Speriamo di non fare gli indiani
In Inghilterra una delle varianti indiane, presente anche in Svizzera, crea grosse preoccupazioni ma da noi importa riaprire
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In Inghilterra una delle varianti indiane, presente anche in Svizzera, crea grosse preoccupazioni ma da noi importa riaprire
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In Inghilterra una delle varianti indiane, presente anche in Svizzera, crea grosse preoccupazioni ma da noi importa riaprire
Diciamolo chiaramente: che nelle riaperture mercoledì il Consiglio federale sia andato oltre le previsioni non è affatto una sorpresa. Da una parte la tendenza al ribasso delle cifre della pandemia è innegabile, dall’altra, alimentata anche dalla fregola crescente degli ambienti economici, la voglia del governo di chiudere il capitolo delle misure di contenimento, anche a costo di prendere dei rischi, era più lampante che mai.
Cominciamo dalle cifre perché è giusto dare la precedenza alle buone notizie, soprattutto per chi, come me, è critico nei confronti della politica delle nostre autorità (a cominciare già dal nome della rubrica: #SwissCovidFail). Il grafico dei casi settimanali di aprile e maggio è eloquente: da quattro settimane la diminuzione è costante, con un periodo di dimezzamento di un mese circa.
Questa tendenza si rispecchia su ospedalizzazioni e decessi: le prime, dopo aver toccato un picco di 552 ricoveri l’8 di aprile, in maggio sono scese da 465 a 312, 243 e 210 la scorsa settimana; quanti ai decessi, dagli 87 morti che si erano registrati agli inizi di aprile (sia nella prima che nella seconda settimana) siamo ora a 34.
Tutto bene, insomma, ma un po’ di prudenza consiglierei comunque per non ritrovarci al proverbiale “tout va très bien Madame la Marquise”. Sì perché, mentre in Svizzera si festeggia il quasi ritorno alla vita normale, dall’Inghilterra giungono notizie che almeno un po’ ci dovrebbero preoccupare. Parlo dell’evoluzione della cosiddetta variante indiana, la B.1.617, di cui nel frattempo si sono individuate due sotto varianti, una delle quali si è guadagnata la denominazione VOC, Variant of Concern (variante che preoccupa): la B.1.617.2.
I dati provenienti dall’Inghilterra indicano che questa variante è molto contagiosa, tanto da prendere il sopravvento sulle altre, compresa la B.1.1.7, la cosiddetta “inglese”, che in Svizzera è prevalente. Facendo il punto sulle conoscenze attuali, Nature indica che potrebbe essere del 50 per cento più infettiva, tanto da essere oggi in Inghilterra all’origine della metà dei contagi. Secondo un rapporto pubblicato sabato dalle autorità inglesi, di buono c’è che i vaccini sembrano essere efficaci anche contro questa variante (con Pfizer l’efficacia scende dal 93 all’88 per cento), con una riduzione piuttosto sensibile della protezione, però, dopo la prima dose (dal 51 al 33 per cento).
Sulla base degli altri rapporti pubblicati da Public Health England (sabato notte… per non oscurare le buone notizie sui vaccini), un gruppo di esperti indipendenti scrive che è necessaria “una risposta urgente” per “ridurre il numero di casi adesso, prima che la situazione peggiori” proprio perché chi è parzialmente vaccinato è più a rischio e chi ha ricevuto la doppia dose del vaccino Astrazeneca ha comunque una protezione relativa (60 per cento, invece di 66). E questo in un paese in cui ad essere stato completamente vaccinato è il 30 per cento della popolazione.
In Svizzera, la variante indiana è presente da fine marzo (ne avevo parlato qui) ma finora, secondo l’ultimo Rapporto sulla situazione epidemiologica dell’Ufficio federale della sanità pubblica, sarebbe poco diffusa: costituirebbe solo lo 0,6 per cento di quelle presenti. Al tempo stesso, però, le persone vaccinate sono molte meno che in Inghilterra: il 17,4 per cento ha ricevuto due dosi, il 14,7 ne ha ricevuta una.
L’unica reazione delle nostre autorità sanitarie, per ora, è stata quella di includere da ieri sera il Regno Unito nell’“elenco degli Stati e delle regioni con un rischio elevato di contagio da coronavirus”, con obbligo di quarantena per chi arriva in Svizzera.
Per il resto, incrociamo le dita e speriamo che, com’è successo con le ultime aperture, anche questa volta ci vada bene!
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