Del veloce volo di Franco Battiato
Aveva scelto la strada del successo perché voleva essere ascoltato
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Aveva scelto la strada del successo perché voleva essere ascoltato
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• – Aldo Sofia
Aveva scelto la strada del successo perché voleva essere ascoltato
Sono bastate poche ore però perché Battiato smettesse di essere un uomo libero, e dunque un artista nella sua accezione più totale, perché la politica (quella che si fa fuori dalle aule ivi preposte), in un’operazione che definiremmo di sciacallaggio intellettuale, non ci ha pensato due volte a buttarsi nel deplorevole tentativo di accaparrarselo ideologicamente. In un attimo l’uomo che cantava “Es un sentimiento nuevo / che mi tiene alta la vita/ la passione nella gola / l’eros che si fa parola”, che ha lanciato Alice, Giuni Russo, lavorando con Manlio Sgalambro, Giusto Pio ed Elisabetta Sgarbi, che stimava, forse con una punta di quell’ironia che gli era congeniale, “Vamos a la playa” dei Righeira, è diventato “Dio maestro” per Giorgia Meloni, “grande artista” per Matteo Salvini (che a suo tempo lo definì “piccolo uomo”) e simpatizzante del partito comunista per le fazioni opposte.
Come ha ben detto Concetto Vecchio su “Repubblica”, “Battiato non era di destra (e nemmeno di sinistra): era Battiato”, o come ha sottolineato Maurizio Mannoni, Battiato era uno che “appoggiava la sua voce sulla musica”. E così lo ricorderà e lo ascolterà chi l’ha conosciuto e amato davvero.
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