Se questo è un imprenditore…
Valentin Vogt sostiene che, vaccinate le persone a rischio, si possono tollerare 20-30 mila contagi al giorno!
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Valentin Vogt sostiene che, vaccinate le persone a rischio, si possono tollerare 20-30 mila contagi al giorno!
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Valentin Vogt sostiene che, vaccinate le persone a rischio, si possono tollerare 20-30 mila contagi al giorno!
L’idea di Vogt, espressa ai microfoni del telegiornale della televisione svizzero-tedesca (SRF), è che da metà maggio, quando le categorie a rischio avranno ricevuto il vaccino, bisognerebbe perciò ripensare radicalmente la strategia di lotta alla pandemia e accelerare senza remore le aperture.
C’è da augurarsi che l’industria che Vogt presiede, specializzata in sistemi di misurazione, non sia altrettanto approssimativa, perché con 20 o 30 mila casi al giorno il sistema ospedaliero esploderebbe. Nel servizio della SRF, lo ha chiaramente spiegato il vicepresidente della Task force scientifica svizzera Urs Karrer, capoclinica dell’Ospedale cantonale di Winterthur: già oggi, la metà delle persone ricoverate non appartiene alle categorie a rischio, ciò che in totale corrisponde a 800 ospedalizzazioni; moltiplicassimo per 10 il numero dei contagi, ci ritroveremmo con almeno 8000 ricoverati, il che ci riporterebbe ai livelli di inizio novembre, quando eravamo nel pieno della seconda ondata.
Non solo: con 20 o 30 mila contagi al giorno, ha evidenziato Karrer, oltre alle persone che finirebbero all’ospedale ci sarebbero quelle che si dovrebbero mettere in isolamento o in quarantena. Resta da capire come l’economia potrebbe funzionare con centinaia di migliaia di persone assenti per malattia o perché devono restare a casa…
Una proposta “irresponsabile, eticamente inaccettabile e irrealistica”, l’ha definita ieri su Twitter un altro membro (ed ex vicepresidente) della Task force, l’infettivologo dell’Ospedale universitario di Basilea Manuel Battegay: siamo attualmente confrontati alla terza ondata, scrive Battegay, e con 2500 nuovi casi al giorno l’83 per cento dei letti dei reparti di terapia intensiva sono occupati; inimmaginabile quel che succederebbe se moltiplicassimo i contagi per 12.
Con 30 mila casi al giorno, sottolinea, perderemmo il controllo dell’epidemia e il virus si diffonderebbe anche tra i giovani e i bambini; inoltre almeno 1000-1500 persone al giorno sarebbero condannate a soffrire di strascichi anche gravi a lungo termine (la cosiddetta sindrome post Covid19); infine la Svizzera diventerebbe un paese ad alto rischio, con ovvie conseguenze sulla possibilità di recarsi all’estero e sul nostro turismo.
Minimizzare il rischio è del tutto controproducente, prosegue Battegay, soprattutto con la campagna di vaccinazioni in corso: nei prossimi due o tre mesi dovremmo per contro continuare a proteggerci per far diminuire i contagi e rendere possibili le riaperture. Da un anno, conclude Battegay, molte cittadine e molti cittadini hanno fatto grandi sacrifici e si sono dimostrati solidali: eticamente non si possono fare oggi simili proposte, quando molti ancora non hanno potuto vaccinarsi e sono perciò esposti a un rischio più elevato.
Cos’altro aggiungere, se non che certi rappresentanti del mondo dell’economia farebbero gran buona cosa a stare zitti?
Imbarazzante: prima di decidere le ultime aperture il Consiglio federale non ha né consultato né informato la Task force scientifica
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