Vaccini Covid: gli interessi economici sulla nostra salute e la nostra pelle
Gli Stati UE chiedono la rinegoziazione dei contratti, no di Big Pharma
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Gli Stati UE chiedono la rinegoziazione dei contratti, no di Big Pharma
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Gli Stati UE chiedono la rinegoziazione dei contratti, no di Big Pharma
Di Valeria Casolaro, L’Indipendente
Alla luce della ormai superata emergenza per la pandemia da Covid-19 e dell’eccedenza di vaccini disponibili rispetto all’effettiva domanda della popolazione, gli Stati Membri dell’Unione europea hanno chiesto all’unanimità alle grandi aziende farmaceutiche di poter rinegoziare i contratti siglati per la fornitura dei vaccini. Alcuni Stati sono arrivati persino a richiederne la cancellazione. Tuttavia, non sembra esservi da parte delle Big Pharma alcuna intenzione di cedere alle richieste.
Le informazioni sono contenute all’interno del verbale dell’ultimo collegio dei commissari svoltosi alla fine dello scorso anno, che l’agenzia di stampa Adnkronos ha potuto ora visionare. Nel corso dell’incontro, la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides ha spiegato come, dal momento che «il tasso di copertura vaccinale inferiore alle aspettative rende difficile per i ministri della Salute giustificare l’acquisto di vaccini che non saranno usati», gli Stati Membri hanno chiesto «all’unanimità» la rinegoziazione dei contratti per i vaccini. La richiesta, in particolare, verteva su «una riduzione complessiva del volume dei vaccini» e sulla sospensione delle «attuali consegne». Non potendo prevedere l’andamento della pandemia, infatti, gli Stati europei si sono impegnati nell’acquisto di vaccini contro il Covid-19 siglando contratti onerosi e poco trasparenti. Proprio per questo motivo qualche giorno fa il quotidiano statunitense New York Times ha citato in giudizio la Commissione europea, in particolare per non aver reso pubblici i messaggi che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il CEO di Pfizer Albert Bourla si sono scambiati nel 2021.
Al momento, nonostante i mesi di lavori e contrattazioni avviati dalla Commissione europea tramite l’HERA (l’Agenzia per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, creata appositamente nel 2021 per preparare l’Unione ad una futura pandemia), «i produttori di vaccini non sono disponibili a ridurre il numero di dosi». Per facilitare i negoziati, le Big Pharma si sono mostrate disponibili a integrare gradualmente le dosi di vaccino inizialmente previste per il 2022 nelle consegne per il 2023. Previsto anche, per l’inizio dell’anno corrente, un incontro del comitato direttivo sui vaccini «a livello ministeriale» e «alla presenza di rappresentanti delle compagnie farmaceutiche, in modo che gli Stati possano esprimere le proprie lamentele e raggiungere un accordo con loro».
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