Con le armi dell’ironia
È ancora polemica sul “Jova Beach party”: un video di una blogger ecologista fornisce qualche elemento di riflessione, anche sui termini della discussione
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È ancora polemica sul “Jova Beach party”: un video di una blogger ecologista fornisce qualche elemento di riflessione, anche sui termini della discussione
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È ancora polemica sul “Jova Beach party”: un video di una blogger ecologista fornisce qualche elemento di riflessione, anche sui termini della discussione
Figurarsi se ad “occupare” dune e biotopi arriva un carrozzone con centinaia di addetti ed un tot di ruspe, per spianare tutto e costruirci il megapalco su cui il noto cantante e rapper si è esibito e ancora si esibirà per un pubblico di decine di migliaia di persone. Il tutto, naturalmente, all’insegna del “green”.
Jovanotti si era espresso in merito con un video in cui ribadiva l’assoluta e virtuosa sostenibilità dell’operazione e tutta la propria piena e convinta sensibilità ambientale, con tanto di sigillo WWF Italia, ma in cui accusava i “contestatori” dei suoi eventi, di essere degli “eco-nazisti”, dando vita così all’ennesimo esempio di accensione spropositata dei toni a scapito degli argomenti, come avviene ormai regolarmente in quest’humus comunicativo fortemente mediatizzato e “socializzato”.
Ne avevamo infatti preso spunto per qualche riflessione legata alle modalità nette e radicali, senza sfumature, senza margini di dubbio, che si sono manifestate in questo caso fra il Jova e i suoi contestatori, ma cui assistiamo anche, più in generale, quando si entra nel merito di questioni di particolare valenza “divisiva”.
Vi torniamo, con leggerezza, per segnalare, proprio in questo senso, un intervento (rigorosamente via social) di una blogger ecologista piuttosto originale, Cristina Coto, ex-modella moldava residente in Italia, che nella sua pagina Instagram da tempo non pubblica più foto fashion per i followers maschili, ma del suo profilo social ha fatto uno strumento per intervenire, dati alla mano e con indubbio appeal, nell’ambito di argomenti legati alle questioni ambientali e alla sostenibilità.
Non si tratta qui di sostenere che con questo suo intervento si riesce finalmente a stabilire “la verità”, a decretare in modo inappellabile chi ha ragione e chi ha torto, perché la questione merita (per quel che merita) di essere lasciata allo staff del cantante e ai suoi oppositori, con la speranza che ne esca qualche chiarimento opportuno e positivo. Piuttosto val la pena di seguire il video di Cristina Coto perché mette in campo un elemento troppo spesso assente da ogni tipo di discussione: l’ironia.
Certo, non si può sempre ironizzare, ci mancherebbe, ci sono temi seri che impongono serietà. E poi, volendo, bisogna anche essere capaci di ironizzare, non è da tutti. Però… ecco, vien da pensare che c’è anche una serissima ironia che può farsi strumento capace di smorzare i toni, moderare gli eccessi, portare la discussione su un piano più idoneo, affinché ne nasca un confronto sensato e non catapultato dentro il solito ring di una logica argomentativa da wrestler (che lasciamo, rassegnati, ad uno Sgarbi in visita a Locarno, per dire, e a chi litiga con lui a mezzo stampa anche da membro del nostro esecutivo cantonale).
Chissà se con il suo video, Cristina Coto potrà magari suggerire, con buonumore, a Lorenzo il verde (dalla rabbia), che spingersi fino a dare a qualcun altro del “nazista” è grave, è assurdo (e lo sappiamo bene, tutti noi, che subiamo un paese che ne invade un altro accusandolo, appunto, di nazismo); e poi, chissà, forse può aiutare anche noi a capire che le proprie ragioni si possono sostenere anche in altro modo, perché siano davvero tali, e ragionevoli, su cui essere capaci di riflettere e discutere.
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