Un globe trotter ticinese ante litteram
Emilio Balli rivive al Museo di Vallemaggia in una mostra molto suggestiva ed emozionante
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Emilio Balli rivive al Museo di Vallemaggia in una mostra molto suggestiva ed emozionante
• – Michele Ferrario
Un importante studio sul cambiamento climatico ci avverte: sta per accadere qualcosa di sconvolgente
• – Redazione
La condanna della multinazionale svizzera riaccende il dibattito sugli strumenti di lotta alla corruzione d’impresa
• – Federico Franchini
Un luogo dove si eserciti la cooperazione, la comunicazione, la creatività, l’autonomia dell’allievo con maestri normali, né eroi né missionari
• – Adolfo Tomasini
L’agguato, gli spari, la morte dell’amico e collega nel racconto di Corrado Zunino, inviato di “Repubblica”, anch’egli ferito
• – Redazione
Un mondo in cui banca vuol dire finanza e la finanza si muove secondo principi che non hanno nulla di etico
• – Silvano Toppi
Dopo 14 mesi di guerra, la mediazione cinese entra finalmente in contatto con Kiev, ma il vero nodo da sciogliere è fra Washington e Pechino
• – Aldo Sofia
La situazione geopolitica ed i problemi energetici diventano pretesti per aumenti di prezzi immotivati – Lo sostiene Paul Donovan, capoeconomista UBS
• – Redazione
Una proposta "distensiva" che viene dal Financial Times
• – Redazione
Con il rischio per nulla remoto che ci si spari sui piedi
• – Redazione
Emilio Balli rivive al Museo di Vallemaggia in una mostra molto suggestiva ed emozionante
10 agosto 1519: l’esploratore portoghese Fernão de Magalhães – Magellano – salpa dal porto di Siviglia per la prima circumnavigazione del globo. La spedizione dura poco più di tre anni: delle cinque imbarcazioni, soltanto una rientrerà in Europa, ma i morti saranno, stando al cronista ufficiale della spedizione, il veneziano Antonio Pigafetta, 199. Tra loro, lo stesso comandante, ucciso nelle Filippine mentre tenta di convertire al Cristianesimo – e alla corona di Spagna, della quale è al soldo – una delle isole dell’arcipelago. Per tre secoli e mezzo, le successive circumnavigazioni verranno intraprese esclusivamente da esploratori, capitani di ventura e avventurieri d’ogni sorta.
1869: per la prima volta è possibile attraversare l’Oceano Pacifico su una nave: la rotta è quella tra San Francisco e Yokohama in Giappone. Quasi in contemporanea si aprono, tanto negli Stati Uniti d’America che in India, dei tragitti ferroviari lunghi migliaia di chilometri che, pure, ne consentono l’attraversamento.
Nel 1872 Thomas Cook, pioniere inglese del moderno turismo, vende il primo – diremmo oggi – pacchetto “Giro del Mondo”. Sempre in quell’anno viene pubblicato, inizialmente a puntate, nel quotidiano parigino Le Temps – e l’anno dopo in volume – Il giro del mondo in 80 giorni, di Jules Verne.
In poco tempo, tra voglia d’avventura e di esotismo che la letteratura “alta” e il feuilleton colgono, seppur in modi diversi, entrambi, diventa un best seller che alimenta, nei più ricchi, il desiderio di partire. Quanto alle classi popolari, si accontentano di leggere l’immaginifico libro partecipando così a quell’euforia diffusa che pervade l’Occidente, promossa dall’Esposizione Universale di Parigi (1878) che di quel clima fa tesoro e su quel fervore fin de siècle cerca di instaurare il consenso attorno alle attività coloniali della Francia e delle altre grandi potenze del Vecchio Continente.
Facciamo ora un salto avanti di 145 anni, saliamo in automobile o sul mezzo pubblico, destinazione Cevio e il Museo di Vallemaggia, dove è appena stata inaugurata una delle esposizioni più riuscite che io abbia visitato negli ultimi anni. Il viaggio a Cevio sarà per ogni Naufrago premessa e preambolo a un viaggio molto più sorprendente ed emozionante, quello raccontato dalla mostra Il giro del mondo di Emilio Balli. 1878-1879.
Il suo protagonista (1855-1934), valmaggese di Cavergno, ma nato a Locarno (dove co-fonderà la Società Ticinese di Scienze Naturali), è il più giovane degli 11 figli di un vallerano emigrato nei Paesi Bassi, dove fa fortuna. La curiosità di Emilio lo avvicina anche ai campi della geografia e dell’etnografia. La lettura di Jules Verne e l’inserzione pubblicitaria, nei giornali, di un pionieristico viaggio per studiosi promosso dalla SVEAM (Société des Voyages d’Etudes au tour du monde), a bordo del piroscafo Junon, conquistano il 23enne rampollo. I soldi (l’equivalente di alcune centinaia di migliaia di franchi odierni) non mancano: prima tappa, Parigi, dove arriva il 14 giugno 1878.
Meno di 2 mesi più tardi, il 2 agosto, la nave (75 membri di equipaggio per una ventina di partecipanti) salpa da Marsiglia. L’itinerario toccherà Gibilterra, Tangeri, Madeira, le Azzorre, Capo Verde, Rio de Janeiro, Buenos Aires, il Canale di Magellano, Santiago del Cile, Lima. “In mare (…) il tempo è sempre occupato. Conferenze, scrivere delle note, scrivere delle lettere. Se non c’è altro, pulire fucili ed in caso estremo verniciare il bastimento (…) Non c’è tempo per la noia” scrive Emilio l’11 ottobre. Un mese dopo, il 14 novembre, nel porto di Panama, una disputa commerciale interrompe la crociera e la Junon viene sequestrata. Emilio e quattro suoi compagni di viaggio tuttavia non si arrendono. In una delle tantissime, preziose lettere inviate ai fratelli in Ticino leggiamo: “A piedi, a nuoto, in vettura, in canotto, questo mondo birbone lo girerò ugualmente, costi quel che costi”. In treno percorre gli Stati Uniti – dove incontra “una quantità enorme di Ticinesi (…) Trovai e visitai nei loro ranch i Respini Giov. e Geremia, i Dadò, i Tuni ecc. ecc.” – e affronta la traversata oceanica arrivando in Giappone, dove trascorrerà 2 mesi restandone conquistato.
Seguiranno Cina (“La Grande Muraglia esiste! Non è una favola dei viaggiatori, né degli storici. Oggi l’ho vista, l’ho toccata, ci ho passeggiato sopra” (9 maggio 1879), India, Egitto e il ritorno, dopo 472 giorni esatti, il 29 settembre 1879, al porto di partenza. Ad accompagnare Balli ci fu anche il ginevrino Alfred Bertrand (1856-1924).
Questa avventura è raccontata mirabilmente nella mostra – che espone per la prima volta una strabiliante collezione di oggetti, cimeli, libri, monete, conchiglie, souvenir raccolti da Balli, rimasti per oltre 140 anni nell’archivio di famiglia – ed è solo la prima tappa di una ricerca, finanziata dal Fondo Nazionale, che il Dipartimento di geografia dell’Università di Ginevra sta conducendo sui primordi di un turismo moderno che al viaggiatore non pone più limiti tecnici insormontabili. I lavori proseguiranno per altri 4 anni in collaborazione con équipe accademiche italiane, francesi, giapponesi. Per il 7 settembre è attesa, sempre a Cevio, la presentazone di un catalogo monografico. Se sarà come la mostra, sarà imperdibile.
Al MASI di Lugano, nella sede del LAC, 300 capolavori della Graphische Sammlung del Politecnico federale di Zurigo in mostra fino al 4 gennaio 2024 – Un’esposizione da non perdere...
Una potente riflessione sulla follia della guerra, dal romanzo di Erich Maria Remarque proposta dalla piattaforma Netflix