Una incomprensibile ostinazione per un non problema
Replica ad Andrea Manna e Daniel Ritzer a proposito della decisione di Marina Carobbio di restare in Consiglio degli Stati fino a fine mandato - Di Aurelio Sargenti
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Replica ad Andrea Manna e Daniel Ritzer a proposito della decisione di Marina Carobbio di restare in Consiglio degli Stati fino a fine mandato - Di Aurelio Sargenti
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Replica ad Andrea Manna e Daniel Ritzer a proposito della decisione di Marina Carobbio di restare in Consiglio degli Stati fino a fine mandato - Di Aurelio Sargenti
Partiamo col sorriso. Leggendo il commento Un’ostinazione incomprensibile apparso in prima pagina su «LaRegione» del 16 dicembre, mi sono subito ricordato di una delle scene probabilmente più famose e più viste del cinema italiano: quella della lettera che Totò e Peppino De Filippo scrivono insieme per la fidanzata del nipote, la malafemmina. Anni dopo la scena venne replicata da altri due fuoriclasse, Massimo Troisi e Roberto Benigni, impegnati nel film Non ci resta che piangere a redigere una missiva addirittura al Savonarola.
Non mi ricordo di un editoriale firmato da due giornalisti. Il commento in questione è infatti sottoscritto dal vice e dal direttore del quotidiano, Andrea Manna e Daniel Ritzer. Per la verità essi non scrivono una vera lettera, ma ragionano su una situazione, a parer loro imbarazzante, venutasi a creare col famoso (grazie ai media) “caso Carobbio”, che alimenterebbe la sfiducia dei cittadini nella politica. «Il fatto che per una sessione non ci sia un rappresentante del Ticino agli Stati non è un dramma», dice ai microfoni di Teleticino l’ex consigliere di stato PLRT Gabriele Gendotti, «è la stessa cosa che succede se uno, sciando, si rompe una gamba o ha un problema di salute. È un non problema» («Detto tra noi» del 16.12.22). Come già successo in altri cantoni: vedi S. Gallo, cantone che avrà un seggio vacante durante la sessione di marzo ‘23.
Manna e Ritzer sottolineano più volte «il legittimo diritto di Marina Carobbio di rimanere in carica a Berna fino al giorno in cui verrà eletta – a meno di clamorosi colpi di scena – quale nuovo membro del Consiglio di Stato». Poi però le contestano «il fatto di non rassegnare già oggi le sue dimissioni [di Consigliera agli Stati] con effetto al 1° aprile 2023». Una contestazione per lo meno curiosa. Per semplificare: cara Marina, che tu voglia portare a termine l’importante incarico che gli elettori ti hanno dato votandoti è legittimo, ma devi dimetterti!
A parte il fatto che dare per scontato una elezione certa in politica è un azzardo (non mancano precedenti), le dimissioni anticipate di Carobbio Guscetti verrebbero lette come un atto arrogante e per nulla rispettoso verso i cittadini elettori; inoltre si dovrebbero affrontare due campagne elettorali nello stesso tempo: quella per le elezioni cantonali e quella per il seggio alla Camera dei Cantoni.
È evidente, come già scrissi, che questo «falso tema» (Gendotti) sarà il tormentone che ci accompagnerà fin al prossimo aprile, come è del tutto evidente che esso è una rozza strumentalizzazione. Difficile quindi capire come «La Regione» possa parteciparvi.
Adda passà ‘a nuttata.
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