Perché continuerò a mettere la mascherina
Con la seconda dose, la vaccinazione mi mette al riparo dalle conseguenze più gravi del Covid19, ma ora proteggerò gli altri
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Con la seconda dose, la vaccinazione mi mette al riparo dalle conseguenze più gravi del Covid19, ma ora proteggerò gli altri
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Ciononostante continuerò a portare la mascherina e nei limiti del possibile a evitare gli ambienti chiusi, a cominciare da palestre, ristoranti e, per quanto mi pesi, teatri e sale da concerto. A meno che – come scrivevo su Naufraghi/e l’altro giorno – introducano i sensori di CO2, per avere costantemente sotto controllo la qualità dell’aria.
Insomma non seguirò le indicazioni dei Centers of Disease Control statunitensi, che la scorsa settimana hanno annunciato che le persone completamente vaccinate possono “riprendere le attività che facevano prima della pandemia” e che, con alcune eccezioni (in particolare sui trasporti pubblici, aerei compresi), lo possono fare “senza indossare la mascherina o mantenere le distanze sociali”.
Qualcuno penserà che io sia ipocondriaco ma non è così. Il fatto è che, se io sono protetto, molti altri ancora non lo sono. E se io mi infettassi, potrei contagiare altri che non hanno ancora avuto la fortuna di potersi vaccinare. Se una conferma fosse stata necessaria, è giunta puntualmente domenica: la NZZ am Sonntag, basandosi su cifre ufficiali, ha svelato che in Svizzera 129 persone hanno contratto il Covid dopo la seconda vaccinazione; un dato oltretutto molto probabilmente sottostimato, perché il sistema informatico che registra le vaccinazioni non è compatibile con quello che tiene conto dei casi confermati di Covid19.
Considerato che un milione e 200 mila persone in Svizzera sono completamente vaccinate, la notizia non solo non sorprende ma non rimette minimamente in discussione l’efficacia dei vaccini. Costituisce però un invito alla prudenza visto che le cifre della pandemia, benché in diminuzione, restano elevate: la scorsa settimana si sono registrati in media 1271 casi al giorno, che corrispondono su base settimanale a 104 casi per 100 mila abitanti. Siamo ancora lontani da quello che i Centers for Disease Control statunitensi, nelle linee guida per l’apertura delle scuole, definivano un livello di trasmissione del virus, non dico basso, ma almeno moderato: tra i 10 e i 49 casi alla settimana per 100 mila abitanti. Rispetto ai livelli di trasmissione bassi (meno di 10 casi settimanali), che dovrebbero essere l’obiettivo per poter davvero tornare a una “vita normale”, siamo dieci volte sopra.
Capisco che sia un bell’argomento per convincere molti scettici poter dire ai vaccinati: tornate pure alla vita di prima, buttate la mascherina e dimenticate le distanze sociali. Ma se davvero vogliamo lasciarci alle spalle la pandemia, sono convinto che la via più saggia sia quella della prudenza, almeno fino a quando le cifre dei contagi giornalieri non saranno ridiscese sotto i 100 casi al giorno.
La via è ancora lunga, ma con il progredire delle vaccinazioni e l’arrivo – speriamo – della bella stagione è un obiettivo raggiungibile.
Come diceva l’ormai mitico Anthony Fauci, in una dichiarazione ripresa venerdì dal Telegiornale, “non c’è nulla di sbagliato a voler continuare a indossare la mascherina”. Anche se la scienza dice che te la puoi togliere.
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