Storica decisione: via i brevetti dei vaccini anti-pandemici
La svolta di Biden annunciata ieri; ma s’è perso tempo prezioso (e altro se ne perderà) prima di cancellare una grande ingiustizia
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
La svolta di Biden annunciata ieri; ma s’è perso tempo prezioso (e altro se ne perderà) prima di cancellare una grande ingiustizia
• – Aldo Sofia
Latitanti, anni di piombo e dottrina Mitterrand
• – Marco Züblin
Piccola storia di una canzone che sta diventando… virale
• – Enrico Lombardi
Chi sbaglia paga. Anche i medici che mettono in pericolo la vita dei pazienti?
• – Redazione
La storia svizzera e ticinese non è interamente "fatta in casa"
• – Marco Marcacci
Prima 'rappresaglia', Bruxelles esclude le FFS da un programma di ricerca. Berna in passato cedette, e oggi?
• – Daniele Piazza
Lo stallo con Bruxelles inguaia le FFS
• – Franco Cavani
Cambio alla presidenza del Consiglio di Stato; repetita purtroppo non iuvant, ma io insisto
• – Marco Züblin
Più di 400 ricercatori hanno sottoscritto un appello a sostegno di chi manifesta contro il cambiamento climatico
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
La svolta di Biden annunciata ieri; ma s’è perso tempo prezioso (e altro se ne perderà) prima di cancellare una grande ingiustizia
Decisione del tutto inaspettata. L’America di Biden era infatti in prima fila nella tenace difesa della ‘proprietà intellettuale’, che sta alla base di monopoli, spesso ingiustificati, e fonte di enormi profitti (si parla di ben 70 miliardi di euro di incassi solo per gli anti-Covid), a cui la grande industria farmaceutica non ha mai rinunciato. O quasi. Avvenne infatti solo per il Sud Africa, dopo lunga diatriba e aule di giustizia, che i produttori rinunciassero al blocco delle esportazioni di alcuni prodotti anti-Aids: era l’aprile 2001, e il paese di Mandela aveva già contato già 3 milioni di morti per HIV.
La svolta americana
Ora, la svolta americana riguarda addirittura i vaccini necessari alla lotta contro la pandemia. Molte organizzazioni, e nazioni particolarmente colpite, come India e ancora il Sud Africa, ne chiedevano il libero accesso. Non solo auspicabile, in base anche al buon senso oltre che a un problema etico-morale: anche giuridicamente possibile. Lo prevede l’articolo 9 dell’accordo “World Trade Organization”, sorta di regolatore e garante del commercio internazionale . Evenienza straordinaria, appunto, in situazioni di particolare gravità planetaria.
Per miliardi di infettati e potenziali malati in tutto il mondo, l’attuale situazione é incomprensibile. Anche perché, circostanza più volte ripetuta, nella scoperta dei vaccini anti-Corona (avvenuta in tempi straordinariamente brevi, indiscutibile successo della scienza) il massiccio finanziamento di diversi Stati, quindi con denaro pubblico, è risultato fondamentale, decisivo per l’intercettazione dell’anti-virus. Nemmeno è sostenibile che lo Stato paghi mentre i profitti debbano interamente andare ai produttori/distributori (guadagni che dovrebbero essere almeno parzialmente tassati).
Partita ancora aperta
Attenzione, però. Nonostante tutto il peso politico-economico della prima potenza mondiale, la decisione statunitense potrebbe inaugurare nel WTO un lungo e faticoso percorso ad ostacoli. Ci saranno opposizioni più o meno esplicite, ma anche resistenze sotto-traccia. In nome della libertà di iniziativa, della proficua concorrenza, degli ulteriori costi della ricerca per adeguare il siero contro le nuove varianti; e, non altrettanto dichiarabile, in nome di un profitto che può diventare vertiginoso. Soprattutto se, come paventato, ci vorranno tre vaccinazioni a stagione, oppure, come prevedibile, se si imporranno vaccinazioni annuali. Soprattutto le nazioni occidentali e ricche che ospitano le farmaceutiche produttrici (fra cui la Svizzera), e che ne incassano le tasse (imposizioni in realtà assai clementi), potrebbero fare muro o resistenza contro una decisione che scardina uno dei principi base e intoccabili del ricco mercato farmaceutico.
Il prezzo di una inutile attesa
Inoltre, ottenere libertà di brevetto non significa ancora procedere celermente nella produzione del prezioso e urgente prodotto immunizzante. Una volta adottata la decisione definitiva (ma quando? e con chi?), potrebbero passare altri mesi prima di mettere in piedi e a regime le filiere produttive in diversi Stati. Soprattutto quelli più poveri, più sprovvisti tecnologicamente, e più devastati dalla pandemia. Proprio quelli che Joe Biden intende aiutare con la sua inedita decisione sui ‘brevetti condivisi’.
Quindi, sa davvero sarà una pagina storica, rimane in gran parte da scrivere. Già si è perso tempo prezioso. Troppo. Con esiti nefasti. In parte evitabili. Quanti morti in meno si sarebbero contati (lunedì scorso erano 3.217.281), e ancora si dovranno contare, se si fossero ascoltate subito le voci delle numerose ONG che dallo scorso autunno – e riconosciuto un congruo guadagno delle multinazionali – reclamano la sospensione, o la cancellazione, di egoistici brevetti. Garanti di vergognose pratiche monopolistiche.
Storia e presente del calcio ricordano le tragedie di Shakespeare