Poestate, 26 anni dopo
Appunti ed annotazioni su un festival in versi molto diverso - Di Sergio Roic
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Appunti ed annotazioni su un festival in versi molto diverso - Di Sergio Roic
• – Redazione
Globalizzazione, povertà laboriosa e monetarizzazione delle parole in un mondo terziarizzato
• – Christian Marazzi
Per un’Ucraina sottratta alle imposizioni neoliberali del capitalismo occidentale, così come all’aggressione del capitalismo russo - Di Giuseppe Sergi
• – Redazione
Nonostante le stragi e le conseguenti polemiche resta inscalfibile il principio di una difesa armata che per Trump andrebbe addirittura estesa anche agli insegnanti nelle scuole
• – Redazione
Una cupa e cinerea parabola in una notte buia e tempestosa
• – Rocco Bianchi
La Finlandia trae le conclusioni dalla guerra in Ucraina, vuole rinunciare alla neutralità e aderire alla Nato. Impensabile in Svizzera, eppur qualcosa si muove
• – Daniele Piazza
Globalizzazione, povertà laboriosa e monetarizzazione delle parole in un mondo terziarizzato
• – Christian Marazzi
La vittoria di Orbán certifica la sconfitta di un’Unione Europea prigioniera delle proprie regole
• – Redazione
Globalizzazione, povertà laboriosa e monetarizzazione delle parole in un mondo terziarizzato
• – Christian Marazzi
Monologo di un dialogo mancato - Di Mattea David, Consigliera comunale PS, Lugano
• – Redazione
Appunti ed annotazioni su un festival in versi molto diverso - Di Sergio Roic
Tre sono gli speciali omaggi di Poestate 2022, a Giorgio Gaber, Giancarlo Majorino, Franca Rame e Dario Fo (ricordati dal figlio Jacopo), senza dimenticare quelli ad Alfonsina Storni e Pierpaolo Pasolini. Uno, accanto a decine di altre proposte, è l’incontro col PEN International, l’associazione “globale” degli scrittori che avrà come ospiti Emmanuel Pierrat, del Comitato per la pace, e Urtzi Urritikoetxea, del Comitato dei Diritti linguistici.
La cultura della memoria, insomma, oppure la cultura come memoria daranno il tono a una serie di incontri che (ri)avvicineranno al cuore del pubblico alcuni fra i personaggi più amati di una stagione imperdibile, quella italiana della “liberazione culturale” se non proprio sociale, della “cultura al potere”, del “vogliamo tutto e subito”, del “questo è solo un inizio”. I tre grandi personaggi italiani sopraccitati offrono, ognuno a modo suo, chi un bicchiere, chi un calice, chi una bottiglia di buon vino fabbricato dalle parti del turbolento e liberatorio ’68 culturale italiano che, approdato sulle sponde ticinesi qualche anno dopo, produsse un cambiamento antiautoritario anche dalle nostre parti.
La Milano poetica odierna sarà rappresentata da Amos Mattio, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis e da Giovanni Bonoldi, Giancarlo Consonni e Umberto Fiori. Sarà presente una bella scelta di narratori e uomini di cultura ticinesi, l’offerta di una cultura alternativa anche a Lugano sarà pure all’ordine del giorno.
Che dire? Un festival della e sulla memoria per far fronte alle possenti onde dell’omologazione di quella cultura che guarda al mercato e all’intrattenimento in assenza di dibattito, originalità, sogno (?).
Nell’immagine: Dario Fo e Franca Rame con il figlio Jacopo nel 1962
Il piano in 10 punti per la migrazione, presentato dalla von der Leyen, aggiusta qualche dettaglio. Tutto il resto è ciancia. La Svizzera e l’Europa posso e devono fare molto di...
Perché il Ticino vuole finanziare in proprio questa infrastruttura tecnologica quando la Confederazione è pronta a farlo? - Di Bruno Storni