’illusione; sarebbe criminale, per l’avvenire della prosperità e della democrazia in Europa, far dipendere tutto dalle elezioni in un altro paese, per quanto amichevole sia, almeno per il momento…”.
Da quanto si può quindi dedurre, nonostante le contorsioni e se c’è ancora logica, più che dell’America, trumpiana o meno, dovremmo prima preoccuparci dell’Europa, democratica e sociale.
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