Perché morire per Bakhmut
Il racconto in podcast di una battaglia altamente simbolica ma assurda strategicamente
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Il racconto in podcast di una battaglia altamente simbolica ma assurda strategicamente
• – Redazione
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• – Adolfo Tomasini
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• – Andrea Ghiringhelli
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• – Rocco Bianchi
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• – Gabriele Nissim
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• – Simona Sala
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• – Redazione
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• – Redazione
A settant’anni dalla morte del dittatore sovietico
• – Roberto Antonini
Nel giorno degli 80 anni dalla nascita uno speciale della RSI dedicato a Lucio Dalla
• – Enrico Lombardi
Il racconto in podcast di una battaglia altamente simbolica ma assurda strategicamente
Dal canale podcast Cds Daily (Corriere della Sera)
Lorenzo Cremonesi è a Kramatorsk, città del Donbass, nell’Est ucraino in cui oggi vive un terzo dei circa 200 mila abitanti di prima dell’inizio della guerra. È qui che sono collocati tutti i centri di comando dell’esercito per le zone fra il Donetsk e il Luhansk. Ed è da qui che si muovono le colonne di soldati che combattono a Bakhmut, che si trova a un’ora e mezzo di strada e di cui da mesi gli ucraini stanno cercando di impedire ai russi (e ai miliziani della Wagner dell’oligarca Evgeny Prigozhin) di completare la conquista, avvenuta già su tre lati della città. Manca solo quello occidentale, da dove i giornalisti, entrano ed escono quotidianamente (sotto i bombardamenti) per raccontare quello che sta avvenendo, come facciamo in questo episodio del podcast «Corriere Daily» in cui Cremonesi spiega anche il valore «simbolico» della presa di Bakhmut, dopo poco più di un anno di guerra.
Nell’immagine: la situazione intorno a Bakhmut il 6 marzo
L’intrecciarsi di due scandali finanziari provoca 4,7 miliardi di perdite, e un terremoto ai vertici della banca
I lavori di preparazione sono in netto ritardo, le incertezze che riguardano lo Stato di diritto spaventano, ma la Fifa fa finta di niente