Scivoloni bernesi e luoghi comuni
Il consiglio federale fa credere che l’accordo quadro con l’UE sia impopolare, ma un sondaggio serio dice il contrario
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Il consiglio federale fa credere che l’accordo quadro con l’UE sia impopolare, ma un sondaggio serio dice il contrario
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• – Nadav Tamir
Il consiglio federale fa credere che l’accordo quadro con l’UE sia impopolare, ma un sondaggio serio dice il contrario
L’ora della verità si avvicina. Il consiglio federale non può più defilarsi deve prendere posizione : affossare, sospendere o riattivare il dialogo sull’accordo quadro con l’Unione europea. Il documento è giunto sulle scrivanie del governo alla fine del 2018, dopo 4 anni di trattative. Ma poi è finito in un cassetto. Da allora il governo temporeggia, non si sbilancia. La situazione non si è sbloccata neppure dopo il mini vertice a Bruxelles fra Guy Parmelin e Ursula von der Leyen. Le persistenti indecisioni del consiglio federale hanno creato un vuoto politico, colmato di volta in volta dalle più disparate forze politiche ed economiche. La sinistra punta il dito sulla protezione dei salari, il centro sulle sovvenzioni, la destra sulle assicurazioni sociali. Posizioni differenziate e con interessi discordanti, ma la loro somma ha generato un’avversione diffusa e generalizzata contro l’accordo quadro. Una strana e anomala convergenza racchiusa in una formula che ha fatto furore nella Svizzera interna anche perché in tedesco è molto succinta e incisiva.
L’accordo non è “mehrheitsfähig”, non è idoneo per ottenere una maggioranza davanti al popolo. Un argomento sbrigativo e gratuito. Viene seccamente smentito da un sondaggio secondo cui quasi i due terzi degli svizzeri sono favorevoli all’accordo quadro con l’UE. Certo i sondaggi non sono una garanzia, ma allo stesso modo è azzardato e persino impertinente dare sin d’ora per scontato un rifiuto popolare alle urne. Tanto più che già adesso si delineano le prime ritorsioni da parte dell’UE che non intende ritrattare tutto l’accordo quadro. La Svizzera arrischia l’esclusione da “Horizon Europe” considerata la champions league della ricerca con un programma da 95 miliardi di euro. Si temono ripercussioni negative anche nel settore delle tecnologie mediche con 58mila posti di lavoro e un fatturato di 16 miliardi di franchi.
Sono forse questi primi campanelli d’allarme ad aver indotto Viola Amherd a presentare in consiglio federale delle proposte di compromesso per rilanciare le trattative con l’UE. Le reazioni sembrano per il momento mitigate. In governo vi sarebbe una maggioranza assai scettica nei confronti dell’accordo quadro, ma le opzioni non cambiano : affossare, sospendere o riattivare il dialogo con l’UE.
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