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Da Le Temps (con AFP)

Nel contesto di una situazione che pareva farsi progressivamente più difficile sul fronte diplomatico, il presidente francese Emmanuel Macron ha cercato di mantenere un dialogo con il suo omologo russo Vladimir Putin, senza farsi illusioni, ma cercando di mostrare fermezza.

Lo rivela un documentario dal titolo “Un président, l’Europe et la guerre” di Guy Lagache, trasmesso giovedì 30 giugno sul canale France 2, che solleva parte del velo sulle conversazioni telefoniche che hanno preceduto l’inizio del conflitto.

Nel film spicca in particolare uno di questi colloqui tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin, avvenuto quattro giorni prima dell’inizio dell’invasione, in cui il presidente francese pare entrare decisamente in rotta di collisione con il presidente russo. Il colloquio si trasforma in scontro, sempre più teso, diventa un dialogo fra sordi, in cui si evoca un possibile, auspicabile incontro fra Putin e Joe Biden a Ginevra. Un incontro che non avrà mai luogo a chiudere un colloquio, che si fa quasi surreale, se non fosse drammaticamente rivelatore dei meccanismi e della volontà, da parte del Cremlino, di non esitare minimamente nello scatenare l’invasione.

Ecco il testo integrale della telefonata che propone anche qualche commento dei consulenti francesi che erano all’ascolto.

Emmanuel Macron: Dalla nostra ultima conversazione, le tensioni hanno continuato a crescere e tu conosci il mio impegno e la mia determinazione a proseguire il dialogo. Vorrei che prima mi dessi la tua lettura della situazione e magari in modo abbastanza diretto, come facciamo entrambi, mi dicessi quali sono le tue intenzioni. E poi volevo provare a vedere se c’erano ancora azioni utili da intraprendere e farti qualche proposta.

Vladimir Putin: Cosa posso dire? Puoi vedere tu stesso cosa sta succedendo. Tu e il Cancelliere Scholz mi avete detto che Zelensky era pronto a fare una mossa, che aveva preparato un progetto di legge per attuare gli accordi di Minsk. […] In effetti, il nostro caro collega, il signor Zelensky, non sta facendo nulla. Vi sta mentendo. […] Non so se avete sentito la sua dichiarazione di ieri in cui ha detto che l’Ucraina dovrebbe avere accesso alle armi atomiche.

(Il consigliere diplomatico Emmanuel Bonne: “No, è un’assurdità”).

Ho sentito anche i tuoi commenti alla conferenza stampa dell’8 febbraio a Kiev. Hai detto che gli accordi di Minsk dovrebbero essere rivisti, e cito, “in modo che siano applicabili”.

(I consiglieri di Macron: “No, non ha detto questo”, “Gli dirò di non entrare in una discussione di dettagli con lui”).

Emmanuel Macron: Vladimir, prima di tutto una cosa: non ho mai detto che gli accordi di Minsk dovrebbero essere rivisti. Non ho mai detto questo né a Berlino, né a Kiev, né a Parigi. Ho detto che vanno applicate, che le cose vanno rispettate e non ho la stessa lettura degli ultimi giorni che hai tu.

Vladimir Putin: Senti Emmanuel, non capisco il tuo problema con i separatisti. Almeno hanno fatto tutto il possibile, sotto la nostra insistenza, per aprire un dialogo costruttivo con le autorità ucraine.

Emmanuel Macron: Riguardo a ciò che hai detto, Vladimir, diverse osservazioni: primo, gli accordi di Minsk sono un dialogo con voi, hai assolutamente ragione. In questo contesto, non è previsto che la base della discussione sia un testo presentato dai separatisti. Quindi, quando il vostro negoziatore cerca di costringere gli ucraini a discutere sulla base delle road map dei separatisti, non rispetta gli accordi di Minsk. Non sono i separatisti a fare proposte sulle leggi ucraine!

Vladimir Putin: Naturalmente, la nostra lettura della situazione è completamente diversa. Durante il nostro ultimo incontro, vi ho ricordato e anche letto gli articoli 9, 11 e 12 degli Accordi di Minsk.

Emmanuel Macron: Li ho davanti a me! È scritto chiaramente che il governo ucraino – paragrafo 9, ecc. – sta proponendo, e che è in consultazione e accordo con i rappresentanti di alcuni distretti delle regioni di Donetsk e Lugansk, nel quadro del gruppo di contatto tripartito. Questo è esattamente ciò che viene proposto. Quindi non so dove il vostro avvocato abbia imparato la legge. Mi limito a guardare i testi e a cercare di applicarli! E non so quale avvocato possa dirvi che in un Paese sovrano le leggi sono proposte da gruppi separatisti e non dalle autorità democraticamente elette.

Vladimir Putin: (tono fermo e seccato) Questo non è un governo democraticamente eletto. Sono saliti al potere con un colpo di stato, la gente è stata bruciata viva, è stato un bagno di sangue e Zelensky è uno dei responsabili. Ascoltami: il principio del dialogo è tenere conto degli interessi dell’altra parte. Le proposte esistono, i separatisti, come li chiamate voi, le hanno trasmesse agli ucraini, ma non hanno ricevuto alcuna risposta. Dov’è il dialogo?

Emmanuel Macron: Ma perché, come ti ho appena detto, non ci interessano le proposte dei separatisti. Quello che chiediamo loro di fare è di rispondere ai testi ucraini e dobbiamo fare le cose in quella direzione perché questa è la legge! Quanto appena detto mette in dubbio la vostra volontà di rispettare gli accordi di Minsk, se ritenete di trovarvi di fronte ad autorità non legittime e terroristiche.

Vladimir Putin: Ascoltami attentamente. Riesci a sentirmi? Ripeto, i separatisti, come li chiamate voi, hanno reagito alle proposte delle autorità ucraine. Hanno risposto, ma le stesse autorità non hanno dato seguito.

Emmanuel Macron: Ok, allora: sulla base della loro risposta ai testi ucraini, quello che vi propongo è di chiedere a tutte le parti un incontro nel quadro del gruppo di contatto per continuare ad andare avanti. Possiamo chiedere che questo lavoro venga svolto domani e pretendere che tutte le parti coinvolte non adottino una politica di sedie vuote. Tuttavia, negli ultimi due giorni, i separatisti non hanno voluto partecipare a questa discussione. Esigerò questo da Zelensky. Siamo d’accordo su questo? Se siamo d’accordo, lo lancerò e chiederò un incontro domani.

Vladimir Putin: Quindi, per essere chiari, non appena avremo riattaccato, studierò queste proposte. Ma fin dall’inizio avremmo dovuto fare pressione sugli ucraini, ma nessuno ha voluto farlo.

Emmanuel Macron: Ma sì, sto facendo del mio meglio per spingerli in quella direzione, lo sai.

Vladimir Putin: Lo so, ma purtroppo non è efficace.

Emmanuel Macron: Ho bisogno che mi aiuti un po’ (maliziosamente). La situazione sulla linea di contatto è molto tesa. Ieri ho davvero chiesto a Zelensky di calmarsi. Te lo ripeto, calmatevi tutti, calmatevi sui social network, calmatevi con le forze armate ucraine. Ma vedo anche che davvero tu potresti chiamare alla calma le tue forze armate preposizionate. Ieri ci sono stati molti bombardamenti. Se si vuole dare una possibilità al dialogo, bisogna stemperare il clima nella regione. Come giudichi lo sviluppo delle esercitazioni militari?

Vladimir Putin: Le esercitazioni stanno andando secondo i piani.

Emmanuel Macron: Quindi finiscono stasera, giusto?

Vladimir Putin: Sì, probabilmente stanotte, e sicuramente lasceremo una presenza militare al confine finché la situazione nel Donbass non si sarà calmata. La discussione sarà condotta in consultazione con i ministeri della Difesa e degli Esteri.

Emmanuel Macron: Va bene. Vladimir, ti dico sinceramente che per me inserire le discussioni nel giusto quadro ed evitare tensioni è un prerequisito assoluto. Per me l’importante – e te lo chiedo davvero – è che la situazione sia sotto controllo. Questo è il punto fondamentale. E conto molto su di te. Non cedere a nessuna provocazione nelle ore e nei giorni a venire. Volevo farti due proposte molto concrete. La prima è quella di organizzare nei prossimi giorni un incontro a Ginevra tra te e il Presidente Biden. Gli ho parlato venerdì sera e gli ho chiesto se potevo farti questa proposta. Mi ha detto di dirti che sarebbe disponibile. Il Presidente Biden ha anche pensato a qualche soluzione per ridurre progressivamente le tensioni, tenendo conto delle tue richieste, per affrontare in modo molto chiaro la questione della NATO e dell’Ucraina. Dimmi una data che potrebbe andarti bene.

Vladimir Putin: Grazie mille Emmanuel. È sempre un grande piacere e un onore parlare con le vostre controparti europee e statunitensi. E mi fa sempre piacere dialogare con te perché abbiamo un rapporto di fiducia. Quindi, Emmanuel, ti propongo di invertire le cose. Prima di tutto, è necessario preparare l’incontro in anticipo. Solo dopo potremo parlare, perché se veniamo così, a parlare di tutto e di niente, saremo rimproverati di nuovo.

Emmanuel Macron: Ma possiamo dire oggi, al termine di queste discussioni, che siamo d’accordo sul principio? Vorrei una risposta chiara da parte tua su questo punto. Capisco la tua reticenza sulla data, ma sei pronto a dire oggi “voglio un incontro a due con gli americani, poi esteso agli europei” o no?

Vladimir Putin: È una proposta che merita di essere presa in considerazione e se vuoi che siamo ben allineati su come formularla, ti suggerisco di chiedere ai nostri consiglieri di chiamarsi per mettersi d’accordo […] ma sappi che sul principio sono d’accordo.

Emmanuel Macron: Molto bene, tu mi confermi di essere d’accordo sul principio. Propongo che i nostri gruppi […] cerchino di finalizzare un testo comune, una sorta di comunicato alla fine di questa nostra conversazione.

Vladimir Putin: Per non nasconderti niente ti confesso che volevo andare a giocare a hockey su ghiaccio perché ti sto parlando dalla palestra prima di iniziare gli esercizi fisici. Ma vorrà dire che chiamerò prima i miei consiglieri.

Emmanuel Macron: Grazie in ogni caso Vladimir. Rimaniamo in contatto in tempo reale. Appena c’è qualcosa, mi chiami.

Vladimir Putin: (in francese) Je vous remercie, Monsieur le président.

Nell’immagine: un fotogramma del documentario “Un président, l’Europe et la guerre”






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